CENTRO STORICO
Abbiamo appreso
in questi giorni dai media, che l’ultima legge finanziaria prevede una
rivalutazione delle case dei centri storici. Nella generale ricerca di
“raschiare il fondo del barile” ci può stare, ma a parte la lievitazione degli
affitti e dei costi degli immobili, la ripercussione inciderà ancora una volta
su prezzi, potere di acquisto e peso delle tasse. E sicuramente non è tutto.
Infatti penso che l’intervento non potrà essere equo nel territorio, se il meccanismo non differenzierà le esistenti dissomiglianze
tra i vari centri storici del nostro Paese.
Si pensa di
adeguare i valori tra quartieri periferici ipotizzati di minor valore rispetto
al centro storico, che può essere vero ma non per città come Caltanissetta.

Chi
amministra la città, in merito al centro storico, parla di un luogo da mettere
in sicurezza per problemi di staticità. Parla di fondi regionali per rimediare/evitare
i crolli. Promuove incontri tra amministrazione attiva e ordini
professionali in cui domina lo spettro
della sicurezza statica, ed elargisce incarichi professionali per
l’individuazione degli immobili dove intervenire. Per farla breve, siamo al
punto che la mappatura commissionata è pronta e mostra ciò che in centro
storico è meritevole (sic!) di essere recuperato e ciò che invece dovrà essere
abbattuto e ricostruito.
In tutto
questo, nella “mappatura” preparata, dove sono gli abitanti? Chi sono come
gruppi sociali? Come si provvederà nei casi di inevitabile sgombero? Sarà il
Comune a gestire un processo così complesso e dai tempi lunghi?
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Piazza Garibaldi |
Ricordo solo
che il centro storico è parte integrante del sistema città-territorio e che non
può essere considerato alla stessa stregua a tutte le latitudini, dove ha avuto
e ha storie e destini diversi.
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