Aggiungi...


Condividi questo articolo

lunedì 10 novembre 2014

PRESTAZIONE PROFESSIONALE

Può essere gratuita, in qualche caso, come nuova forma di libertà, solidale?



La diatriba che si è accesa non molto tempo fa, tra i pro, forse pochini, e i contro, per lo più gli ordini professionali, merita una riflessione perché, forse, in medio stat virtus. Mi riferisco alla ricerca di collaborazione professionale da parte del Comune “a gratis”, mediante un albo di volontari da utilizzare per occasionali prestazioni senza compenso. Il rifiuto netto degli ordini professionali è stato automatico e senza appello. Per loro, che hanno il compito di tutelare questa o quella determinata professione, le opere di ingegno non possono essere non retribuite. In effetti, se si escludono le questioni di principio, opinabili, giustamente tra una prestazione professionale ricompensata e una no, si
infrappongono ostacoli di ordine generale non trascurabili. Bisogna considerare che, per esempio, per il fisco, una prestazione, specie se ripetuta, può apparire come attività in nero e come tale, per principio, da respingere perché contraria ad ogni etica e onore del professionista. Non meno pesante si presenta, sotto altro profilo, un'attività priva di giusto compenso, potendo apparire perfino come concorrenza sleale se non come fattore che altera il mercato dell'offerta professionale. Il Comune, a mio modesto avviso, nel richiedere l'iscrizione volontaria ad un albo comunale, all'uopo preparato, non mi risulta che abbia stabilito alcun paletto limitativo, nell'eventuale svolgimento della prestazione professionale. Impensabile, dunque, un affido tecnico professionale per una totale partecipazione per impegno, responsabilità e tempi necessari per accompagnare, seguire un'attività, un processo, una progettazione, ecc. di media/alta responsabilità. In buona sostanza, bisognava evidenziare il limite e magari ci si doveva riferire allo spirito dell'art. 118 della Costituzione. Sì perché rifacendosi alla Costituzione con il suo principio di sussidiarietà, poteva meglio disporre la partecipazione e l'aiuto concorrente per fini e attività di interesse generale. A questo proposito qualche Comune in Italia, ha già fatto un proprio regolamento dove, al cittadino che vuole essere attivo, viene data la possibilità di collaborare per la cura e lo sviluppo dei beni comuni. In buona sostanza, al cittadino viene data la facoltà di esercitare una nuova forma di libertà, solidale.
Per concludere, penso, che con l'occasione del nuovo sito comunale in internet, archiviato il discusso albo di volontari, si potrebbe iniziare una nuova forma di collaborazione e partecipazione verso proposte e progetti che il Comune intende condividere. Uno spazio aperto alla consultazione e alla eventuale collaborazione progettuale, on-line, attraverso una semplice registrazione, può aprire per il Comune una varietà di collaborazioni i cui partecipanti non hanno bisogno di iscriversi a nessun albo. Agli uffici comunali e ai relativi professionisti responsabili del materiale messo a disposizione per la collaborazione, resterebbe la segnalazione o il contributo tecnico professionale ed ogni altra forma di espressione collaborativa, utilizzabile direttamente, da rielaborare, oppure da respingere in toto. Insomma, in democrazia e con i mezzi che si hanno a disposizione, la collaborazione dei cittadini-sovrani si può ottenere senza scomodare nessuno, basta solo sapersi organizzare.
Giuseppe Cancemi


***

Il titolo dato dal giornale non rispecchia né il contenuto del testo né la volontà di chi scrive.
____________________


***

Gli esperti si sono presentati. Vedremo come saranno impiegati.
_________________
Nota: trovo interessante, comunque, che ci sia tanta voglia di fare, di dare una mano per migliorare le condizioni della città. Complimenti ai 37