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venerdì 15 maggio 2015

BELLUNO

 I SEGNALI  STRADALI  VERTICALI,  SIAMO  SICURI  CHE SONO  TUTTI  LEGITTIMI?


Non piace a nessuno essere multato, ma se poi ci confrontiamo con la nostra coscienza, specie se l’infrazione c'è, dovremmo serenamente ammettere il nostro torto e convircerci che la legalità è una garanzia per tutti. La CEI definisce la legalità «insieme rispetto e pratica delle leggi». C'è solo un piccolo particolare che andrebbe chiarito, si riferisce a tutti, compreso chi amministra e soprattutto a chi deve fare rispettare le leggi.
Il mio rifiuto di accettazione verso una recente multa, che poteva essere evitata, però non mi trova convinto per la modesta cifra (28,70 €) né rassegnato, nonostante la mia ragionevole e avvertita premessa. E voglio argomentare perché.
Fronte- retro dello stesso cartello in Viale Fantuzzi.
Articolo 77, regolamento di  esecuzione del  c.d.s.




Mi colloco nella media degli automobilisti, tra quelli ligi al dovere. Infatti non ho mai preso una multa da trentanni a questa parte. L'altro ieri, però, ho svoltato dove un cartello indicava di procedere diritto e ho preso una sanzione. Il segnale è lì e nessuno può negarlo. Dunque, nulla Quaestio. Ma tornando a piedi sul luogo, mi sono domandato quale poteva essere stata la necessità che ha indotto il Comune a vietare la svolta a sinistra (davanti gli uffici della Questura) e mi interessava conoscere quali motivazioni avevano fatto deliberare quell'adozione. Ricordandomi che tutti siamo uguali di fronte alla legge, mi è venuto in mente di guardare se quel segnale stradale era stato posto legittimamente proprio lì. Sorpresa! Il retro del cartello non riporta quanto prescritto dal codice della strada e perciò non osserva l'obbligo ribadito da una recente sentenza di Cassazione. Dunque quel cartello potrebbe essere lì per una dimenticanza di una pregressa situazione di circolazione o per chissà  quale altro motivo. E' perciò nasce un dubbio di legittimità (o quasi una certezza!) per quel cartello, privo di numero e data dall'atto amministrativo che lo ha imposto.
Il dubbio dell'illegittimità lo suggerisce proprio la stessa circolazione che sembra illogica. I veicoli che provengono dalla Piazza Piloni, dalla Via Caffi e dalla Via Tissi, diretti verso la stazione ferroviaria, sono costretti a dirigersi verso un nodo semaforico, Piazza Cesare Battisti, già con un suo carico di traffico importante. Il flusso dal  Viale Fantuzzi verso la rotatoria, non sembra dettato apparentemente da alcuna evidente esigenza  se non quella di alleggerire il traffico di Via Volontari della Libertà, una via relativamente poco trafficata. Comunque, allo stato, il mio errore apparentemente non  giustificato, non può essere considerato sanzionabile se quel segnale stradale è e rimane illegittimo.
Facile anche porsi alcune domanda: perché un vigile proprio lì pronto a multare tutti senza nulla fare per evitare quell'infrazione? Esiste un motivo plausibile che ha indotto la sorveglianza urbana a reprimere proprio quella trasgressione senza se e senza ma? E ancora:  Si fa altrettanto per la sosta selvaggia in Piazza Duomo, per l’uso del cellulare in marcia, per la sobrietà in auto o per il superamento dei limiti di velocità?
 Nel caso, mi è sembrato di vedere archiviata una pedagogia di rapporto favorevole alla prevenzione, tra potere e cittadino. Forse, una multa a tutti i costi poteva essere evitata e non solo per me, ma anche per altri con ben altro valore educativo. Una sanzione amministrativa nel dubbio che lo strumento che l'ha determinata sia illegittimo solleva una questione tra potere e cittadino che si può semplificare ricordando il Marchese del Grillo: «io so' io (potere) e voi non siete un ca..o (cittadini)»
 Mi sia lasciato ancora dire, che più di una giusta multa quella contestata mi è apparsa come un pretestuoso balzello stocastico.
 Forse, un'azione costante preventiva, potrebbe andare meglio se si ha a cuore veramente la «legalità». Il vigile che ha multato la «pericolosa» mia deviazione si trovava in una posizione che bastava un semplice gesto per impedirmi  di svoltare, mentre invece ha lasciato che si compisse l'infrazione. Ha scelto! Anziché prevenire, é più comprovante reprimere. La preziona presenza di un vigile in strada, graditissima, non mi è apparsa in effetti come un meritevole servizio ma piuttosto come un “agguato” fatto apposta, per un ulteriore raschiamento del fondo del barile in nome e per conto del Comune, a spese di un qualsiasi malcapitato. Mi soffermo ancora, nella fattispecie dell'infrazione, per assicurare che trattavasi di uninnocua deviazione ad angolo retto con le dovute precauzioni, lungi dal rappresentare una pericolosa situazione fissa da scongiurare. Per finire, verrebbe spontaneo dire: da quale pulpito viene la predica!
Sì perché il Comune, diciamo, che predica bene ma, in casi come questo, razzola male. Al cittadino contesta, ripeto “giustamente”, le inosservanze, ma scorda che nell'educare alla legalità la prevenzione non va esclusa. La credibilità verso le istituzioni deve essere fondata su comportamenti ineccepibili ed esemplari, le leggi e i regolamenti valgono per tutti grazie alla Costituzione.
Per capirci, queste ultime mie osservazioni, che possono apparire impertinenti, scaturiscono dalla constatazione dall'illegittimità del segnale stradale posto nel tratto Viale Fantuzzi - rotatoria, il quale obbliga a proseguire, senza potere svoltare all'altezza della Questura, lungo la via dei Volontari della Libertà. Quel cartello, anche per una recente sentenza di Cassazione, rientra tra quelli non a norma di legge, in quanto privo dell'apposita dicitura che ne attesta la sua validità. Nella sentenza tra l'altro si ribadisce: «L 'obbligatorietà della prescrizione contenuta in un segnale stradale deve ritenersi condizionata alla legittimità del provvedimento amministrativo che l'ha imposta»
Giudicate voi!

Giuseppe Cancemi