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domenica 22 gennaio 2017

Belluno: trasloco del Museo civico da Palazzo dei Giuristi a Palazzo Fulcis





QUALE SARA' IL DESTINO DEI BENI 
ARCHEOLOGICI 
ESCLUSI DA 
PALAZZO FULCIS?



Nel 2010 con la rozza frase: «con la cultura non si mangia» un ministro della Repubblica italiana giustificava alcuni tagli sulle attività culturali. Frase subito contraddetta da Famiglia Cristiana: “CARO MINISTRO, LA CULTURA È RICCHEZZA.” Dimostrando con uno studio, presentato a Firenze, che: “Ogni euro investito ne produce 2,49”.
Nel 2015, se mai ce ne fosse stato bisogno, la Conferenza internazionale dei Ministri della Cultura dei Paesi presenti ad Expo, con lo spot “Cultura, cibo per la mente” smentiva ulteriormente lo scivolone italiano precedente.
Quel dire e smentire il ruolo della cultura, proveniente dai “piani alti”, nei fatti di tutti i giorni ogni tanto riecheggia, e non si sa se per ignoranza e/o malafede di qualcuno. Resta comunque sempre inaccettabile, specie per il nostro Paese che ha il più alto patrimonio di beni culturali al mondo.
La poca attenzione verso i beni culturali la si può leggere anche nel sito regionale del Veneto. L'ampolloso Catalogo dei Beni Culturali mostra solo un database semivuoto. A livello locale la classe politica, che dovrebbe essere più vicina affettivamente, alle testimonianze che rappresentano le più prossime “radici”, non esercita il proprio orgoglio annoverando tra le principali risorse della comunità: i beni culturali.
Non è raro che le amministrazioni locali percepiscano l'insieme dei beni culturali, per i suoi costi di gestione e manutenzione, come voce di bilancio solitamente in deficit. E invece non lo è!
Quel disavanzo apparente, nel calcolo dei ricavi, trascura il valore intrinseco di attrattività (tra materiale e immateriale) del bene in sé, la parte fondamentale non monetizzabile.
Belluno per vocazione è una città turistica e culturale. Per questa attitudine un nuovo museo è pronto presso Palazzo Fulcis per accogliere tutto quanto stava nel Palazzo dei Giuristi. Un buon segnale si direbbe, date le considerazioni già espresse, ma per gli Amici del Museo di Belluno e Italia Nostra non lo è perché i reperti di archeologia ne restano fuori.
La ricollocazione dei reperti archeologici in altro Museo (Bembo?), di la da venire, pone qualche perplessità. Non si sa dove saranno “parcheggiati” detti reperti e si teme che, nell'attesa, vadano a finire altrove. La “disinformazione”, espressa dall'Assessora nei confronti di chi ha paventato queste fondate preoccupazioni sullo“sfratto” dei beni archeologici, se c'è stata e se permane, non è certo da attribuire al cittadino sovrano ma piuttosto a quel potere legale che si arroga anche il potere reale.
Ma tornando all'oggetto, che nel nostro caso si riferisce ai beni archeologici, per avere contezza di ciò che stiamo parlando, si elencano qui di seguito quei reperti di conoscenza pubblica sistemati nel portico d'ingresso e a piano terra e gli altri allocati a Palazzo dei Giuristi, Palazzo Crepadona e Auditorium comunale:
  • Sepoltura di un cacciatore - pietre dipinte in ocra rossa - rinvenimento in Val Cismon (12.000 anni fa)
  • Fibule, coltelli, oggetti di bronzo dell'età del ferro, rinvenuti nella necropoli di Cavarzano e aree vicine Numerosi reperti di età romana e dell'alto medioevo
  • Corredo tombale di epoca longobarda rinvenuto a Mel
  • Corredo tombale di epoca longobarda rinvenuto a Sospirolo
  • Lapidario romano, ospitato nell'androne del vicino Auditorium comunale
  • Base in pietra calcarea del Cansiglio, inizio III sec. d. C. Dedicata a Marco Carminio Pudente
  • Stele funeraria, del II sec. d. C. Di Tito Sertorio Proculo; Sarcofago di Flavio Ostilio e di sua moglie Domizia, del III sec. d. C. ospitato presso il Palazzo Crepadona.
Allo stato dei fatti, per finire, con un minimo di spirito civico si potrebbe suggerire al Comune, con buona pace per tutti, di catalogare i reperti rimasti fuori dal Palazzo Fulcis, magari con l'aiuto degli studenti di liceo non senza vantaggi per entrambe le componenti: committenza (conservazione per studio e memoria) e realizzatori (crediti e alternanza scuola-lavoro).

Giuseppe Cancemi




ADDENDUM


Mi permetto di rilevare, che l'articolo di stampa del GAZZETTINO, qui a fianco riprodotto, sfiorando appena l'essenza del mio dire, ne travisa i termini della mia comunicazione.
Si "appiattisce",  su un taglio di cronaca local-popolare, non rilevando l'accento posto sulla scarsa considerazione che la politica ha, in senso lato, nel nostro Paese, nei confronti dei beni culturali. 
Siccome criticare è facile e proporre meno,
per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, il pezzo chiude col mio consiglio di catalogare quei beni esclusi. Meno male!

Per chi, invece, vuole vedere più lontano, sapendo che le calamità (terremoti, frane, slavine, etc.) non avvisano, basta mettere al sicuro, con la catalogazione locale, non solo i beni archeologici ma anche ogni altro bene.
Un dettagliato archivio informatico (foto e informazioni), potrebbe essere un serio modo di preservare la memoria storica, la traccia antropica di una Comunità: remota e futura.

www.gcancemi.blogspot.it










Confesso che le ultime note che sono apparse sul Gazzettino che in minimissima parte mi coinvolgono mi inducono ad una supplementare riflessione che riporto.

Le perplessità espresse da un comune cittadino a sostegno della diffidenza dichiarata a mezzo stampa (Gazzettino, 11/12/2016) da due autorevoli associazioni verso una scelta di conservazione di beni comuni quali quelli archeologici, non chiara, non è una “eversione” da cui prendere le distanze. Capisco che le salottiere rivendicazioni, un “detto tra noi” non postulano chiarimenti. Comunque, senza tema di ulteriore smentita posso assicurare che la mia uscita, basata su comune informazione di stampa, voleva essere semplice scambio dialettico utile e salutare per il rapporto tra istituzioni e cittadino, per la democrazia. Nel merito, il trasloco del museo che lascerà i reperti di archeologia nel Palazzo dei Giuristi fatto dell'Assessora, nulla da eccepire. Ma si possono avanzare dubbi e ulteriori chiarimenti? Per esempio, la promessa di farci rivedere nel vecchio museo ancora i reperti di archeologia e la successiva loro collocazione presso il Palazzo Bembo, che tempi avranno? A giudicare dalla rimozione dei pezzi che facevano bella mostra all'esterno del museo, si può legittimamente pensare che i tempi non saranno brevi?
La rassicurazione che la catalogazione dei reperti esiste già mi sembra una buona notizia. Peccato, però, che non sia facile trovare traccia di detta ovvia catalogazione nei siti internet deputati. Per ricordarlo a me stesso, la catalogazione nazionale - regolata dall’art. 17 del Codice dei beni culturali e del paesaggio  (d.lgsvo 42/2004 s.m.i.) al comma 4, individua negli attori del processo di catalogazione oltre che il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali.

Può il Comune pubblicizzare in quale archivio si trovano tutte le informazioni su catalogo circa i beni culturali ritrovati nel territorio di Belluno?
















http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2016/12/18/news/le-opere-traslocano-e-l-ex-museo-civico-finisce-in-vendita-1.14583103