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mercoledì 24 aprile 2013

BELLUNO: PARCO EMILIO


CONTINUA IL TAGLIO DI ALBERI IN CITTA'

Parco Emilio: Interventi di potatura e di taglio degli alberi ammalati o pericolanti. Questa è la motivazione dell'intervento pesante di potature e abbattimenti di alcune piante nel parco e chissà perché accompagnata da una nota, forse solo giornalistica, che detto spazio verde è maggiormente frequentato dalle badanti. 


Ceppaia di albero «malato» (?)



Per essere più precisi sul quotidiano che informa i cittadini di una tale decisione, da parte del Comune, viene tirata in ballo la collaborazione del Servizio Forestale Regionale nell'intervento: "per un complessivo riordino del parco, a garanzia di una maggiore luminosità e di una miglior fruibilità dello stesso da parte dei numerosi frequentatori". Dunque, si persevera in una politica comunale di diradamento delle piante nel territorio, proprio in controtendenza anche alla recente legge 14 gennaio 2013 , n. 10 che sottolinea - con la messa a dimora di un albero per ogni nuovo minore nato/adottato - un atto simbolico di risarcimento alla natura (e al cittadino), e che s'intende ottemperare alla convenzione quadro del protocollo di Kyoto.
E non resterà solo quello già effettuato in varie parti della città, compreso il parco Emilio, il depauperamento di alberi per Belluno, essendo stata già tracciata una continuità negli interventi in zona con una annunciata "riqualificazione" della riva destra del Fiume Piave, prevista come "ripulitura e decespugliatura".  Eufemismi, che tendono a giustificare altri diradamenti, quest'ultimo, a dichiarato favore alla progettata "Belluno beach" .
Per gli effetti della citata legge n. 10, il Comune, dopo il 16 agosto c. a., teoricamente, per adempiere ad un suo obbligo deve poter fornire  informazioni sulla registrazione albero/minore (nato, adottato) e il Sindaco, in persona, a fine mandato, deve comunicare ai cittadini il bilancio arboreo di città per far conoscere ai cittadini quale è stato il suo impegno per la natura. Continuando a tagliare alberi secondo la tendenza dimostrata, viene spontaneo chiedersi e chiedere: con quale logica verrà fatto il saldo tra nuove piantumazioni, di là da venire, ed esistenza di piante censite che dovrebbero risultare da una attuale lista "anagrafica" arborea? 



  
Come ad altri cittadini mi riesce difficile accettare motivazioni di abbattimenti di alberi con risposte scontate che la politica delega agli esecutori, i quali, quasi infastiditi, si rifugiano sempre nella semplicistica motivazione di messa in sicurezza e di patologia delle piante,  non sempre verificabili e  dunque inoppugnabili per il comune utente della città.
L'abbattimento di alberi indiscriminato, prima di tutto, è una scelta politica. Quando nella conduzione delle politiche urbane si "abusa" del termine "sostenibilità" gli alberi c'entrano pure: Belluno così facendo s'iscrive d'ufficio a quei consumi del pianeta che superano di una volta e mezzo il capitale naturale. Circa un anno fa, in occasione di altri tagli in città (via D'Incà, per ricordarlo) l'Amministrazione attiva si era impegnata di risarcire gli abbattimenti con nuovi alberi. Dove sono? Chi li ha visti?
L'unica cosa visibile, intanto, rimane la vista di accatastamenti di legname qua e là che proviene dal continuo taglio e dalla capitozzatura di alberi cittadini e non si vede all'orizzonte di una politica verde, almeno risarcitoria, nessuna nuova piantumazione.


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ALBERI MONUMENTALI E DI PREGIO




I filmati che seguono, utili a riconoscere le piante presenti a Belluno, sono stati presi da YouTube



PAULOWNIA TORMENTOSA


LIRIODENDRON TULIPIFERA

venerdì 12 aprile 2013

BELLUNO: Museo Civico prossimo venturo


Palazzo Fulcis-De Bertoldi

 Si amplia lo spazio a disposizione del palazzo Fulcis-De Bertoldi. Ai 2.991 metri quadri di stanze, saloni, cortili e corridoi da adibire a Museo Civico si aggiungono gli spazi del piano terreno, attualmente occupati dal bar Commercio. La Fondazione Cariverona, ha deciso l'acquisto di quei locali per adibirli a biglietteria. Per ora, però, è solo un'embrione d'idea. A proposito del preesistente bar e del suo arredamento - con il suo «bancone» da qualcuno ritenuto di pregio -  comunque appartenuto ad un tempo superiore al trentennio, non sarebbe male preservare il tutto anche se adattato ad un diverso uso o mantenendo la stessa funzione di quei locali all'interno del museo. Del resto, rifacendosi letteralmente al significato di Museo: «Galleria o Raccolta di cose insigni per eccellenza, o per rarità e per antichità» ci starebbe sia un «bar Commercio» ad uso accoglienza visitatori o anche una biglietteria, adattando l'esistente «riciclato» ad un uso di servizio museale.

 

martedì 9 aprile 2013

ZIBALDONE: CENTRO STORICO DI BELLUNO

ZIBALDONE: CENTRO STORICO DI BELLUNO: CRONACA DI UNA QUERELLE ANNUNCIATA L'assessore Tabacchi dopo avere annunciato, qualche giorno fa, di volere istituire un parcheggio...

CENTRO STORICO DI BELLUNO


CRONACA DI UNA QUERELLE ANNUNCIATA


L'assessore Tabacchi dopo avere annunciato, qualche giorno fa, di volere istituire un parcheggio in Piazza Duomo, oggi, 9 aprile 2013, attraverso la stampa locale, questa volta sembra fare un passo indietro: fa sapere che la sua scelta dei 25 posti auto in piazza Duomo, non era definitiva e che anzi ora la esclude. Rimane però, della volontà di voler reperire nuovi stalli per auto in risposta alla domanda di parcheggi in centro storico. Quindi, la "caccia" ai posti auto continua con l'intento di trovare spazi per tale scopo nelle vicinanze: piazza Castello e aree limitrofe (sic!) dice. Come se l'area prospiciente le poste fosse a chissà quale distanza da piazza Duomo e che comunque creare nuovi posti auto nel cuore della città non significhi riportare una circolazione automobilistica, faticosamente finora tenuta (si fa per dire), a distanza dal centro. Tutto questo maldestro tentativo di restaurare un'ammissione ulteriore di auto nel centro storico muove da una giustificazione che appare strumentale e improvvisata. Si attribuisce ai residenti e ai disabili la domanda di parcheggi in loco ma poi la soluzione di utilizzo si estende anche ai parcheggi a strisce blu e al carico e scarico delle merci. Giustificazioni assai deboli e confuse, ma sicuramente non certo motivate da una scelta urbanistica di mobilità complessiva.

Giuseppe Cancemi 


domenica 7 aprile 2013

CENTRO STORICO BELLUNO

NO AL PARCHEGGIO IN PIAZZA DUOMO


La città di Belluno, si colloca ogni anno ai primi posti delle graduatorie annuali di vivibilità, anche, per le sue piazze del centro storico. La notizia, che si ritorna a fare circolare e sostare le auto in Piazza Duomo, è un regresso rispetto al passato recente, e non in linea con la cultura urbanistica europea che, tendenzialmente, si adopera per spostare la mobilità verso i mezzi pubblici, il car sharing, le biciclette e comunque orientata a non espandere più i parcheggi specie in centro. La cosa è grave, perché proprio Belluno, con l'avvio del parcheggio Lambioi, aveva diffuso qualche tempo fa un segnale di grande civiltà, citato ed imitato da altre città. Aveva anticipato una scelta da smart city con la messa a disposizione di un piccolo iniziale parco di biciclette, come componente di uno scambio intermodale nella mobilità urbana in centro storico.

Le bici, all'uscita della scala mobile di collegamento con il parcheggio Lambioi non ci sono più e le auto che avevano liberato la piazza Duomo ora sono state lasciate ritornate e vi resteranno. Gli spazi del centro storico che compositivamente completavano l'immagine restituita di una città vivibile, sono ritornate ad essere brulicanti di mezzi a motore moltiplicatori di ogni inquinamento dannoso per uomini e monumenti. La tendenza mercantilistica ad ogni costo del centro storico, testardamente, poco per volta assecondata, si pensa di facilitarla facendo ricomparire la sosta dei mezzi privati. Fare tornare le auto nell'agorà della polis - dove uno sguardo anche fugace ai manufatti, ci ricorda pezzi della storia attraversata dall'umanità che l'ha percorsa - è fare torto ai bellunesi che hanno saputo conservare la città che ci ritroviamo. La semplice toponomastica dell'antica polis dovrebbe indurre ad un certo rispetto almeno del genius loci che aleggia sul centro storico.

I pochi parcheggi in più (25) in piazza Duomo che si vogliono recuperare al pagamento, fanno pensare al precedente abbattimento di alberi in via D'Incà. Anche lì, fuori da ogni logica ancorata all'ecosostenibilità. Per qualche stallo in più si sono abbattuti degli alberi assai più utili. L'operazione parcheggi in centro storico, appare proprio come il voler raschiare il fondo del barile. Ci sembra infine speciosa, la motivazione che a spingere verso i parcheggi in Piazza Duomo siano gli abusi nelle soste. Grave ammissione che lascia presupporre di non saper contrastare il presunto fenomeno di “parcheggio selvaggio” con una adeguata vigilanza.


Di diversa opinione sono molti cittadini che reputano non solo la Piazza Duomo ma tutto il centro storico un'identità storico-culturale da preservare, custodire, tramandare possibilmente integra. E' opinione sempre più diffusa che se si riesce a mantenere una città con il suo centro storico ben conservato e dunque a misura d'uomo con la cultura “si mangia” e si vive - nel rispetto delle generazioni passate, attuali e future - mentre, rimanendo con auto onnipresenti, inquinamenti e relative conseguenze, si vuole perpetuare una tendenza non più sostenibile.

Giuseppe Cancemi




sabato 6 aprile 2013

CURIOSITA'



CAPISALDI DI BELLUNO

Non tutti sanno che le placchette ovali di ottone, poste su alcuni noti edifici del centro storico, fanno parte dei 13.000 capisaldi distribuiti su altrettanti chilometri di viabilità del territorio italiano.
In tutto il territorio di Belluno risultano segnati 22 punti geodetici, parte dell'intera rete plano-altimetrica nazionale.



































I Capisaldi nel territorio del Comune di Belluno:

    (0043#_###_107#) S.S. 50 Km 12,950 - Rio Demaise   
    (0043#_###_108#) Salce - S.S.50 Km 12,210   
    (0043#_###_109#) S.S.50 Km 11,330 - Bivio Per Giamosa   
    (0043#_###_110#) Prade - S.S.50 Incrocio Con Via Marisiga 41   
    (0043#_###_111#) S. Gervasio - Via Pagello 2 Incrocio Via Feltre   
    (0043#_###_111P) Belluno - Via Feltre   
    (0043#_###_112#) Belluno - Via Cavour   
    (0043#_###_112P) Belluno - Piazza Duomo   
    (0043#_###_112S) Belluno - Piazza Duomo, 2   
    (0043#_###_113#) Belluno - Ponte Torrente Ardo   
    (0043#_###_114#) Belluno - V.Le Vittorio Veneto 155   
    (0043#_###_114P) Belluno - Piazza Alessandro De Luca   
    (0043#_###_115#) Vaneggia - S.S.50 Km 5,180 - Via V. Veneto N°292   
    (0043#_###_116#) S.S.50 Km 4,020 - Via Tizano Vecellio 86   
    (0043#_###_117#) S.S.50 Km 2,900 - Safforze   
    (0043#_###_118#) S.S.50 Km 2,240   
    (0043#_###_118P) S.S.50 Km 1,530 - Le Andreane   
    (0043#_###_105#) S. Fermo - S.S.50 Km 14,850   
    (0043#_###_105P) S. Fermo - S.S.50 Km 14,570   
    (0043#_###_106#) La Costa - Via Boscone 371   
    (023705) Belluno - Piazza Alessandro De Luca   
    (023704) S.Fermo - S.S.50 Km 14,570
I capisaldi, sono riferimenti altimetrici distanti tra loro circa 1 km l'uno dall'altro. L'IGM (Istituto Geografico Militare) nato nel 1861 dopo l'unità d'Italia, fa parte del sistema militare italiano che si occupa di cartografie. 

Rappresentazione cartografica fatta dall'I.G.M. per P.zza De Luca

Fanno parte dei 13.000 punti geodetici segnati nell'attuale rete viaria italiana. Sono in progetto, da parte del Servizio Geodetico dell'Istituto Geografico Militare, un aumento di capisaldi sino a 20.000. Prima dell'unità d'Italia, la rappresentazione del territorio non era certo omogenea. Si usavano metodi ed evidenze discordanti: alcuni erano geometrici, altri descrittivi, qualcuno mancava di triangolazioni, di misurazioni, di scale e le basi erano diverse.
La rappresentazione del territorio, dopo l'unità d'Italia, si organizza come "catasto" al fine di equiparare le imposte.
Nelle province di Belluno, Bolzano e Trento, diversamente da altri parti d'Italia, nello stesso periodo, era in vigore il cosiddetto "catasto tavolare".
Attualmente, il "catasto" viene gestito dall'Agenzia del Territorio e dai comuni che hanno scelto di esercitare le funzioni catastali loro attribuite da apposite convenzioni.