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domenica 26 novembre 2017

La via dell'autonomia...


VIVA SAPPADA !

La vicenda di Sappada, che da Comune appartenente alla regione Veneto passa con il Friuli Venezia Giulia, potrebbe essere un precedente che può innescare un processo di riorganizzazione territoriale assai complesso, e dunque difficile da gestire, in una Italia che ha ben altre difficoltà da affrontare e superare. Attenzione però, a non dimenticare il fermo principio dello Stato unitario sancito dall'art. 5 della Costituzione, la cui impronta non è e non può essere negoziabile.


Per restare all'evento locale, preliminarmente trovo che il programmato incontro in casa bellunese, si presenta con un linguaggio non consono ad un partito non certo “populista”. Persino i termini virgolettati di fuso hanno uno stilema che non appartiene alla sinistra. L'interrogativo: “Provincia di Belluno: Una polveriera pronta ad esplodere?” poi, appare persino un eccesso nel richiamare a raccolta quella Comunità che forse, alla fine si è sentita tradita da un gioco delle parti. Una contesa che ha fatto una qualche confusione tra due distinte funzioni come autonomia e decentramento che possono essere esercitate dai territori.

Non dimentichiamo che lo spirito secessionista che aleggia sul Veneto, è sempre presente e può avere spinto anche gli animi di chi, per appartenenza partitica, faceva argine ma in fondo condivideva lo scisma vagheggiato per anni, da un egoismo quasi tribale mai tramontato. Lo spartiacque tra l'affidamento delle decisioni legislative dello Stato alla P. A. locale e la potestà legislativa di alcune materie che si sposta nel potere locale è molto sottile, e per questo si è creato un facile terreno per un sentimento su cui ha avuto gioco l'equivoco. Ma è bene dirselo, la vera differenza che ha scaldato l'anima dei “traslocatori” possiamo ascriverla alle aspettative economiche del Comune di Sappada e della regione Friuli Venezia Giulia. Più che un matrimonio di amore, bisogna riconoscerlo, sembra essere stato un matrimonio di interesse. Si aspettano entrambi più risorse economiche. Ma a danno di chi?


Evviva la solidarietà nazionale e la sussidiarietà!

Giuseppe Cancemi