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domenica 27 aprile 2014

Risorse economiche, pubblicità negli ospedali e SALUTE


RIFORMA STRUTTURALE E PUBBLICITÀ NEGLI OSPEDALI

Per le Unità Sanitarie Locali le risorse economiche si fanno sempre più scarse come conseguenza di un trend, nell'assegnazione dei finanziamenti, già da tempo negativo. L'Ulss di Belluno già qualche tempo fa, avendo operato con sempre minori disponibilità finanziarie, ha dato un suo segnale. L'auto blu del direttore per prima è stata messa in vendita e, di recente, ha iniziato a razionalizzare l'uso dei suoi immobili e dei spending review. Tutti gli Enti territoriali hanno cominciato a escogitare qualcosa per fronteggiare il contrasto tra il crescere delle esigenze dei servizi locali e il diminuire delle risorse. La grande Milano, per esempio, per arginare la tendenza dei finanziamenti sempre più scarsi, negli Istituti Clinici di Perfezionamento e nelle Aziende Ospedaliere ha cominciato a fare “cassa” dando corso ad un affido pubblicitario che propaganderà all'interno delle strutture ospedaliere determinati prodotti in commercio. La novità si muove secondo l'ambito di un progetto denominato “Partner Sanità”, in via di sviluppo, che è presente in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna.
relativi servizi avendo, penso, come obiettivo il mantenimento inalterato del presidio sanitario locale. Dalla diffusa scarsità di risorse economiche ne consegue una necessaria razionalizzazione delle spese con tagli e trasferimenti, che si va diffondendo.Insomma, va emergendo una revisione della spesa pubblica in tutt'Italia che, come sappiamo, prende il nome anglosassone di


Gli eventi appena accennati di ridimensionamento delle strutture a presidio della salute e la nuova opportunità di integrare le risorse economiche di gestione sono prossimi e pongono alcuni legittimi quesiti: siamo sicuri che la razionalizzazione strutturale non inciderà sul mantenimento degli standard finora assicurati? Come pensa di attrezzarsi l'Ulss bellunese per affrontare, eventualmente, la pubblicità nelle strutture sanitarie che va diffondendosi? E nel caso di ipotizzabili concessioni, si prevede una qualche “Commissione etica” o altro “filtro” allo scopo di vagliare quale propaganda consentire?
Gli interrogativi che sono stati posti, trovano ragion d'essere per un legittimo timore sul mantenimento della qualità dei servizi erogati dall'Ulss e sulla probabile nuova apertura agli spazi pubblicitari che, se non governata, rischia di invadere luoghi solitamente tranquilli e finora quasi protetti da irruzioni reclamistiche visive/auditive fine a se stesse.
La volontà di acquisire risorse per migliorare/mantenere gli standard di una buona sanità con questa tendenza, sicuramente inarrestabile, ci auguriamo, che non faccia perdere di vista la delicatezza dell'ambiente sanitario.
I pazienti, i relativi familiari e comunque ogni altra persona presente nelle strutture sanitarie, non si trova lì per caso e non si trova in uno stato d'animo capace di sopportare le varie forme subdole o scoperte di messaggi ingannevoli di cui la pubblicità non è immune. Dunque, ogni introduzione di pubblicizzazione, se con fini informativi e scevra da ogni carattere illusorio opportunamente filtrata, se non invasiva, potrebbe essere accolta ma sempre con relativa prudenza.
La nuova maniera di promuovere i vari prodotti commerciali, all'interno delle strutture sanitarie, non potrà comunque, e non dovrà, sottrarsi ad una scelta strategica pubblicitaria, nel rispetto che la sensibilità delle presenze in quei luoghi impone.

Giuseppe Cancemi

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#belluno 
#salute
#pubblicità

sabato 26 aprile 2014

Belluno. Energia e sostenibilità


ELETTRODOTTO TERNA: QUALE OPZIONE?

La diatriba sull'elettrodotto TERNA, tiene accesa, tra maggioranza e opposizione in Comune a Belluno, una discussione senza fine. Si disquisisce intorno al progetto ma non si riesce a decidere.  Allora, forse, cercare di fare il punto in sintesi sull'oggetto del contendere, può essere utile.La prima cosa da chiedersi dovrebbe essere: a che cosa serve un nuovo elettrodotto se i nuovi orientamenti sulla sostenibilità spingono verso un'energia rinnovabile? L'Italia per insolazione, rispetto al Nord Europa e per lo sviluppo delle tecnologie che diventano più efficienti, via via meno costose e meno ingombranti, ha le carte in regola per sviluppare un progetto energetico e industriale di avanguardia.  La risposta prima non è dunque di esclusività locale. Secondariamente, se l'elettrodotto deve essere realizzato per un ammodernamento delle linee o a scopo manutentivo o di economicità nel trasporto o di sicurezza, bisogna fare un ragionamento sulla contestuale sostenibilità. Intendendo per sostenibilità una nuova maggiore protezione verso le persone e l'ambiente naturale escludendo o riducendo al minimo le radiazioni elettromagnetiche e minimizzando l'impatto paesaggistico. Non escludendo tra le opzioni di intervento anche l'opzione zero.
Le scuole di pensiero che dividono gli esperti di trasporto elettrico – tra corrente continua o alternata – non appassionano affatto gli utenti del servizio energetico.  Interessano invece, per l'impatto i tralicci ove inevitabili e gli interramenti delle linee per l'esposizione all'inquinamento.  Ai cittadini tutti, di Belluno e del territorio attraversato spetta dunque il diritto di essere informati minuziosamente e soprattutto ascoltati. 


 Giuseppe Cancemi




Belluno 11/2/2018

ADDENDUM


Per un minimo di informazioni, perché non sia il solito NIMBY. In poche parole il problema della linea elettrica TERNA in terra bellunese.

La situazione attuale:
Esiste una linea obsoleta per usura, per invasività dei territori e per potenziale elettrico insufficiente.
Di provato e riconosciuto impatto ambientale


LA LINEA TERNA IN VIA DI REALIZZAZIONE E/O DA REALIZZARE...

A – Se aerea, facilità di dispersione termica che assicura maggiormente dai guasti una tratta e complessivamente meno costosa e con meno costi di gestione.
Maggiore impatto ambientale ed esposizione alle radiazioni non ionizzanti.

B – Se interrata si hanno maggiori probabilità di guasti, maggiori costi anche per una doppia linea di servizio per i blackout.
Minore impatto ambientale e di radiazioni ma forse più invasività per i territori

Giuseppe Cancemi

Necessità di cambiare per un nuovo disegno (concettuale) di città


Caltanissetta punto e a capo

Caltanissetta punto e a capo. Indubbiamente c’è tanta strada da percorrere, ancora, affinché si inverta definitivamente la tendenza che, dagli anni Cinquanta ad oggi, ha fatto e continua a fare della nostra città, della nostra Caltanissetta, un “bene” disponibile per facili arricchimenti privati e si riaffermi una coscienza del bene comune. Ma noi siamo convinti che questo cambiamento sia possibile in quanto fortemente sperato, voluto da un numero sempre crescente di cittadini che si organizzano in gruppi, comitati, associazioni, persino partiti. Insomma, le città, la città quale bene “in comune”. Un insieme di spazi, edifici e risorse condivise, a vantaggio di tutti. Un sistema urbano che risponda ai bisogni abitativi primari e alle diverse esigenze sociali, economiche, culturali ed estetiche di chi lo abita. Una “civitas” che genera qualità della vita, felicità di appartenenza ad una specifica comunità.
La qualità di una città è certamente la qualità degli spazi domestici (le case, gli edifici condominiali), ma anche la qualità di strade, di marciapiedi, di piazze, di giardini, di palazzi pubblici, di alberi, di aiuole, di statue, dell’acqua che arriva ai rubinetti, dell’aria che si respira, di tutto ciò che costituisce il fondamento dello stare insieme. Vivere in una collettività non può prescindere da attenzione e cura nei confronti di ciò che è patrimonio, valore condiviso. Occorre pertanto che tutti se ne prendano carico, cittadini e amministratori, con la stessa attenzione con cui ci si dedica alle proprietà personali: cioè tenendo pulito e in buon ordine, mantenendo, restaurando, ristrutturando, modificando e innovando; gestendo bene le risorse economiche a disposizione, rendendo produttivo ciò che ci appartiene, ciò che lasceremo ad altri.
Per realizzare questo cambiamento occorrono persone competenti, motivate, determinate. Occorre sviluppare e applicare modelli nuovi. Una città quale bene comune richiede una “visione nuova”, quella che gran parte del pensiero contemporaneo (ecologico, sistemico, organicistico, olistico) auspica, promuove. Viviamo in una tale stretta interdipendenza tra persone, cose, spazi, risorse, ambienti, che risulta inconcepibile qualsiasi idea di separazione tra tutti i sistemi a cui apparteniamo, non ultimo la città. Il nostro benessere personale, la nostra sopravvivenza è fortemente legata al benessere del territorio in cui abitiamo. In definitiva, la città nel suo complesso, non è “altro” da noi. Per questo sono necessarie responsabilità e azione, partecipazione collettiva, regole da rispettare e da far rispettare, competenza, progettualità.
Termini quali unitarietà, organicità, relazione, parte-tutto, diversità, comunità, partecipazione, rete, responsabilità, sono gli stessi su cui si fondano le più interessanti ricerche sullo spazio urbano contemporaneo del nuovo organicismo, dell’urbanistica integrale, dell’architettura sostenibile. Insomma, affinché avvenga una efficace, autentica trasformazione urbanistica e architettonica, è necessario questo cambiamento, certamente etico ma dalle fortissime implicazioni sul nuovo disegno della città. Saremo finalmente in grado di realizzare tutto questo?


Leandro Janni
Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia