Aggiungi...


Condividi questo articolo

mercoledì 4 novembre 2020

CAVARZANO frazione di Belluno

 

Urbanistica indecisa

Facciamocene una ragione, l’area di Cavarzano è rimasta un luogo urbano irrealizzato e i vari tentativi negli anni, di agire secondo uno sviluppo urbano pianificato, sono falliti.

Da un secolo fa e fino ai giorni nostri, l’area, è stata sempre attenzionata da un Piano Regolatore di espansione. Il più antico ha iniziato ispirandosi alla “città giardino” di Howard, come nucleo abitativo autosufficiente, in mezzo al verde. La borghesia dei primi del Novecento, con la “Società dei Villini Cavarzano” ne è stata promotrice. Seguendo quest’impronta, altri due tentativi eufemisticamente detti di sviluppo, hanno continuato ed essere solo espansioni edilizie. Un ulteriore Piano Regolatore di Alpago Novello, noto architetto di quell’epoca, confermava l’area Cavarzano, come area di ispirazione borghese e attribuiva a Baldenich, altra area di espansione, uno spazio dedito alle costruzioni proletarie. Qui lo sviluppo lineare non è casuale. Nasce, dalla viabilità esistente di penetrazione da via Vittorio Veneto alla città storica.

Due scelte da manuale per fare “giustizia” alla rendita di posizione dei terreni del luogo, nelle due diverse pertinenze complementari nell’espansione. Facilità di lottizzazione e urbanizzazione primaria a buon prezzo, sono il risultato di tale scelta duale, delle varie amministrazioni di quell’epoca.

La successione di altri piani, procedendo secondo alcuni passaggi urbanistici, in qualche modo ha continuato ad insistere sull’idea di una residenza autonoma per strutture e relativi servizi.



Nonostante tutto però, quell’area è sempre rimasta una frazione utilizzata per ampliamenti della città di Belluno, senza una logica ricucitiva e infrastrutturale, finalizzata all’armonizzazione del sistema città. Sintetizzando, si può ancora dire che l’area Cavarzano ad oggi, non è la “città giardino” a cui la borghesia dei primi del Novecento voleva associare il suo sviluppo. Non è neanche quella pensata dall’architetto Alpago Novello, rimasta in corso d’opera. E neanche le tante varianti, compreso il prg approvato Masterplan (2012), che parla di “città sostenibile a misura d’uomo

Tutto quello che resta è una frazione non integrata con la città storica con tante idee “cartacee” o progetti se volete, di sviluppo ondivago.

Allo stato in cui siamo, oggi possiamo dire che Belluno è una città eclettica. Scientemente o casualmente ha sperimentato con alcuni dei suoi ampliamenti, alcune canoniche forme di organizzare la città. Baldenich con la sua distribuzione edilizia lungo la via Vittorio Veneto che ricorda le città lineari. Cavarzano, area di tipo satellitare, con la sua distribuzione in isolati ortogonali, conferma la sua crescita per lotti di ampliamento edilizio e originaria ambizione di centro autonomo.

Ma l’edilizia contornata da verde e tanta aspirazione borghese, col trascorrere del tempo, ha dovuto condividere il suo spazio, che voleva essere aristocratico, con un’edilizia economica dai connotati più “popolari”.

Il Masterplan infine tre le tante varianti succedutesi, arriva come ultimo della serie che fa crescere la frazione in volume edilizio, ma che comunque in termini moderni si pone per obiettivo sostenibile: un quartiere a misura d’uomo. In effetti la realizzazione di un insieme di scuole di vario grado vengono realizzate.

Ma la saga di Cavarzano non finisce qua!

Sorpresa delle sorprese, un noto dibattito promosso dal P.A.T. in questi ultimi giorni ha, tra l’altro, risvegliato un interesse di strada che rivoluzionerebbe la circolazione di un quartiere. Un’area, nei cui dintorni vi sono scuole che spaziano dall’infanzia all’adolescenza, fatta di strade con prevalente mobilità pedonale e ciclabile. Il baratto, riguarda un breve tratto di progettata pista ciclopedonale con altra strada, questa motoristica, decisa in un precedente PRG ma abbandonata da tempo.

Per quest’ultima l’Amministrazione Comunale in carica sembrerebbe mostrarsi possibilista.

La costruzione di un tratto di strada che canalizza un traffico motoristico che ora non c’è, in una quieta area che ambisce rimanere prevalentemente pedonabile, al di là di tutto, appare una scelta politica difficile da comprendere.

L’area di Cavarzano, avendo scelto a suo tempo una sua autonomia sia pure oggi incompiuta, ha realizzato comunque, proprio in quei luoghi un polo scolastico tendenzialmente, a misura d’uomo. I vari plessi che lo compongono, secondo gli ordini di scuola, sono stati collocati con il criterio delle distanze colmabili a piedi (isocrone).

Quelle preesistenze, va ricordato, appartengono ai principi della sostenibilità ma anche agli orientamenti green che l’Europa ha sposato, impegnando ingenti risorse economiche.

I tempi delle città che rincorrono la motorizzazione, in tutta Europa appartengono al passato. Si punta sempre più ad una mobilità su mezzi pubblici e, in situazioni come quella nostra, ad includere tutti gli spazi adiacenti a scuole per l’infanzia, elementari e medie nelle zone 30 (vedi P.U.T.).

La logistica dei trasporti è cambiata con e-commerce, gli scambi intermodali e i percorsi ottimizzati. Un ritorno alla scelta stradale di PRG datato, appare più che mai obsoleta perché nel frattempo a Belluno si sono modificati i trasporti, gli spostamenti e le necessità della Comunità locale.

Giuseppe Cancemi