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giovedì 27 ottobre 2011

PESSIMO ESEMPIO!

A proposito di pensioni ...


Bisogna alzare l’età pensionabile? E cominciare da questi  ? (ecco i parlamentari che a 47 anni prendono 8mila euro al mese)
Allungare l’età pensionabile? Forse è inevitabile. Però prima bisognerebbe allungare l’età pensionabile dei parlamentari. A questo proposito  ancora nel 2008 abbiamo avuto:
  • Un parlamentare (Antonio Martusciello) che ha avuto la pensione all’età di 46 anni (7959  euro; vi ha rinunciato nel settembre 2010 per lo stipendio da commissario Agcom pari a 33.177 euro al mese)
  • Un parlamentare (Rino Piscitelli) che ha avuto la pensione all’età di 47 anni (7959 euro)
  • Un parlamentare (Alfonso Pecoraro Scanio) che ha avuto la pensione all’età di 49 anni (8836 euro);
  • Altri quattro deputati che hanno avuto la pensione a 50 anni (fra cui l’ex segretario Prc Franco Giordano cui vanno 6203 euro al mese)
  • Ben 15 deputati che hanno avuto la pensione sotto i 60 anni (fra cui Oliviero Diliberto e Enrico Boselli che l’hanno avuta a 51 anni).
  •    Una dozzina di senatori che hanno avuto la pensione sotto i 60 anni fra cui Willer Bordon, quello che andava in giro dicendo di voler uscire dalla casta (ha preso un assegno di 9604 euro a 59 anni: un bel modo per uscire dalla casta…) e il leghista Dario Galli (51 anni) che poi è diventato presidente della provincia di Varese cumulando i due redditi (unica noia: lo stipendio da presidente della Provincia, sommandosi al vitalizio da parlamentare ha subito una leggera decurtazione passando da 6500 a 4800 euro al mese. In compenso Dario Galli è entrato anche nel consiglio d’amministrazione di Finmeccanica…)

 

Il magna magna di Bankitalia (che chiede rigore e manda i manager in pensione a 40 anni…)

Aperitivi assortiti, poi medaglioni di aragosta, salmone affumicato in salsa vinaigrette, fiori di zucchina ripiena, insolata di mele e noci, riso orientale in salsa di curry, savarin di tagliolini alle tre carni, spigola alle mandorle, filetti di cerniola allo zafferano, orata al forno, filetto di manzo alle bacche di ginepro, faraona farcito, sauvignon, dolcetto poderi einaudi, spumante metodo classico: ma chi l’ha detto che solo in Parlamento è un magna magna? Questo è il luculliano menù previsto per un pranzo di rappresentanza a BanKitalia. Nel tempio del rigore italiano non si risparmia di certo sul cibo: come ha rivelato Franco Bechis su Libero ci sono volute 87 pagine per descrivere le qualità dei profdotti che possono arrivare sulle tavole di via Nazionale. I guru dell’istituto non smettono di ric ordare agli italiani che devono tirare la cinghia, si capisce. Loro invece la cinghia saranno costretti ad allagarla, evidentemente, per far posto a tutto questo benididdio. E dopo il pasto, s’intende, alcolici e sigari gratis. A volontà.
Vale la pena ricordare che in Banca d’Italia sono sempre state applicate con assai meno rigore le regole ferree che invece vengono richieste per tutti gli italiani. Tanto è vero che gli stipendi aumentano e nel 2011 ci sono già 56 baby pensionati. La storia dell’istituto, come sa chi ha letto Sanguisughe, del resto è ricca di manager dell’Istituto con pensioni d’oro: da Rainer Masera, andato in pensione a44 anni (oggi ne ha 66 e prende 18mila euro al mese) a Mario Sarcinelli (andato in pensione a 49 anni, oggi ne ha 77 e prende 15mila euro al mese). Tutti naturalmente, una volta ottenuto il ricco vitalizio con tutte le sue clausole d’oro, hanno continuato ad esercitare ogni tipo di attività, pubblica e privata, cumulando redditi, alla faccia del rigore professato dall’istituto. E se volessimo proprio essere precisi fino in fondo potremmo ricordaere che anche il governatore Mario Draghi gode, oltre al suo legittimo  stipendio ma anche di una pensione (14mila euro al mese, maturata quando aveva 59 anni…)

SENZA VERGOGNA: i magnifici 6 deputati che vogliono prendere insieme (INSIEME!) l’indennità da deputati e la pensione da ex deputati

Senza vergogna, davvero senza vergogna. Sentite la storia dei magnifici 6 che vogliono incassare l’indennità da deputato e insieme (ripeto: insieme) la pensione da  ex deputato.
Come raccontato in “Sanguisughe” 13 parlamentari siciliani superfortunati erano riusciti per alcuni mesi nella straordinaria impresa:  oltre alla ricca indennità  di Montecitorio e Palazzo Madama, incassavano  anche la pensione da ex deputati della Sicilia. Una norma speciale della Regione Sicilia consentiva l’assurdo cumulo: la pensione da ex deputato regionale si poteva sommare con l’indennità da deputato nazionale.
Lo scandalo è continuato fino al gennaio 2011 quando con un intervento al minimo sindacale di buon senso il folle privilegio è stato cancellato:  o uno è deputato o è ex deputato, le due cose insieme sono piuttosto incompatibili. Non vi pare?
Sembrerebbe  normale. Ma che cosa succede? Che i senza vergogna non si arrendono, non si arrendono mai. E così; 6 dei 13 parlamentari siciliani hanno presentato ricorso alla Corte dei Conti per riavere la doppia indennità. Proprio così: in un momento in cui a tutti gli italiani vengono chiesti sacrifici, i magnifici 6 che cosa chiedono? Non solo di mantenere l’indennità da parlamentare ma di avere insieme (ripeto: insieme) anche quella da ex parlamentare. Una mossa indegna. Senza vergogna, appunto. Senza pudore.
I 6 meritano di essere citati per nome e cognome: sono Calogero Mannino del gruppo misto, Giuseppe Firrarello (Pdl), Vladimiro Crisafulli (Pd), Salvo Fleres (Forza Sud), Sebastiano Burgaretta (Pdl) e Alessandro Pagano (Pdl). Da notare che alcuni di loro hanno un’età piuttosto giovani per prendere la pensione: Fleres ha 55 anni, Pagano addirittura appena 52. Come si fa a 52 anni a pretendere di avere oltre al la ricca indennità da parlamentare anche il vitalizio da ex deputato regionale?
“I diritti acquisiti non si toccano”, dichiarano loro con il solito ritornello. E a ma viene la solita domanda: ma quello di prendere una doppia indennità (pensione da ex deputato e indennità da deputato) è davvero un diritto acquisito? O è un privilegio acquisito? Uno scandalo acquisito? I diritti acquisiti, è vero, non si toccano. Gli scandali, invece, noi li vorremmo abbattere. E ci indignano da morire quelli che invece li rivendicano con orgoglio. Come questi magnifici 6….

E Giuliano Amato (31mila euro al mese di pensione) dice che gli italiani “hanno avuto troppa Sardegna” (cioè se la sono goduta troppo). Ma lui un po’ di pudore non ce l’ha?

Giuliano Amato dal meeting di Rimini prende per i fondelli gli italiani dicendo che in questi anni hanno avuto “troppa Sardegna” . Ora, a parte l’offesa gratuita alla meravigliosa isola che non è solo Billionaire e yacht di Porto Cervo, ma una terra straordinaria, di gente tosta e perbene, a parte questo dicevo: ma come si permette, il pensionato d’oro Amato? Gli italiani in questi anni, altro che troppa Sardegna: hanno faticato e sudato, hanno lavorato e tirato la cinghia, anche per gli errori politici commessi negli anni Ottanta da que lla classe politica di cui Amato (socialista craxiano prima di tradire Craxi) ha fatto parte, godendone da sempre benefit, maxi stipendi e onori.  Vale la pena ricordarlo ancora: lui, l’uomo che ha tagliato le pensioni degli italiani, oggi vive con una doppia pensione d’oro da 31mila euro al mese (9mila come ex parlamentare, 22mila dall’Inpdap).  Non solo non ha idea di che cosa sia la Sardegna: non ha neanche idea di che cosa sia il pudore..

“Giuliano Amato, lei è disposto a ridursi la pensione d’oro?”. E lui: “Non capisco la domanda…”

 E’  disposto a ridursi la pensione d’oro? “Non capisco la domanda”. Ha risposto così Giuliano Amato a Lilli Gruber che l’ha intervistato a Otto e mezzo. La conduttrice aveva promesso di dedicare questa nuova serie, che iniziava proprio ieri sera, ai volti nuovi della politica. Sarà per questo che il primo ad essere invitato è stato uno che fa politica da quarant’anni?  
Trasmissione piuttosto noiosa, per la verità. Ma, dopo oltre mezz’ora di soliloquio in perfetta solitudine (alla faccia del dibattito), al Dottor Sottile finalmente è stata posta la domanda clou. Quella, cioè, sulla sua pensione d’oro. E lui è stato costretto ad ammettere: “E’ vero che ho la pensione alta”, ha detto, confermando le cifre rivelate da Sanguisughe.
Amato, lo ricordiamo, prende 9mila euro come vitalizio parlamentare e 22 mila euro lordi come pensione Inpdap da ex professore universitario (totale 31mila euro al mese).  Ma com’è possibile che un ex professore universitario prenda una pensione così alta? Anche questo è stato raccontato dettagliatamente da Sanguisughe. E Amato in tv è stato costretto ad ammettere: “Questo assegno così alto mi viene dal fatto che ho passato gli ultimi anni della mia carriera all’Antitrust i cui componenti avevano trattamento della Corte Costituzionale”.
Capito? L’ex presidente del Consiglio, che era in aspettativa dall’Università da anni, ha aspettato ad andare in pensione quand’era all’Antitrust con il maxi-stipendio da giudice della Corte Costituzionale e la certezza (garantita da una sentenza del Consiglio di Stato) che quel maxi-stipendio potesse essere considerato ai fini contributivi. Ottenuto la conferma, ha chiesto il ricongiungimento e, olpà, maxi pensione garantita per il resto della vita.
Ora il Dottor Sottile, con i suoi 31mila euro di pensione al mese (più gettone da senior advisor alla Deutsche Bank) va in giro a chiedere con insistenza sacrifici agli italiani. Bel coraggio, no? E dunque, correttamente, la Gruber gli ha posto la domandarne finale: “Sarebbe d isposto a ridursi la sua pensione d’oro?”.  “Non capisco la domanda”, ha risposto Amato. E la trasmissione è finita. 

venerdì 14 ottobre 2011

Riqualificazione urbana


 Piazza dei Martiri
 

Piazza dei Martiri a Belluno,  principale spazio di aggregazione sociale cittadino, usata abbondantemente per feste e sagre di vario genere, ora l’Amministrazione attiva si propone di rinnovarla con un progetto scelto tra la moltitudine di proposte presentate in un concorso di idee. Tutto appare ineccepibile nel progetto che ha vinto, se la committenza si è espressa per un rinnovo senza vincoli riconducibili ai principi della conservazione. Diversamente,  forse, un restauro rimane l’intervento più consono  per una piazza che è segnata nella stessa toponomastica come luogo della memoria.
L’idea della conservazione che sembra la più semplice e meno impegnativa, perché innata nella natura umana, nel caso di scelte come la nostra, rimane invece la vera sfida. Innovare  nello spirito della sostenibilità comporta fare i conti con il contesto economico e funzionale, e non senza una responsabilità relativa verso le future generazioni.
La preesistente scelta urbanizzativa di Piazza dei Martiri, è un pregevole esempio che merita di essere conservato per vari motivi. Nell’intrinseco, sintetizza un rapporto simbiotico dell’insediamento umano con l’ambiente dolomitico. Evidenzia, una equilibrata relazione del verde (oasi ricreativa, di sosta e riposo) con la più classica antropizzazione. La nuova qualità (riqualificazione) della Piazza proposta dal pubblicizzato progetto vincitore del concorso di idee, cambia la visione d’insieme che conosce la comunità bellunese da oltre cinquant’anni, altera l’equilibrio del naturale assorbimento delle acque piovane attraverso le attuali aiuole e lo scambio anidride carbonica/ossigeno, limita il refrigerio termico offerto dalle piante, cambia la luce riflessa per una diversa pavimentazione, mette in forse il mantenimento di alcune piante monumentali. Anche il semplice togliere dell’illuminazione che traccia il percorso del “liston”, è stato detto da altri ma lo faccio anche mio, e un’alterazione che aliena la memoria storica. Tutti elementi in contrasto con la riqualificazione che richiede efficienza, equilibrio, fattibilità. In una sola parola: sostenibilità.

In presenza di un (luogo) bene urbanistico qual è la Piazza del Martiri il metodo del restauro è l’unico per una riqualifica degna di tale nome. Con il restauro le risposte alle istanze (estetica e storica) del bene sono assicurate. La conservazione che ne consegue sarà garanzia sia per le generazioni attuali che per quelle future.
Serve infine ricordare, che un limite alla proposta progettuale testé discussa viene anche dalla semplice normativa in materia di beni culturali. Piazza dei Martiri per gli effetti della Costituzione e del D.L. n.42/2004 è e rimane tutelata, e a tal proposito sarebbe auspicabile che la Soprintendenza ai BB. CC. e AA. si occupasse di tale tutela.