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giovedì 25 maggio 2023

Belluno e l'eliminazione delle piante spontanee



A proposito dell'uso degli erbicidi chimici, per il decoro del verde urbano e cimiteriale

Premesso che l'intervento per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari in agricoltura, per la sua grande importanza, a Belluno ha un suo regolamento che risale al 2016 aggiornato nel 2019. Il ritocco di qualche giorno fa che intende modificarlo, con la recente approvazione, è in controtendenza con quello che si muove in Italia, in Europa e nel mondo.

Oggi, tra i diserbanti più utilizzati nelle coltivazioni di tutto il mondo, si sappia, il glifosato è la materia prima degli erbicidi. È un prodotto sintetico ottenuto nel 1960, presente in più di 750 prodotti differenti e se ne produce intorno alle 700.000 tonnellate.

Il commercio di questo componente chimico della Monsanto americana, acquistato successivamente dalla Bayer, viene sospettato di essere cancerogeno dall'Agenzia per la Ricerca sul Cancro, molto vicina all’Organizzazione Mondiale della Sanità,  che lo ha inserito in elenco del gruppo: “sostanze e fattori di rischio”.

Bisogna anche sapere che è attualmente sospeso in Europa dal 15 dicembre 2022. In Italia, è vietato nelle aree frequentate dalla popolazione quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, nonché aree gioco per bambini, cortili e verde interno in complessi scolastici e strutture sanitarie.

La Regione Veneto, qualche mese fa (febbraio 2023) ha emanato nuove Linee Tecniche di Difesa Integrata di vari prodotti agricoli, allo scopo di rivedere meglio il controllo dei vari infestanti.

Del glifosato, anche in Europa esiste un giudizio sospeso a seguito di una valutazione sulla sua sicurezza, nelle prove scientifiche sugli effetti, da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

L'annuncio sui quotidiani cittadini, apparentemente innocuo, dell'uso di un vago diserbante chimico fatto passare nei giorni scorsi, all'insegna di un decoro del verde pubblico e cimiteriale, potrebbe andare bene, ma bisogna essere sicuri. Molti diserbanti però, con nome diverso, usano il discusso glifosato, e questo come minimo imporrebbe una ulteriore attenzione e cautela.

I risultati, di una chimica “non amica” per l'uomo, possono manifestarsi in tempi anche lontani. Le decisioni, di casi come il nostro assai problematici, si sappia, possono richiamare responsabilità anche oltre i tempi di un mandato.

Prudenza dunque, consiglierebbe allora, di conoscere meglio come stanno le cose. Intanto, nell'attesa che si chiariscano i motivi dei vari divieti o rinvii, si mantengano le modalità di diserbo preesistenti, che significa con mezzi meccanici e/o a mano. E magari nel prosieguo, intervenendo con cronoprogrammi e non all'occorrenza, dopo lunghi tempi di abbandono come si è già visto. Si metta in conto una studiata “manutenzione programmata” puntuale, prevista dal bilancio, come si spera venga fatto anche per altri servizi.

Giuseppe Cancemi

sabato 13 maggio 2023

Urbanistica tattica a BL


 

FONTANA DI PIAZZA DEI MARTIRI

Piazzale del Nevegal, piazza dei Martiri con verde urbano ritoccato e fontana rimodernata, sono stati di recente progetti/ interventi che si possono ascrivere alla, relativamente moderna, urbanistica “tattica”.

Con quest'ultimo modo di definire i nuovi interventi fatti in città, passa l'approccio che con poche risorse (si fa per dire) si rimodellano e riattrezzano piazze, spazi e slarghi per un utilizzo nuovo e diverso dall'originario. Di solito, questa operazione come principio, serve per migliorare la pedonalizzazione o comunque la vivibilità dell'area “ritoccata”.

A Belluno, dopo il Nevegal, il cui progetto momentaneamente sembra essere stato archiviato, si è avuta in piazza dei Martiri una manutenzione del verde, con l'abbattimento (per sicurezza) di alcuni maturi alberi, sostituiti da alberelli, e si è anche proceduto al rinnovo della fontana.

Interventi apprezzati, ma non senza, qualche perplessità di alcuni cittadini.

La fontana per ultima, restituita alcuni giorni fa (il 4 maggio per essere esatti) alla fruizione dei cittadini dopo i lavori fatti, con l'annuncio di stampa: "Più bella, più sicura e più green", è stata maggiormente attenzionata per ciò che prometteva.

Le aspettative annunciate: luci multicolore, zampillamenti vari e se si vuole, anche da accompagnamento con note musicali, nonché risparmio idrico attraverso la ricircuitazione sempre della stessa quantità d'acqua, sono subito apparse concrete nel giorno dell'inaugurazione. Una presentazione, senza alcun battage pubblicitario, quasi in sordina e stranamente all'improvviso.

Il giorno seguente però (5 Maggio), il ricordo dell'evento fontana è stato rinforzato, mnemonicamente, dal ricordo scolastico dell'omonima lirica di Manzoni.

Andando al sodo, il nesso tra alberi abbattuti e acqua risparmiata, per associazione di idee, dovrebbe richiamare alle nostre menti il motivo che ha mosso l'avvio di questi interventi. Non ci vuole molto per ricordare che ultimamente, crisi energetica e crisi idrica si sono acutizzate. Lo spegnimento delle luci dopo una certa ora e l'utilizzo dell'acqua sotto controllo, sono state risposte recenti ad una emergenza oramai diventata endemica.

Una problematicità solo accennata per il nostro piccolo, ma che se immaginata a livello planetario, non è difficile pensare ad un anticipato tramonto della nostra era antropocenica.

Per capirsi, basti pensare al nostro Pianeta come ad una grande nave spaziale, dove, per similitudine con le navicelle micro create dall'uomo le risorse per la sopravvivenza a bordo, ci danno la misura di quello che è il limite inesorabile all'interno per spazi, persone e cose.

Rientrando nel nostro piccolo, all'urbanistica tattica di Belluno, nel quadro delle necessità che hanno fatto muovere gli interventi accennati, bisogna riconoscere che non si intravedono del tutto, le promesse attenzioni per un cambio di passo finalizzato alla riduzione del consumo energetico e al risparmio idrico.

Si può dire che il risparmio idrico va bene, anche se per una città come Belluno è poco. Altrettanto non si può dire per il risparmio energetico, tutto da vedere. La sostenibilità, nel complesso, è rimasta solo una parola.

Gli obiettivi degli interventi che coincidono con le promesse, sono quelli dell'abbellimento e della sicurezza.

A questo punto un qualche bilancio moderatamente ecologista andrebbe fatto per i precedenti motivi iniziali, che si presume abbiano deciso gli interventi per il riordino di detti luoghi storicamente già esistenti.

Per la manutenzione degli alberi del parco, il cui abbattimento di alcuni per motivi di sicurezza, ha forzatamente diminuito il presidio di preziose essenze per il carbon credit (CO2 non emessa o assorbita) vi è stato un rimpiazzo sì, ma minimo. Forse, poteva essere l'occasione per compensare il forte arretrato degli alberi eliminati in passato.

La fontana, ai fini di un bisogno generale dettato dalla carenza d'acqua, per le note difficoltà di approvvigionamento che annualmente si ripetono, con l'intervento di ricircuitazione di una stessa quantità acqua, ha sicuramente risposto alla richiesta necessità di risparmio idrico. Lo stesso non si può dire per il resto della complessiva modifica la quale, aggiungendo un ulteriore assorbimento di energia, richiesta da incremento di elettronica e di elettromeccanica (elettropompe), ha incrementato il consumo dell'energia elettrica.

Sicuramente il nuovo impianto avrà un suo appeal, ma il costo dell'acqua risparmiata e quello aumentato dal consumo elettrico, ai fini ecologici e a quelli economici, quali risultati daranno?

Può l'insieme dirsi sostenibile?

In pratica, si è quasi azzerato il costo del prezioso liquido, e questo va bene, ma si è moltiplicato il costo dell'energia elettrica che verrà consumata nel corso dell'anno per quell'abbellimento fatto da 13 getti, proiezione di luci e colori, musica sincronizzata con i getti e centralizzazione elettronica dei comandi. Per avere un'idea del consumo, basti pensare ai chilowattora delle varie elettropompe in funzione giorno e notte che modulano i getti dell'acqua, che non è certo quello di una sola misera elettropompa com'era prima.

Infine, non va dimenticato il potenziale uso della diffusione acustica che, se fatto con brani musicali moderni, deve fare i conti con i costi della SIAE.

Per concludere, un semplice conto come quello della serva, ci dice che si è azzerato il costo di un consumo idrico da “spreconi” ma si è aumentato quello energetico che non sembrerebbe dover costare certo meno di quello equivalente al costo dell'acqua precedentemente consumata. Per avere un'idea di ciò che si spende anche in consumo energetico in Kw/h ci darà una spesa economica ma in termini ecologici (quelli che più dovrebbero interessare tutti) l'elemento di confronto è il “carbon credit”, e di questo si sa che nel 2022 il prezzo era intorno a 90 euro per tonnellata di CO2 equivalente.

L'avere ridotto il consumo idrico da solo è un ottima cosa, ma non basta. L'obiettivo di contribuire attraverso un nuovo paradigma ambientale, atto a contrastare l'aumento del riscaldamento globale, le carestie idriche e quelle conseguenti alimentari, attraverso strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, coincide solo in minima parte con i cambiamenti voluti e che tali sembravano essere.

Si riconosca pure la novità estetica e la sicurezza ricercata, il lancio di un nuovo gadget, un “abbellimento”, qualcosa di attraente del parco di piazza dei Martiri in più ma, obiettivamente, non la sostenibilità.

Giuseppe Cancemi