Risorsa
ambientale da valorizzare utilizzandola al meglio
Il
ricovero per la fauna selvatica di villa Zuppani a Sedico, tenuto in
vita da tempo dalla Provincia, chiude. La notizia passa quasi
inosservata, in sordina. Persino la sensibilità dell'associazionismo
ambientale presente a Belluno, non sembra avere colto questo segno di
poca attenzione a risorse ambientali preziose da conservare
attivamente come questa.
Verrebbe da
chiedersi: come mai?
La prospettiva di
centro didattico per l'ambiente da tempo ipotizzato, cui associare in un futuro l'attuale centro di recupero della fauna selvatica, da un punto di vista
formativo/educativo e non solo faunistico-ecologico, poteva e può
essere uno sbocco relativamente condivisibile ma sembra naufragare
per pochi spiccioli di bilancio.
L'obiettivo di dare
continuità alla struttura di questo “ospedale” per gli animali
selvatici smarriti, feriti, impauriti, anche se esteso ad altro uso
di tipo didattico, pur apprezzabile, rimane comunque assai riduttivo. La sua sorte incerta ne rende ancora più problematico il suo
mantenimento. Quasi una rinuncia ad una presiosa opportunità. Un'idea più articolata, potrebbe invece, ambire ad
altro utilizzo più prestigioso nonché redditizio. Va bene che esiste un
contenzioso sulla proprietà che forse ne limita la sua piena
disponibilità, ma la villa Zuppani ricca dei suoi 150 mila mq di
terreno, potenzialmente è in grado di produrre un suo reddito, fosse
anche solo per potere mantenere, semplicemente, la sua propria autonomia
economica senza incidere sulle casse della collettività. E' facile
immaginare che un tradizionale sfruttamento con mezzadria, forse, saprebbe ricavare un
utile controvalore per simile risorsa, finora, non sempre ricercato dal gestore pubblico nelle
proprietà condotte. Si parla tanto in termini economici di
spending review, di ecologia urbana e di responsabile uso
delle risorse invocando sostenibilità, biodiversità e simili
“parole d'ordine” per dire e dirci che dobbiamo spendere meglio,
riutilizzare e valorizzare ciò che già abbiamo. Ma ancora non ci
siamo. La recente timida tendenza di ritorno all'agricoltura e la
green economy,comunque, possono essere di aiuto per mettere a frutto le
energie rinnovabili e la riscoperta del suolo agrario nel primario
come elementi “amici” del lavoro umano.
Un concorso di idee
sull'uso produttivo della villa Zuppani non guasterebbe. Un simile bene economico locale, specie in tempi di economia
sempre più limitata nei mezzi, non può essere sottovalutato. A scopo
propositivo si suggeriscono alcune alternative d'uso. Si potrebbe, per esempio,
pensare di utilizzare la villa come luogo per: giardino botanico, fattoria
didattica, centro studi ambientali, produzione di piante officinali,
conservazione della biodiversità, banca del seme, coltivazione
biologica etc. etc.. Il tutto affiancato da scelte energetiche rinnovabili.
La tanto vituperata
politica, la locale specialmente, se vuole riscattarsi, riprendersi
il primato delle scelte territoriali utili alla Comunità
amministrata, non può far passare inosservata un'occasione di
riutilizzo redditizio della prestigiosa villa Zuppani. Sappiamo tutti che la
sfida che ci viene posta dallo sviluppo socio economico richiesto dai nostri tempi, deve essere affrontata a partire dalle risorse locali e attraverso processi innovativi, indirizzati verso una economia verde ecosostenibile.
Giuseppe Cancemi
Nessun commento:
Posta un commento