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martedì 23 agosto 2016

Il centro storico non si tocca. Anzi, va conservato nelle migliori condizioni!

Piccole furbizie per superare i dinieghi della Soprintendenza?


Tra le notizie di quest'estate, che appaiono sulla stampa di Belluno in questi giorni, alcune riguardano il centro storico, il cuore della città. Si riparla delle nuove edicole di via Vittorio Emanuele e di via Matteotti - eufemisticamente chiamandole "riqualificazione dei chioschi" - e della trasformazione delle "tendopoli" dei bar di piazza della Resistenza in recinti, paraventi, gabbiotti elegantemente chiamati: "dehors bar" e l'occupazione di suolo pubblico "plateatico". Queste notizie, chissà perché in tempo balneare, hanno entrambe il sapore che qualcosa non quadra. La Soprintendenza le osteggia, mentre il Comune invece si dichiara favorevole o non contrario.
Obiettivamente la Soprintendenza vuole evitare, che alcuni bar aumentino la loro volumetria in centro storico a spese dello spazio pubblico, con inopportune strutture che diventerebbero fisse anziché rimanere removibili. Non diversamente, appare l'occupazione con nuovi volumi delle edicole che, per esempio, potrebbero allocarsi in locali già esistenti.


     Il nuovo, il modernismo a tutti i costi, passa effettivamente attraverso la svendita degli ultimi scampoli di suolo pubblico in centro storico? O bisogna pensare ad altro: la conservazione per esempio, che è il vero il valore aggiunto di un luogo con un proprio genius loci?

Giuseppe Cancemi

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