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mercoledì 25 novembre 2015

Terminato il restauro di Palazzo Fulcis


PRESTO IL MUSEO CIVICO A PALAZZO FULCIS


Palazzo Fulcis, a giudicare dalla rimozione delle impalcature in atto, sta per essere restituito alla fruizione pubblica, dopo che in esso sarà trasferito il locale Museo Civico. L’edificio, d’impronta settecentesca,  potrà offrire finalmente un ampio spazio al ricco museo cittadino, preziosa risorsa locale che, assieme alle altre del territorio, può costituire un nuovo polo di eccellenza, nella catena museale veneta. Sui lavori di restauro, forse,  avanzerei un qualche rammarico per la sua conduzione un po’ troppo riservata. Tutte le problematiche scaturite dell’analisi strutturale, architettonica e artistica potevano veicolare conoscenze, scelte d’intervento e relative informazioni anche sotto gli occhi di quei cittadini che amano coltivare interessi amatoriali per la storia, l’arte e l’architettura, specie se locale. Per esempio, la trasparenza nella conduzione delle varie attività di restauro, pratiche e di studio, con semplici web-camere, poteva essere un mezzo per aiutare la condivisione e far seguire ogni azione con il massimo della partecipazione. Mettere a disposizione visivamente, in internet, tutto l’iter che ha accompagnato il restauro non avrebbe guastato.  Un’opera, un manufatto, un monumento accompagnato, vissuto da tanti occhi che lo seguono lo fa sentire di tutti e di ciascuno.
Purtroppo, non di rado  i restauri rimangono interventi per addetti ai lavori, per soloni che, nel merito di ogni intervento, non amano condividere e/o confrontarsi pubblicamente. Chi sceglie questo modo di operare si comporta secondo la logica: io so e voi non sapete un c…o!
Ciò detto, comunque, almeno per un rispetto ai cittadini bellunesi per primi, che sono i destinatari  di Palazzo Fulcis, la consegna del manufatto restaurato dovrebbe essere accompagnata, da un apposito volume cartaceo per la storicizzazione. Il testo, anche minimale, potrebbe essere formato dalla relazione generale e dalle eventuali relazioni specialistiche del progetto esecutivo, previsti dall’art. 35 della legge quadro in materia di lavori pubblici.  Ricordo per me stesso, che anche la Carta del Restauro prevede una relazione finale scaturente da un consigliato  “giornale” di cantiere.
Vista posteriore del Palazzo Fulcis
Dispiace, ma bisogna infine  ammettere che anche Palazzo Fulcis di cui stiamo parlando, a parte la visita concessa al FAI di qualche tempo fa, non  sembra che si sia distinto nella conduzione delle sue attività, a fini conservativi, per un eccesso di trasparenza. Allora, forse, dico foorse… dare l’opportunità di poter leggere come sono stati progettati e svolti i vari interventi, potrebbe risarcire la comunità locale, che è stata già privata in itinere del fruire di tutti i passaggi salienti di un restauro e, dunque, dell'esercizio del diritto di sapere, di conoscere e, in qualche caso, anche di condividere o meno.


Giuseppe Cancemi

REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE LEGGE N. 109/94

Art. 35 (Documenti componenti il progetto esecutivo)

1. Il progetto esecutivo costituisce la ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni e, pertanto, definisce compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l'intervento da realizzare. Restano esclusi soltanto i piani operativi di cantiere, i piani di approvvigionamenti, nonché i calcoli e i grafici relativi alle opere provvisionali. Il progetto è redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo nonché delle prescrizioni dettate in sede di rilascio della concessione edilizia o di accertamento di conformità urbanistica, o di conferenza di servizi o di pronuncia di compatibilità ambientale ovvero il provvedimento di esclusione delle procedure, ove previsti. Il progetto esecutivo è composto dai seguenti documenti:

a) relazione generale;

b) relazioni specialistiche;

c) elaborati grafici comprensivi anche di quelli delle strutture, degli impianti e di ripristino e miglioramento ambientale;

d) calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti;

e) piani di manutenzione dell'opera e delle sue parti;

f) piani di sicurezza e di coordinamento;

g) computo metrico estimativo definitivo e quadro economico;

h) cronoprogramma;

i) elenco dei prezzi unitari e eventuali analisi;

l) quadro dell'incidenza percentuale della quantità di manodopera per le diverse categorie di cui si compone l'opera o il lavoro;

m) schema di contratto e capitolato speciale di appalto.


AGGIORNAMENTO
Il giornale dei lavori è regolamentato dalle norme sugli appalti pubblici (art. 14, D.M. n. 49 del 2018) e in generale dal testo unico dell’edilizia (art. 66, D.P.R. n. 380 del 2001).

mercoledì 18 novembre 2015

Zona a Traffico Limitato o isola pedonale?


Un dilemma che non ammette soluzioni semplicistiche.


Da un po’ di anni a questa parte, nella nostra città, la chiusura del centro storico al traffico è diventata altalenante: una volta sì e l’altra no. Sempre lo stesso “leitmotiv” che si ripete nel tempo. I commercianti da una parte, incuranti dell’inevitabile inquinamento atmosferico, vogliono che le auto in piazza Garibaldi e dintorni circolino e le amministrazioni comunali che si susseguono, compresa l’attuale, invece, timidamente tentano di allontanare il traffico motoristico dal cuore della città con una striminzita isola pedonale. La convinzione che, anche una minima Zona a Traffico Limitato aiuti il commercio in centro storico, non fa rinunciare al rischio salute che gli esercenti sanno di correre.  è loro convinzione, che la circolazione automobilistica sia fattore di mantenimento delle attività commerciali. Comunque la questione ZTL  appartiene a tutte quelle città, come la nostra, che non hanno deciso cosa fare del centro sto
rico. Una latente tentazione per centri storici in abbandono però circola, si pensa di dare loro una continuità, tramutandoli in centri commerciali. Questa sottaciuta possibile trasformazione, voglio dirlo,  la trovo
inaccettabile. Temo che snaturi il vissuto del luogo, il suo “Geius loci”. Allora, forse bisognerebbe interrogarsi sul perché gli acquisti nelle principali vie del centro sono in calo o non ce ne sono affatto. Siamo sicuri che la causa è dovuta unicamente alla mancata circolazione di auto? Non sfiora l’idea che potrebbero essere altri, i motivi della crisi commerciale? Per esempio: le tipologie delle mercanzie offerte,  i prezzi, il rapporto tra tipologia dell’offerta e la sua domanda, l’ampiezza delle scelte, la qualità dei prodotti, la esclusività o la inflazione di quel prodotto, etc., sono o no elementi che influiscono sul successo o meno di vendita in un dato luogo? Insomma fattori come quelli accennati che nulla hanno a che vedere con le auto nel cuore della città, non potrebbero essere quelle le effettive ragioni di un allontanamento dal centro della clientela? Ecco, forse qualche dubbio in più dovrebbe fare riflettere gli operatori  commerciali i quali imputano quasi tutto al traffico.  Pensare ad una continuità che viene da lontano, con  il nonno prima e appresso il padre conduttori di attività economica che è andata sempre bene, quando circolavano liberamente le auto, non basta. Come non è sufficiente un inizio di attività commerciale sulla base di una semplice intuizione o convinzione che quel luogo continuerà ad accettare sempre le stesse condizioni e con la medesima tipologia di esercizio. Non è più tempo di empirismo. Gli operatori commerciali moderni oramai conoscono e si servono di strumenti come il business planning, per verificare o iniziare un’attività. Non si può più investire senza prima avere indagato il mercato, le sue potenzialità e gli elementi che ne determinano la fattibilità di quel dato commercio. Insomma è opinione diffusa che il pianificare prima di investire fa parte delle buone pratiche che ogni azienda dovrebbe sempre avere presente prima di agire.  Non meno importante da parte pubblica, per un corretto uso della città, il Comune dovrebbe avere nel “cassetto” un Piano Commerciale, e non solo quello, per dare risposte circostanziate agli operatori commerciali, prima di prendere ogni decisione.  La scelta di tornare ad utilizzare la  ristretta area, finora in uso come isola pedonale riproponendola coma ZTL, senza uno studio sociologico dei destinatari (residenti, commercianti e fruitori tutti di quel centro direzionale che è piazza Garibaldi e dintorni) è destinata a perpetuare un insuccesso già sperimentato. Caltanissetta, per dirla tutta,  non ha ancora capito, o non vuole capire, per esempio, che è, a “sua insaputa”, tra l’altro città multietnica e di frontiera. Il che aggiunge complessità alla complessità dell’organizzazione urbana.
La risposta che il Comune si è riservata di dare, per sciogliere il nodo del traffico in centro, dunque, se da sola, risulterà parziale e insufficiente. Una problematica come quella che presenta il centro storico di Caltanissetta non è semplice, investe  tutta la fruibilità comunale. Penso che, oltre agli strumenti canonici di urbanistica, come complemento, debbano essere coniugati assieme al Piano Commerciale sia il Piano del traffico che quello dell’inquinamento acustico. Pertanto, non sono ipotizzabili soluzioni singole a problemi complessi.
 Concludendo, voglio ricordare che per operare bene bisogna conoscere. Nel nostro caso le acquisizioni essenziali dovrebbero spaziare: dalle condizioni sociali ed economiche, alla mobilità, ai servizi essenziali dei cittadini, alle relazioni tra le parti della città (centro storico, aree periferiche, territorio). Dunque, Caltanissetta tiri fuori dai cassetti o prepari progetti e/o studi, dove il primato della politica, possa indicare le migliori soluzioni, alla luce delle conoscenze tecniche necessarie, per un contesto più complesso che si inquadri nel “sistema città”.
Giuseppe Cancemi

http://www.radiocl1.it/web/zona-a-traffico-limitato-o-isola-pedonale-un-dilemma-che-non-ammette-soluzioni-semplcistiche/


venerdì 6 novembre 2015

GIUSEPPE GABRIELLI, progettista aeronautico

Un monumento all'ingegno... ma con prudenza


Come si dice: "a bocce ferme", dopo che è passata la giornata dell'orgoglio nisseno nel ricordo dell'illustre cittadino Giuseppe Gabrielli, progettista FIAT di aerei e dell'aereo G91T in particolare, qualche riflessione forse sarebbe bene farla. Leggendo qua e là la sua biografia, il Gabrielli risulta nato sì a Caltanissetta ma vissuto da sempre altrove. La sua natività lo ha visto a Caltanissetta nella sola fanciullezza (fino a 7 anni) e poi è andato via. Questo è tutto sul vissuto nisseno
del progettista nato a Caltanissetta. Ma va bene così!
Il prof. ing. Giuseppe Gabrielli, progettista aeronautico, viene così ricordato: "Docente, manager, uomo di fiducia della famiglia Agnelli". Agli inizi degli anni Quaranta, trentottenne,  in piena seconda guerra mondiale, è progettista di macchine belliche e tra queste il caccia G. 55 del 1941 è una sua creatura. In quel tempo, la storia ci ricorda che la Germania nazista dominava l’alleata Italia fascista. E a pensarci bene, quello strumento di guerra non era certo un innocuo mezzo di trasporto aereo ma un aeromobile armato, in grado di seminare morte e distruzione dove passava. Inoltre, sempre dalla biografia di questo illustre cittadino nisseno, non risulta che abbia mai abiurato o “rinnegato” quel periodo o quella “creatura”. Neppure mi pare che si parli minimamente, nella sua storia di personaggio importante, per esempio, di obiezione di coscienza, ripensamento delle sue opere o crisi riconducibili al modo di essere luminare nel mondo delle scienze aeronautiche, che in qualche modo ripudia la guerra.

La città di Caltanissetta, da anni rincorre la possibilità di collocare un preciso residuato bellico dell’aeronautica che ricordi il progettista nisseno. L’evento si è realizzato, Caltanissetta ha potuto collocare il suo monumento in una apposita area. Non mi pare che altre città di altri progettisti, ideatori di prodotti bellici come, per esempio, Ferdinand Porsche (carro armato panzer), i generali Patton (carro armato patton) e  kalashnikov (mitra), per citarne solo alcuni noti, alla maniera di Caltanissetta, abbiano celebrato i propri progettisti ivi nati, con monumenti a quegli strumenti.
Mi viene voglia di ricordare che essendo cittadini italiani, pur in circostanze di un mondo sempre percepito come attraversato da perenni guerre, abbiamo una Costituzione che all’art. 11 così recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie …” e dunque, se si vuole, si mostri pure l’oggetto di una progettualità di alto ingegno a ricordo di un illustre cittadino ma si dica anche, almeno con una targa, che quel monumento vuole essere un monito per i posteri, i quali non debbono mai rinunciare alla pace.
Infine, se la storia è maestra di vita, allora il ricordo, la memoria di un illustre uomo non può essere riduttivamente  una espressione esteriore di semplice comunicazione visiva, magari suggestiva, o limitarsi al racconto di una superficiale verità. Credo invece, che bisogna andare al cuore delle storie e saper ricavare e diffondere anche una morale, che possa servire di  insegnamento alle generazioni future.  Altrimenti, i segni, rimangono pura comunicazione retorica fine a se stessa.

Giuseppe Cancemi


giovedì 5 novembre 2015

Caltanissetta: NUOVO ANNUNCIO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI

Di annuncio in annuncio
Caltanissetta, 4/11/2015




Ma avete letto l'ordinanza? Trovate che ci sia una precisa data a partire da…. Sì mi informo con chi sa di diritto amministrativo e chiedo se un atto con data incompleta (cioè priva del giorno), che nella patologia degli atti amministrativi costituisce un vizio di forma, non creerà come minimo un inevitabile contenzioso a fronte di eventuali multe. E poi, quel documento avrebbe dovuto essere affiancato da un effettivo progetto di raccolta differenziata. Secondariamente, ma non come fatto secondario, penso chi si dovevano, preliminarmente, cioè prima di avviare una così importante svolta nella raccolta dei rifiuti, “istruire” i cittadini che debbono attuarla. Gli Amministratori di questa città mi scuseranno ma mi pare che tutto per gli ignari cittadini scenda dall’alto, altro che partecipazione, trasparenza ed altre simili amenità di linguaggio sparse a piene mani!

Giuseppe Cancemi


Testo pubblicato sul sito del Comune di Caltanissetta
http://www.comune.caltanissetta.it/ufficio-stampa/comunicati-stampa/1012-rifiuti,-caltanissetta-avvia-la-differenziata.html