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martedì 20 ottobre 2015

CALTANISSETTA


Il Sindaco annuncia che la città passerà presto alla raccolta differenziata porta a porta


L'annunciata raccolta porta a porta, diventata un mantra ma che continua a rimanere sempre al punto di partenza, è una scelta importante della politica, diciamolo, di questa amministrazione. Peccato, che non è dato sapere, in particolare, come verrà o dovrà essere attuata. Si sa soltanto che comincerà da S. Barbara per prima e che ci saranno incentivi. Stop. La presentazione di una così importante inversione di tendenza della città nell’igiene urbana, riportata on line, è stata fatta "in famiglia". Se la cantano e se la suonano tra Sindaco, Assessori (non tutti), Comandante dei VV. UU. e rappresentanti di Caltambiente. Ma udite... udite cosa vogliono realizzare: "con una serie di misure e incentivi per gli utenti, opportune a fare aumentare in maniera decisa la percentuale di prodotti differenziati da conferire in discarica, in sintonia alle direttive del consiglio comunale”. Ma questi, o chi scrive per loro, non hanno capito o si sono espressi male. La differenziazione serve per ridurre al minimo lo scarto non riutilizzabile, escludendo cioè il riciclabile: plastica, lattine, etc. e il biodegradabile. Gli scarti differenziati non sono tutti uguali, la sola frazione inutilizzabile, ridotta al minimo, deve essere eliminata in qualche modo. Al momento, il famigerato, termovalorizzatore è la soluzione. Quelle che chiamano discariche, poi,  debbono accogliere solo la frazione umida che, "digerita", diventa concime organico.
Ammesso che la raccolta come prevista (sic!) cominci, mi viene una domanda spontanea: ma si continueranno a raccogliere metalli e plastica con i cassonetti in uso? Sì perche con questi cassonetti, come quello in figura, distribuiti in tutta la città non si invoglia la gente a differenziare. Vi spiego il perché. Una famiglia raccoglie e trattiene,  le frazioni riciclabili a casa anche per più giorni e quando decide di portarli nei cassonetti deve ad uno ad uno pendere la bottiglia o la lattina e farla passare a un o due pezzi per volta in un imbocco stretto che costringe a stare li: e uno e due e tre sino alla fine. Pensate che tutti sono così pazienti? 

Vi sbagliate! Non di rado, l’intera frazione differenziata finisce nel cassonetto dell’indifferenziata che basta semplicemente aprirlo e versare. Altre città, invece, che fanno veramente la raccolta differenziata, per agevolarla, hanno sostituito i cassonetti per lattine e plastica con degli altri del tutto simili per facilità di conferimento, a quello che Caltanissetta usa per la raccolta indifferenziata.
MORALE: se quella dichiarata sarà la raccolta porta a porta che si vuole fare… POVERI NOI!


Giuseppe Cancemi

martedì 13 ottobre 2015

CALTANISSETTA


SALVIAMO IL CENTRO STORICO

Mi rendo conto che dai messaggi che vengono dall'Amministrazione attiva, Caltanissetta è pubblicizzata come il mulino bianco ma, se ci si vuole risvegliare per casa, lavoro e centro storico, bisogna darsi da fare. Meno "Panem et Circenses" e più cura della città che, tra l'altro, rimane ancora sporca.


Promessa del Sindaco testuale


Sommessamente provo a suggerire:
Centro storico, al punto in cui siamo, tra demolito, caduto e cadente, consiglierei di fare subito nel quartiere "Provvidenza" una ripresa filmica aerea mediante drone come urgente, indispensabile, documento dello stato di fatto. Successivamente, nell'immediato, fare seguire delle strisciate fotogrammetriche aeree con relativa restituzione georeferenziata delle vaie aree di centro storico. Una lettura fisica dall'alto, contestualizzata, serve a documentare la base di confronto per ciò che si è pensato di fare finora ma anche per elaborare nuove proposte (in gazebo con i cittadini giorno per giorno), non escludendo l'opzione zero che potrebbe essere quella di "cristallizzare" i ruderi e le maglie viarie e proseguire con un restauro, vero, generalizzato ove possibile. Congelare la forma urbana con il diroccato in sicurezza può esprimere una scelta culturale (civiltà contadina e mineraria) destinata a tramandare un documento qual è la parte lasciata crollare di un centro storico abbandonato. Il resto, il recuperabile, può diventare opportunità e occasione per casa e lavoro di maestranze e lavoratori dell'edilizia, mediante un ufficio casa del Comune, come cabina di regia per l'operazione CS. Le tante necessarie risorse economiche, oltre ai vari finanziamenti nazionali ed europei, possono venire attinte dai buoni comunali di investimento e, perché no, dal mecenatismo. Avanti con la politica e, mi si permetta, meno propaganda fine a se stessa.


Giuseppe Cancemi 

domenica 4 ottobre 2015

CALTANISSETTA: LA CITTA' E IL BUON GOVERNO

Ovvero, lettera al Sindaco per un VADEMECUM circa le attività "on the road"



Gent.mo sig. Sindaco,

camminando spesso a piedi in lungo e largo per la città, mi sono ritrovato ad ammirare tutte quelle belle variopinte baracche, sparse in ogni dove che orgogliosamente simboleggiano lo status della città.
Tra un passo e l'altro, riflettendo sulla replicabilità di quel business e rimuginando, mi è venuta una bella idea: perché non fare crescere ancora questa imprenditoria così a buon mercato?
Dal momento che lei ha un grande rispetto per i suoi concittadini, si dice che risponde uno per uno a tutti, sicuramente mi risponderà per condividere e anzi si attiverà per quanto intendo sottoporre alla sua benevola attenzione. Penso che non sarebbe male, data la premessa intenzione di voler aiutare la crescita imprenditoriale, di permettere ad altri commercianti di proporsi come venditori lungo strade, marciapiedi, parcheggi etc. non fosse altro che per un atto riparatore, dovuto ad una giustizia a volte distratta. Non vorrà che continuino ad esserci privilegi, a spese della collettività solo per alcuni? Sarebbe la continuazione di una ingiustizia e non si spiegherebbe perché mai quelli che hanno già occupato del suolo pubblico possono restare e i nuovi eventuali richiedenti no. Certo, qualche dubbio mi è venuto, specie, sulla scelta del luogo dove fare impiantare altre nuove baracche. Mi è sembrato che, forse, occupare un marciapiede può costituire un grave disagio per i pedoni che lo dovessero attraversare. E non parliamo dei disabili? Prendersi tutta una aiuola? Chissà?  No! Verrebbe a limitare il verde di quartiere che già non è molto. Scegliere tutto o in parte un prezioso parcheggio? No! Non mi sembrerebbe il caso, data la endemica carenza di spazi per le soste e le già affollate strade anche con tre file di auto. E non è tutto, se penso ai bisogni igienici e le difficoltà per l'allaccio energetico di chi utilizzerà la baracca. E l'intralcio al traffico che ne potrebbe conseguire? E l’ornato della città non verrà deturpato? Mamma mia quante difficoltà per questa attività on the road!  A questo punto dai neuroni mi viene segnalato il limite dei miei fieri pensieri in soccorso dell’economia cittadina. E da inesperto giro a lei, da “addetto ai lavori”, le mie perplessità per sapere come si possono superare simili problematiche non infrangendo la legge. Anzi, giacché ci siamo, per essere sicuri che si possano continuare a promuovere simili attività, la pregherei di far preparare dai suoi efficienti uffici, per gli eventuali volenterosi nuovi investitori in baracche, un vademecum.
Una guida municipale su come impiantare baracche in città sarebbe il massimo della legittimità controllata! Sa, meglio non incorrere nel danno erariale che la Corte dei Conti potrebbe rilevare.
Vedrà che la città tutta, alla fine del suo mandato, le resterà grata per la continuità che ha saputo dare all'azione politica e amministrativa di altri illuminati suoi predecessori.

Giuseppe Cancemi