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sabato 13 maggio 2023

Urbanistica tattica a BL


 

FONTANA DI PIAZZA DEI MARTIRI

Piazzale del Nevegal, piazza dei Martiri con verde urbano ritoccato e fontana rimodernata, sono stati di recente progetti/ interventi che si possono ascrivere alla, relativamente moderna, urbanistica “tattica”.

Con quest'ultimo modo di definire i nuovi interventi fatti in città, passa l'approccio che con poche risorse (si fa per dire) si rimodellano e riattrezzano piazze, spazi e slarghi per un utilizzo nuovo e diverso dall'originario. Di solito, questa operazione come principio, serve per migliorare la pedonalizzazione o comunque la vivibilità dell'area “ritoccata”.

A Belluno, dopo il Nevegal, il cui progetto momentaneamente sembra essere stato archiviato, si è avuta in piazza dei Martiri una manutenzione del verde, con l'abbattimento (per sicurezza) di alcuni maturi alberi, sostituiti da alberelli, e si è anche proceduto al rinnovo della fontana.

Interventi apprezzati, ma non senza, qualche perplessità di alcuni cittadini.

La fontana per ultima, restituita alcuni giorni fa (il 4 maggio per essere esatti) alla fruizione dei cittadini dopo i lavori fatti, con l'annuncio di stampa: "Più bella, più sicura e più green", è stata maggiormente attenzionata per ciò che prometteva.

Le aspettative annunciate: luci multicolore, zampillamenti vari e se si vuole, anche da accompagnamento con note musicali, nonché risparmio idrico attraverso la ricircuitazione sempre della stessa quantità d'acqua, sono subito apparse concrete nel giorno dell'inaugurazione. Una presentazione, senza alcun battage pubblicitario, quasi in sordina e stranamente all'improvviso.

Il giorno seguente però (5 Maggio), il ricordo dell'evento fontana è stato rinforzato, mnemonicamente, dal ricordo scolastico dell'omonima lirica di Manzoni.

Andando al sodo, il nesso tra alberi abbattuti e acqua risparmiata, per associazione di idee, dovrebbe richiamare alle nostre menti il motivo che ha mosso l'avvio di questi interventi. Non ci vuole molto per ricordare che ultimamente, crisi energetica e crisi idrica si sono acutizzate. Lo spegnimento delle luci dopo una certa ora e l'utilizzo dell'acqua sotto controllo, sono state risposte recenti ad una emergenza oramai diventata endemica.

Una problematicità solo accennata per il nostro piccolo, ma che se immaginata a livello planetario, non è difficile pensare ad un anticipato tramonto della nostra era antropocenica.

Per capirsi, basti pensare al nostro Pianeta come ad una grande nave spaziale, dove, per similitudine con le navicelle micro create dall'uomo le risorse per la sopravvivenza a bordo, ci danno la misura di quello che è il limite inesorabile all'interno per spazi, persone e cose.

Rientrando nel nostro piccolo, all'urbanistica tattica di Belluno, nel quadro delle necessità che hanno fatto muovere gli interventi accennati, bisogna riconoscere che non si intravedono del tutto, le promesse attenzioni per un cambio di passo finalizzato alla riduzione del consumo energetico e al risparmio idrico.

Si può dire che il risparmio idrico va bene, anche se per una città come Belluno è poco. Altrettanto non si può dire per il risparmio energetico, tutto da vedere. La sostenibilità, nel complesso, è rimasta solo una parola.

Gli obiettivi degli interventi che coincidono con le promesse, sono quelli dell'abbellimento e della sicurezza.

A questo punto un qualche bilancio moderatamente ecologista andrebbe fatto per i precedenti motivi iniziali, che si presume abbiano deciso gli interventi per il riordino di detti luoghi storicamente già esistenti.

Per la manutenzione degli alberi del parco, il cui abbattimento di alcuni per motivi di sicurezza, ha forzatamente diminuito il presidio di preziose essenze per il carbon credit (CO2 non emessa o assorbita) vi è stato un rimpiazzo sì, ma minimo. Forse, poteva essere l'occasione per compensare il forte arretrato degli alberi eliminati in passato.

La fontana, ai fini di un bisogno generale dettato dalla carenza d'acqua, per le note difficoltà di approvvigionamento che annualmente si ripetono, con l'intervento di ricircuitazione di una stessa quantità acqua, ha sicuramente risposto alla richiesta necessità di risparmio idrico. Lo stesso non si può dire per il resto della complessiva modifica la quale, aggiungendo un ulteriore assorbimento di energia, richiesta da incremento di elettronica e di elettromeccanica (elettropompe), ha incrementato il consumo dell'energia elettrica.

Sicuramente il nuovo impianto avrà un suo appeal, ma il costo dell'acqua risparmiata e quello aumentato dal consumo elettrico, ai fini ecologici e a quelli economici, quali risultati daranno?

Può l'insieme dirsi sostenibile?

In pratica, si è quasi azzerato il costo del prezioso liquido, e questo va bene, ma si è moltiplicato il costo dell'energia elettrica che verrà consumata nel corso dell'anno per quell'abbellimento fatto da 13 getti, proiezione di luci e colori, musica sincronizzata con i getti e centralizzazione elettronica dei comandi. Per avere un'idea del consumo, basti pensare ai chilowattora delle varie elettropompe in funzione giorno e notte che modulano i getti dell'acqua, che non è certo quello di una sola misera elettropompa com'era prima.

Infine, non va dimenticato il potenziale uso della diffusione acustica che, se fatto con brani musicali moderni, deve fare i conti con i costi della SIAE.

Per concludere, un semplice conto come quello della serva, ci dice che si è azzerato il costo di un consumo idrico da “spreconi” ma si è aumentato quello energetico che non sembrerebbe dover costare certo meno di quello equivalente al costo dell'acqua precedentemente consumata. Per avere un'idea di ciò che si spende anche in consumo energetico in Kw/h ci darà una spesa economica ma in termini ecologici (quelli che più dovrebbero interessare tutti) l'elemento di confronto è il “carbon credit”, e di questo si sa che nel 2022 il prezzo era intorno a 90 euro per tonnellata di CO2 equivalente.

L'avere ridotto il consumo idrico da solo è un ottima cosa, ma non basta. L'obiettivo di contribuire attraverso un nuovo paradigma ambientale, atto a contrastare l'aumento del riscaldamento globale, le carestie idriche e quelle conseguenti alimentari, attraverso strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, coincide solo in minima parte con i cambiamenti voluti e che tali sembravano essere.

Si riconosca pure la novità estetica e la sicurezza ricercata, il lancio di un nuovo gadget, un “abbellimento”, qualcosa di attraente del parco di piazza dei Martiri in più ma, obiettivamente, non la sostenibilità.

Giuseppe Cancemi