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martedì 4 aprile 2017

Governance del prossimo sindaco di Belluno


Non c'è che dire! I primi candidati a sindaco che si annunciano pubblicamente, promettono scintille di novità per la città. Uno, come se non bastasse la continua distruzione degli alberi, promette un ulteriore incremento dei tagli, proprio nel cuore di Belluno, e l'altro, invece, pone un'altra novità assoluta... s'impegna per una maggiore circolazione automobilistica e relativa sosta in centro. Tutta salute e forte incremento di economia per la città giardino (sic!).

Il cittadino comune non può che gioire per tali promesse programmatiche. E non sappiamo ancora cosa prometteranno gli altri candidati che parteciperanno alla competizione. L'uscente, per esempio, ha dimostrato che ci sa fare. Qualche strizzatina d'occhio ai soliti commercianti, che non si accontentano mai di vedere il centro storico ridotto a centro commerciale per ambulanti con: parcheggi aggiunti di soppiatto e reintroduzione soft delle auto in centro; nessuna risposta al tetto d'inquinamento atmosferico (polveri sottili); prosecuzione del sistematico abbattimento di alberi e ordinaria amministrazione che, peraltro, è tutta merito del civico consesso.
Vorrei ricordare, molto sommessamente, che chi si accinge a governare una città preziosa come Belluno, nel fare politica, cioè scelte di parte, non può prescindere da una competenza minima di ciò che è, o dovrebbe essere, l'aggregazione urbana e il suo intero territorio. Una città che ha una sua storia urbana abbastanza documentata: ricca vegetazione e adorna delle formazioni dolomitiche patrimonio dell'umanità, per sua natura, non ammette aperture alla desertificazione e alla inopportuna presenza in centro storico di motorizzazioni e varie feste paesane. Tutti sanno che il rumore provoca danni biologici agli esseri umani e non, e contrasta con le norme nazionali e locali d'inquinamento acustico. La stratificazione della città storica edificata a misura d'uomo, il cuore di Belluno, nei suoi schemi stradali, negli orizzonti di cui gode, negli spazi di aggregazione sociale ricchi di verde, non prevede l'estraneità delle auto che per la loro presenza nell'ambiente sono anche fonte di inquinamento in tutti i sensi. Persino quello cromatico. La presenza di oggetti colorati fermi o in moto, tra l'altro, alterano la riflessione dell'illuminazione solare nelle facciate dei sontuosi palazzi. Le austere vestigia che testimoniano i passaggi della storia urbana con presenze di ambito estranee o private di ornamenti verdi oramai storicizzati alterano l'identità di quella cittadina che ha avuto il preziosissimo riconoscimento UNESCO che inorgoglisce ogni contesto umano. In parole povere, abbattimento di alberi e auto riportate in centro storico, anche se mascherati da vantaggi economici o da restyling, non sono il nuovo che premia. Sono anzi il vecchio che ritorna. L'Europa del Nord (esempio: Amsterdam, Copenaghen e Berlino) fa di tutto per allontanare le auto dalle città. Non è un caso che nelle 20 città italiane capoluogo di livello europeo per performance di ciclabilità Belluno non esiste.
L'assenza di una idea, di una progettualità conservativa e valoriale del centro storico così com'è strutturato, non ha futuro. Il centro città è una risorsa che va mantenuta integra nella sua immagine storico-culturale.
Le aspettative dei bellunesi non credo che possano coincidere con quanto hanno già provato e quanto viene promesso di nuovo in spot elettoralistici fine a sé stessi.
L'incompatibilità tra la diminuzione di alberature, che si ripete ciclicamente da tempo, e la timida (ma non tanto) ricomparsa di auto che si vuole amplificare in centro, vanifica la promessa di diminuzione di anidride carbonica nell'atmosfera che oltre ad essere un impegno locale e italiano è anche mondiale. Sta nel cosiddetto patto dei sindaci! Così tanto per ricordarlo, l'innalzamento della temperatura del pianeta, sappiamo, ha cominciato a conoscerlo anche questa città.
Belluno, merita d'essere letta e vissuta nella sua interezza e non per settori. Il centro storico nelle sue funzioni: direzionale, commerciale e vorrei ricordare anche residenziale non può e non deve essere solo al servizio della burocrazia e del commercio. Da lungo tempo si trascura totalmente la delicata funzione residenziale che, per scelte fatte negli anni, ha una popolazione anziana e in calo per giunta ma che, però, rappresenta lo zoccolo duro dell'attuale commercio al dettaglio.
Le parti di una città debbono dialogare. Le periferie, per non rimanere solo dormitori, debbono integrarsi con il centro storico, che non può essere divertimentificio notturno o luogo esclusivo per ogni manifestazione in aperto contrasto con la funzione residenziale. La nuova compagine amministrativa deve farsi interprete, anzitutto, di un progetto per la ricucitura dei luoghi urbani, fondamentale per ristabilire un certo equilibrio del ruolo delle parti.

Ai candidati a sindaco, uscente compreso, non deve sfuggire il problema salute minacciato dalle polveri sottili (PM10). Ad oggi, per chi non lo sapesse, i dati diffusi giornalmente dall'ARPAV, adombrano, una proiezione di fine anno, di probabile superamento della soglia fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Insomma, l'allarme smog c'è e resta un problema da risolvere.
Al primo cittadino che verrà, penso che la salute dei suoi concittadini debba essere un punto d'interesse primario. Fosse solo anche per un fatto economico di risparmio nella spesa sanitaria.
Il solo monitoraggio dell'inquinamento atmosferico in centro storico, così com'è oggi, non basta.
Così come non basta una cristallizzazione funzionale dell'intera città.
Le esigenze residenziali di tutta una città hanno pari dignità di quelle commerciali e burocratiche e vanno dunque fatte compenetrare ed armonizzare.
Il buon governo nasce dalla comunità fatta di persone, e chi amministra deve essere a conoscenza dei bisogni delle fasce anagrafiche del contesto, senza ansie per esclusive esigenze di parte. Non si amministra al meglio se si è ostaggio di una qualche lobby.
Il sindaco, deve essere il Sindaco di tutti!


Giuseppe Cancemi