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domenica 9 aprile 2017

IL SINDACO CHE VERRA' (della serie...)



Il PD si muove! Ha un suo candidato a sindaco. Un iniziale sospetto che il partito si rende visibile solo nelle “grandi occasioni”, e non puntualmente, non si può sottacere.
La “convention” fuori dagli schemi soliti di partito, in mattinata ha visto una quarantina e più di persone di buona volontà, riunite in campo neutro (non nella sede di partito). I convenuti, si sono ritrovati per cominciare a riflettere su tematiche estemporanee, a loro scelta, per gruppi. Il metodo di lavoro avviato senza tanti convenevoli mi è sembrato nuovo, le tecniche operative di tipo sociologico adottate apparivano efficienti, e persino la semplice ed efficace cartellonistica per raggiungere il luogo d'incontro era perfetta.
Oltre le apparenze, ma questo è un mio opinabile giudizio, un visibile iniziale imbarazzo comunicativo tra le persone presenti, c'era, ma forse era da addebitare alla rarità dei contatti che dovrebbero esserci tra persone che si riconoscono in un grande partito come il PD. Ne deduco, forse semplicisticamente, che a BL, il PD ha smarrito un vecchio metodo che corroborava il popolo di sinistra: la presenza costante in piazza tra la gente, e la ricerca di condivisione di ogni informazione/decisione di partito. Ulteriore mio convincimento resta, il marginale interesse del PD locale, per il cyberspazio. L'agorà virtuale, novità di questi anni, è stata lasciata in uso, quasi esclusivo ad altre formazioni che si dicono movimento. 
Ciò detto, una mia modestissima nota la vorrei esprimere per quest'incontro già riconosciuto valido ma che non deve esaurirsi con il termine della prossima tornata amministrativa. Intendo dire che, con o senza responsabilità amministrativa in prima persona, bisogna aprire lo stesso, con l'occasione, un “laboratorio” permanente che informa, ascolta, elabora progetti, risposte... e si confronta periodicamente con la gente comune.
Il metodo che l'incontro ha utilizzato mi è sembrato utile ma forse non del tutto appropriato. Tra gente che si vede ogni tanto, andava utilizzata una strategia più maieutica.
Già l'approccio, a partire dalla “offerta” e non dalla “domanda”, non mi è sembrato un punto di partenza utile, per imbastire un percorso di socializzazione di temi urbani e territoriali a misura di Belluno. In termini brutali, questo modo di procedere, si potrebbe accostare alla produzione industriale più interessata a produrre oggetti che non a soddisfare i reali bisogni, spingendo addirittura la sua necessità produttiva alla creazione di bisogni indotti.


Nel merito delle conclusioni dei gruppi, molto sommariamente, rilevo un'ansia di conclusioni che vanno nella direzione del “contenitore” (territorio e città) e non di ciò che deve contenere (le persone) da qui a dieci anni. Nel corso del decennio ci saranno sempre più anziani? Abbonderanno i luoghi di culto ma non in rapporto ai relativi osservanti? La produzione agricola, quella artigianale e industriale, il commercio, manterranno sempre lo stesso rapporto con il territorio? Insomma, si è dato l'avvio su ciò che si sente a pelle e non a partire da interessi secondo una scala di priorità, per esempio, a partire dai problemi cogenti come: desertificazione, innalzamento della temperatura e quindi risparmio energetico, risparmio idrico, etc. etc. E si potrebbe continuare...
Semplicemente concludo, per non tediare, che forse dal momento che i temi di una amministrazione comunale dovrebbero muovere più dalle persone che non dalle cose, una migliore conoscenza socio-economica della popolazione e dei temi di ampio respiro potrebbe essere l'ausilio prioritario che più serve per indicare il per chi e il perché delle scelte per il prossimo decennio.


Giuseppe Cancemi