Giacimenti ... culturali o minerari?
![]() |
Piattaforma di perforazione in mare |
Gulf
Italia, Agip, ENI, Anic, Petroli dell’Isola sono nomi delle società che si sono
occupate dei giacimenti di petrolio in Sicilia: tra Ragusa, Siracusa, Gela e
Palermo negli anni ‘50-‘60, dopo un sonoro fiasco con le ricerche fatte in epoca
fascista. Dei poli petrolchimici di Gela e Siracusa ricordiamo, come in un
flash, solamente il libro scritto dai sociologi E. Hytten e M. Marchioni: “Industrializzazione senza sviluppo”, dal
titolo ampiamente significativo che non ha bisogno di spiegazioni e l’odore
nauseabondo, emesso dalla trasformazione dei prodotti petroliferi, presente costantemente
nell’aria in territorio di Priolo
Gargallo, nonché della contaminazione di suolo e mare nella penisola di Magnisi
contigua alla Riserva Naturale Saline di Priolo.
Tutte
hanno lasciato un segno nel territorio che nei siciliani crea una sorta di
rifiuto a nuove attività imprenditoriali petrolchimiche le quali hanno alti
costi per ogni posto di lavoro, sono poco sicure e hanno un forte impatto
ambientale.
In Sicilia
i veri “giacimenti” sono culturali. Sono quelli che si debbono riscoprire e promuovere!