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martedì 6 settembre 2011

L'oro nero in Sicilia

Giacimenti ... culturali o minerari?


Piattaforma di perforazione in mare
Gulf Italia, Agip, ENI, Anic, Petroli dell’Isola sono nomi delle società che si sono occupate dei giacimenti di petrolio in Sicilia: tra Ragusa, Siracusa, Gela e Palermo negli anni ‘50-‘60, dopo un sonoro fiasco con le ricerche fatte in epoca fascista. Dei poli petrolchimici di Gela e Siracusa ricordiamo, come in un flash, solamente il libro scritto dai sociologi E. Hytten e M. Marchioni: “Industrializzazione senza sviluppo”, dal titolo ampiamente significativo che non ha bisogno di spiegazioni e l’odore nauseabondo, emesso dalla trasformazione dei prodotti petroliferi, presente costantemente nell’aria in territorio di  Priolo Gargallo, nonché della contaminazione di suolo e mare nella penisola di Magnisi contigua alla Riserva Naturale Saline di Priolo.
Tutte hanno lasciato un segno nel territorio che nei siciliani crea una sorta di rifiuto a nuove attività imprenditoriali petrolchimiche le quali hanno alti costi per ogni posto di lavoro, sono poco sicure e hanno un forte impatto ambientale.
In Sicilia i veri “giacimenti” sono culturali. Sono quelli che si debbono riscoprire e promuovere!