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martedì 7 febbraio 2012

Una nota politica, non mia, che serve a ricordare gli eventi politici recenti che vale la pena tenere presente.


potete leggerla anche dal blog : oscarb1.blogspot.com







I tre Governi del Presidente



Molti sostengono che il Governo Monti rappresenta una sospensione della democrazia. Quando il Premier era Berlusconi, la democrazia italiana era stata non solo sospesa, ma modificata in modo lesivo della nostra Costituzione. Tre sono gli esempi di governo assimilabili a quello Monti in quasi sessant’anni della Repubblica.
Il Presidente Einaudi - nel 1953 - quando la Democrazia Cristiana era spaccata sull’eventuale reincarico ad Alcide De Gasperi, diede l’incarico motu proprio al Ministro Giuseppe Pella di formare il Governo, senza consultare i partiti, tanto che si parlò di "governo amministrativo", come ricordato da Federico Orlando sul quotidiano Europa.
Il secondo Governo definito "tecnico" fu realizzato per iniziativa del Presidente Scalfaro che diede l'incarico a Lamberto Dini, Direttore Generale della Banca d’Italia; anche i ministri non erano parlamentari.
Quando nel 1994 Berlusconi e Previti sono scesi in campo, pochi nei “palazzi romani” conoscevano a fondo la coppia. Dopo il grande e inaspettato successo di Forza Italia, con il conseguente incarico a Silvio Berlusconi, si vociferava che Previti sarebbe diventato Ministro della Giustizia.
Ho inviato al Presidente della Repubblica quello che sapevo, per esperienza personale, su loro due. Ovviamente al Capo dello Stato non mancavano i mezzi per verificare quanto affermavo.
Da allora il Presidente Scalfaro non ha mai dissimulato il suo giudizio negativo su Berlusconi, la sua politica, il suo comportamento pubblico e privato e il suo entourage. Non c’è da stupirsi se ilPdL non si è unito alle espressioni di cordoglio di tutte le forze politiche per la scomparsa del Presidente Emerito.
Quando Berlusconi propose il suo Avvocato come Ministro della Giustizia, Scalfaro rispose che non lo avrebbe accettato. Il Cavaliere allora lo candidò al Ministero dell’Interno ma il Presidente della Repubblica confermò la sua assoluta contrarietà. Tanto che la presentazione della lista dei Ministri al Quirinale fu ritardata di due ore.
Previti fu messo al Ministero della Difesa, al quale era invece destinato il liberale Alfredo Biondi.
Nel dicembre del 1994 si aprì una crisi di governo per il profondo dissidio fra Forza Italia e la Lega, che accusava Berlusconi di non aver tenuto fede alla promessa di realizzare il Federalismo. Nel gennaio del 1995 Scalfaro diede l’incarico di formare il Governo a Lamberto Dini.
Nel novembre 2011, a fronte della mancanza di credibilità del Governo in carica, aggravata dall’enorme debito pubblico e dal livello insostenibile cui era giunto lo Spread, Berlusconi fu convinto a dimettersi.
Nel frattempo il Presidente Giorgio Napolitano, aveva preparato l’avvicendamento di un Governo di emergenza nazionale, presieduto dal Professor Mario Monti, appena nominato Senatore a vita. Il nuovo Esecutivo è stato votato il 18 novembre alla Camera da tutti i partiti rappresentati in Parlamento, tranne che dai 59 Deputati della Lega Nord.
E' inevitabile pensare che fu un’iniziativa meditata e preparata, perlomeno su due fronti: l'accettazione di Monti da un lato, e le dimissioni del Premier dall'altro.
Difficile escludere il ruolo di Gianni Letta nel convincere Berlusconi.
Oggi il Cavaliere ha l’impudenza di sostenere che si è dimesso solo per senso dello Stato e amore per l’Italia, e sceglie di comunicarlo dalle colonne del Financial Times, l’autorevole quotidiano che ha sempre sostenuto la sua incapacità di governare l’Italia, come i fatti hanno dimostrato.
Bossi sostiene che il vero motivo del passo indietro è soltanto quello di salvare la sua “roba”. E commentando l’articolo del F.T. ai margini dei lavori del “Parlamento della Padania” dichiara: “se Berlusconi si ritira, il problema è risolto. Diventeremo il partito di maggioranza assoluta del Nord”.
Forse è un’illusione, dal momento che il Cavaliere non ha nessuna intenzione di ritirarsi a vita privata e ha confermato che si ricandiderà nel 2013.
Grazie al governo Monti la fiducia dei mercati sta ritornando e l’Italia non rappresenta più il primo problema per l’Unione. Si comincia invece a considerare la leadership di Monti positiva per collaborare a risolvere la crisi che concerne soprattutto l’Europa nel suo insieme.
In questo quadro non sottovalutiamo l’importanza dell’incontro con il Presidente Obama il 9 febbraio a Washington, al quale il Primo Ministro italiano si presenterà forte della nostra migliorata situazione.
I critici sempre più numerosi, del Senatore Monti non vogliono ricordare che, firmando i Trattati di Roma del 1957 e quelli di Maastricht del 1992, l’Italia ha consapevolmente rinunciato a una parte della sua sovranità per condividerla con i partner europei. E’ causa di profonda amarezza constatare quanti esponenti politici, anche di primo piano, non ne tengono conto, sebbene non penso che gli stessi avrebbero il coraggio di proporre l’uscita dell’Italia dall’eurozona.
Angela Merkel, per dimostrare che non intende autopromuoversi unica rappresentante dell’Unione Europea, deve mantenere fede a quanto dichiarato in Cina il 2 febbraio scorso: “L’eurozona si sta muovendo verso l’uscita dalla crisi dei debiti sovrani. Ogni membro dell’Unione deve poter contare sull’aiuto degli altri, perché dobbiamo fare sforzi comuni per difendere l’euro”.
Beatrice Rangoni Machiavelli
FV