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sabato 20 febbraio 2016

CALTANISSETTA: IL MUSEO DELLA ZOLFARA




Tra sei mesi o più, poco importa, avremo il museo della zolfara. Leggo che la struttura ospiterà una importante museo mineralogico, paleontologico e della zolfara con un’esposizione permanente dedicata alla tecnologia mineraria per l’estrazione dello zolfo in Sicilia. Una struttura la cui impronta che si vuole ripercorrere resterebbe di tipo scientifico-geologica, tecnica e tecnologica. A parer mio assai riduttiva nei confronti dell'umanità che ha attraversato quel periodo. Penso all'industrialismo ottocentesco siciliano e nisseno, in particolare, il quale con la sua economia, non più solo primaria, proiettava nella città nuova luce.
Renato Guttuso - La zolfara
La parte materiale sintetizzava nel centro storico la cultura mittel europea dell’abitare (spazi di vita collettiva, palazzi e arredi urbani), delle prime conquiste nei diritti dei lavoratori ma, soprattutto, per la parte spirituale, esprimeva una forte vocazione che trovava nei  riti religiosi e negli oggetti di devozione un culto unico. Insomma, ritengo che in una storicizzazione museale si debba ospitare una ricostruzione il più possibile a 360 gradi.

Giuseppe Cancemi

sabato 13 febbraio 2016

L’ANTENNA DIMENTICATA



La dismissione delle trasmissioni in Onde Medie e Onde Lunghe che la RAI sta operando da qualche tempo in Italia, ha allarmato quelle sedi dove sono presenti proprio gli impianti per questi sistemi di emissione. Caltanissetta, tra questi siti, rappresenta l'estremo limite Sud della rete che si collega con la penisole Italia in tutta la sua lunghezza. La chiusura di Napoli Firenze, Budrio (BO), ecc. Ha già generato dei mal di pancia ma non abbastanza forte, perché si cerchi un filrouge che saldi un possibile salvataggio con un ripensamento non certo semplice ma piuttosto riformando in qualche modo l'essere del sistema di trasmissione. Cosa rappresenta l'antenna RAI in questione per l'Italia e Caltanissetta è da collegare al tempo attraversato del nostro paese per gli aspetti: economici, politici e tecnologici.

Nel corso degli anni ’50 che hanno visto sorgere le OM (onde medie),  OL (onde lunghe) e SW (onde corte) a Monte S. Anna, l'Italia veniva attraversata dalla ricostruzione prima e dal boom economico a seguire, era viva ancora la questione meridionale e in politica la Sicilia e Caltanissetta disponevano di influenti parlamentari e un qualche potere. Insomma, con l’allargamento della comunicazione RAI si verificava la buona occasione per dare alla Sicilia un “contentino”.
 In realtà la centralità geografica di Caltanissetta in Sicilia, rappresentava strategicamente il fulcro della comunicazione nel Mediterraneo e l’occasione per rompere l’isolamento anche culturale di una delle zone isolane interne e della Sicilia stessa.
La collinetta di S. Anna, in epoca delle zolfare tra Ottocento e Novecento, ricordata come rifugio abitativo per i poveri minatori che occupavano le “grotte di S. Anna”, si tramutava in altra cosa: in estremo lembo Sud della presenza RAI, Radio Televisione Italiana, sede di una “moderna tecnologia della comunicazione per lo sviluppo dei popoli!”
Vero è che da un punto di vista economico, se si vuole guardare a ciò che ha comportato la presenza RAI a Caltanissetta, nulla ha mutato quell’insediamento. Anzi, ha messo in allarme la popolazione per la diffusione di radio onde non ionizzanti e dunque in allarme mai sopito, per un paventato inquinamento, comunque mai rilevato e/o ricercato ufficialmente. La città ha ignorato quel traliccio dalle misure eccezionali, visibile da ogni via di avvicinamento a Caltanissetta. Quell’antenna, è diventata quasi un simbolo suo malgrado e solo ora in procinto di dismissione diventa protagonista.
Base di appoggio antenna
La si vuole mantenere a furor di popolo, come memoria storica “museale”. Quasi, a rivendicazione risarcitoria  dell’inesorabile sistematica “perdita” di funzioni/istituzioni già svolte/presenti nella città, come sede di Provincia, Banca d’Italia, Distretto militare, etc.. Uno smantellamento del capoluogo (già Capovalle dei Borboni) come sede burocratica, non ancora assimilato, per una complessiva riorganizzazione dello Stato allo scopo di ridurre spese e sprechi in campo nazionale. Cosa bolle in pentola non si sa.
Il vincolo della Soprintendenza, come primo atto di conservazione della memoria, appare incerto. Gli enti locali non fanno una parola e sembra che l’apparato tecnico strutturale della RAI di Caltanissetta, a guardare bene non sembra orientato ad una dismissione per rottamazione ma piuttosto alla riconversione. Intanto il tempo passa inesorabile.
Prima che l’antenna diventi esclusivamente da rottamare, quali vantaggi la comunità nissena può ricavare? Senza alcun dubbio: economici, politici, sociali e tecnologici. Basti pensare al Wi-Fi per un ampio raggio, alla sicurezza comunicativa in caso di calamità nazionali per la protezione civile (dalle Alpi alle Piramidi), a sede partner per la diffusione radio e tv - Televisione Digitale Terrestre (DTT o DVB-T) e forse altro ancora.

Giuseppe Cancemi


Comune di Caltanissetta - Dalla variante al P.R.G. in località S. Anna