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lunedì 20 giugno 2011

Illuminazione del Ponte degli Alpini


I lavori ultimati del Ponte degli Alpini, hanno restituito alla città di Belluno un opera rinnovata più sicura, più efficiente ed esteticamente moderna. Osservando di sera il ponte, non sfugge, che una illuminazione gradevole lo percorre da una parte all’altra lungo il nastro stradale il quale, strategicamente, collega l’espansione urbana più antica con quella più recente. La luminosità di tutto il Ponte degli Alpini però, pur effettuata con corpi luminosi di nuova concezione, appare ugualmente eccessiva sia ai fini della dissipazione energetica quanto per l’inquinamento luminoso.
È notorio che per l’illuminazione delle città non esiste una “ricetta”, ma la cultura moderna di città sostenibile ha da tempo in corso un dibattito sull’inquinamento luminoso e sullo spreco energetico.
Belluno con il Ponte degli Alpini in nuova veste, forse, ha perso in parte una buona occasione per sperimentare, un sia pur simbolico risparmio energetico mediante un’illuminazione più fioca o controllata (che si abbassa dopo l’ora stabilita) e una relativa alimentazione con pannelli fotovoltaici. A  giudicare dai corpi illuminanti, che sembrano a LED, il tema del risparmio sembra essere stato affrontato ma non del tutto, avendo rinunciato all’impianto fotovoltaico. A scelte fatte si può solo suggerire di aprire sulla sostenibilità una piccola finestra ancora possibile: alimentare alternativamente i corpi luminosi. Poco, ma si potrà ottenere una illuminazione dimezzata a favore di quanti amano scrutare il firmamento con meno inquinamento luminoso e, a spanna, far diminuire di qualche migliaio di kilowattora la spesa della bolletta cittadina, cosa assai utile alle casse comunali.
Giuseppe Cancemi

LA PAZIENZA DEI NISSENI


I nisseni sono persone veramente pazienti. Sopportano tutto.  Da tempo immemorabile Caltanissetta soffre la sete. La distribuzione idrica cittadina in passato avveniva a singhiozzo e oggi dopo un cambio di  gestione l’acqua viene distribuita a giorni alterni. Il disagio di detta atavica avara erogazione ha cambiato le abitudini dei cittadini e le modalità costruttive dell’edilizia abitativa. I condomini che si sono costruiti a partire dagli anni sessanta, quelli di edilizia privata, hanno speso di più di altri simili costruzioni in regioni del centro e nord  Italia. Da noi, la grande riserva privata d’acqua con autoclave è stata ed è un particolare costruttivo che non esiste altrove. Nell’edilizia abitativa, abbiamo fatto nostra una peculiarità meglio di altri, che consiste nel creare unità abitative non senza riserve d’acqua incorporate, abbondando in passato anche nell’uso dei famigerati contenitori in amianto. Le famiglie che nelle loro abitazioni non possiedono riserve d’acqua, si sono attrezzate con recipienti e pompe idrauliche spesso con potenze di aspirazione in competizione con il loro vicino di casa. A detta di molti, comunque, il servizio idrico per i nisseni  nonostante tutto non sembra essere un problema, beve acqua minerale e usa la riserva d’acqua condominiale per gli altri utilizzi. Per tutti gli altri, l’acqua corrente con il suo ritmo distributivo alterno, scandisce il tempo e gli stili di vita della famiglia. Insomma, i nisseni diversamente da altre realtà civili italiane non dispongono di una rete idrica cittadina capace di assicurare un’erogazione nelle abitazioni costante 24 ore su 24 ore. E non se ne dolgono.
Ufficio postale centrale
Ma non è tutto, sempre al cittadino nisseno capita anche di dover fruire del servizio postale, che dovrebbe essere simile a quello di altre città italiane. Ebbene non è così! Accade che il “cervellone” centrale delle Poste va in tilt, per altre parti d’Italia le locali Poste si attivano per ridurre i disagi, ma per Caltanissetta è diverso: il disservizio non viene governato, anzi appare più disorganizzato che mai, con interminabili code e poche o quasi nulla proteste.
 Ma non basta! È di questi ultimi giorni la diatriba sorta nei pressi di Villa Cordova per un parcheggio d’auto scomparso e ricomparso entro 24 ore, giustificato dal Sindaco come qualcosa  richiesto da fazioni per interessi diversi e da lui assecondato per “accontentare” le parti. Ironia della sorte, quelle  strisce pedonali cancellate e rifatte in un solo punto della città, in altro zona per disperazione, forse,  sono state lasciate realizzare, invece, con il “fai da te” da un comitato di quartiere grazie a una scolaresca di minorenni. Ad arricchire il quadro di una città che non funziona sotto gli occhi dei nisseni che sopportano tutto, ci sono anche le erbacce e la cancellazione degli altri passaggi zebrati in diversi punti della città; siepi incolte nelle rotatorie che nascondono la visuale, insomma, non solo degrado ma rischio di incidenti e di  incendi.
Non si capisce qual è il limite di sopportazione dei nisseni. E questo è un brutto segno. Si può solo ipotizzare che il cittadino si è assuefatto ad ogni cattivo funzionamento della cosa pubblica, abituato com’è, ad un’ultradecennale normalizzazione di tutto. I nisseni tacciono!
In Italia è già accaduto, i cittadini si sono ridestati. Il risveglio degli italiani tutti fa ben sperare.
Ma quando ci sarà a Caltanissetta un vero risveglio per i nisseni?