La città di
Belluno, si colloca ogni anno ai primi posti delle graduatorie annuali di
vivibilità, anche, per le sue piazze del centro storico. La notizia,
che si ritorna a fare circolare e sostare le auto in Piazza Duomo, è
un regresso rispetto al passato recente, e non in linea con la
cultura urbanistica europea che, tendenzialmente, si adopera per
spostare la mobilità verso i mezzi pubblici, il car sharing, le
biciclette e comunque
orientata a non espandere più i parcheggi specie in centro. La cosa
è grave, perché proprio Belluno, con l'avvio del parcheggio
Lambioi, aveva diffuso qualche tempo fa un segnale di grande civiltà,
citato ed imitato da altre città. Aveva anticipato una scelta da
smart city con
la messa a disposizione di un
piccolo iniziale parco di biciclette, come componente di uno scambio
intermodale nella mobilità urbana in centro storico.
Le
bici, all'uscita della scala mobile di collegamento con il parcheggio
Lambioi non ci sono più e le auto che avevano liberato la piazza
Duomo ora sono state lasciate ritornate e vi resteranno. Gli spazi
del centro storico che compositivamente completavano l'immagine
restituita di una città vivibile, sono ritornate ad essere
brulicanti di mezzi a motore moltiplicatori di ogni inquinamento
dannoso per uomini e monumenti. La tendenza mercantilistica ad ogni
costo del centro storico, testardamente, poco per volta
assecondata, si pensa di facilitarla facendo ricomparire la sosta dei mezzi
privati. Fare tornare le auto nell'agorà della polis -
dove uno
sguardo anche fugace ai manufatti, ci ricorda pezzi della storia
attraversata dall'umanità che l'ha percorsa - è fare torto ai bellunesi che hanno
saputo conservare la città che ci ritroviamo. La semplice
toponomastica dell'antica polis dovrebbe indurre ad un certo rispetto
almeno del genius loci che
aleggia sul centro storico.
I
pochi parcheggi in più (25) in piazza Duomo che si vogliono
recuperare al pagamento, fanno pensare al precedente abbattimento di
alberi in via D'Incà. Anche lì, fuori da ogni logica ancorata all'ecosostenibilità. Per qualche stallo in
più si sono abbattuti degli alberi assai più utili. L'operazione
parcheggi in centro storico, appare proprio come il voler raschiare
il fondo del barile. Ci sembra infine speciosa, la motivazione che a
spingere verso i parcheggi in Piazza Duomo siano gli abusi nelle
soste. Grave ammissione che lascia presupporre di non saper
contrastare il presunto fenomeno di “parcheggio selvaggio” con
una adeguata vigilanza.
Di diversa opinione sono molti cittadini che reputano non solo la Piazza Duomo ma tutto il centro storico un'identità storico-culturale da preservare, custodire, tramandare possibilmente integra. E' opinione sempre più diffusa che se si riesce a mantenere una città con il suo centro storico ben conservato e dunque a misura d'uomo con la cultura “si mangia” e si vive - nel rispetto delle generazioni passate, attuali e future - mentre, rimanendo con auto onnipresenti, inquinamenti e relative conseguenze, si vuole perpetuare una tendenza non più sostenibile.
Giuseppe Cancemi