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sabato 12 novembre 2016

Belluno e l'inquinamento acustico delle feste paesane


MA LA SALUTE DEL CITTADINO, CHI LA DIFENDE?

Egregio signor Sindaco, sicuramente Lei e altre personalità della città non abitate in centro storico. Altrimenti, avreste “beneficiato” come me e tanti altri sfortunati abitanti del centro, delle assordanti ripetitive note di bassa frequenza che sono semplicemente ossessive. Lo dico con cognizione di causa perché da tempo sono costretto a subire le  insistenti “torture” acustiche delle feste strapaesane. Feste, nelle principali piazze, che provocano più volte all'anno un inquinamento acustico in barba alla normativa italiana e al Suo, locale, “REGOLAMENTO DELLE ATTIVITA’ RUMOROSE” (sic!).

 Della salute dei cittadini vessati da tali abusi tollerati o anche autorizzati dall'autorità comunale, poco interessa. Eppure l'ordinanza del 4 ottobre 2004, del Tribunale di Venezia precisava, tra l'altro, “come le immissioni sonore che superano di almeno tre decibel il livello del rumore di fondo in una determinata zona ed eccedono, quindi, la normale tollerabilità, siano idonee a ledere, di per sé, il diritto alla salute, potendo determinare delle limitazioni funzionali – pur anche soltanto temporanee – dell’integrità psicofisica degli esseri umani, a prescindere dalla dimostrazione concreta di una vera e propria invalidità permanente“. Il centro storico di per sé meriterebbe rispetto, e il silenzio ne fa parte. Purtroppo, però, questo resta ancora componente sconosciuta da parecchi.  La città storica, stratificatasi nel tempo, che ospita gli ultimi resistenti ai maltrattamenti delle amministrazioni urbane, ha fin qui dovuto subire obtorto collo il continuo deteriorarsi di una condizione di forzatura del centro storico, luogo di idoneità senza compromessi a misura d'uomo. Le tre principali piazze, sono utilizzate come bancomat e dunque tolleranza e autorizzazioni per ogni manifestazione inquinante o meno dell'aria: con parcheggi, raduni di mezzi meccanici, “cicchet” notturni, presenze di balordi rumorosi, writers e vendita indiscriminata di ogni sorta di mercanzia. Il giorno dopo, di San Martino, per citare un esempio, assillato da un assordante musica tump... tump... ho provato a telefonare ai vigili urbani per denunciare l'assurdo inquinamento diffuso a tutta birra in Piazza Piloni e dall'altro capo una voce femminile, con nonchalance, mi ha risposto che avrebbe mandato un vigile. Tutto è continuato come prima. E anzi debbo ringraziare che stavolta mi ha risposto qualcuno, anche se inutilmente. In altri anni, per l'inquinamento acustico di un vicino bar, non trovando alcuno in Comune, ho dovuto chiamare il 112 e anche il 113, intervenuti, ma sempre senza alcun esito. Insomma, il povero cittadino appartenente, massimamente, a una delle fasce deboli della società che ha scelto di vivere in centro storico, deve fare le sue brave deduzioni e pensare di trasferirsi in altra zona, rinunciando alle congeniali condizioni di vita che offre il centro storico in quanto da sempre considerato a misura d'uomo. Alla faccia dell'agognato ripopolamento in centro di questa Giunta comunale. A questo punto viene da chiedersi: chi, quando e dove si fanno controlli di inquinamento sulle manifestazioni a forte componente inquinante? Ma anche gli schieramenti partitici dove sono e di cosa si occupano? Possibile che se la maggioranza, diciamo, sbaglia, l'opposizione non si fa sentire, specie in fatto di diritto alla salute? O, forse, oramai il tirare a campare fa vivere meglio tutti?

Concludendo, signor Sindaco, a Lei primo cittadino di Belluno e alla Giunta, suggerisco, sommessamente, di passare un pomeriggio e notte in una piazza del centro, mentre impazza una delle tante feste bellunesi, specie di quelle estive da godere con le finestre aperte. Vedrà che l'ospitalità di una qualsiasi abitazione delle tante sfitte in centro storico e l'effetto presenza Vi potranno essere di aiuto per comprendere quello che ogni singola empatia, forse, non consente. 


Giuseppe Cancemi