A
proposito del centro storico nisseno, ripeterei, in breve, quanto ho proposto
qualche tempo fa (se può bastare), per fugare in quanti non mi conoscono,
l’immagine “disfattista” che mi attribuiscono.
G. P.: Lavori in corso |
Prima di tutto, lo rammento per
me stesso, il centro storico è parte integrante del sistema città-territorio. E
non posso fare a meno di esternare il mio timore che a Caltanissetta incomba
l’assurda scelta, mai accantonata ma tenuta in sonno, di calare dall’alto (per
scelta del “principe”) una sorta di edilizia economica e popolare nei quartieri
più degradati del centro, in via di crollo, espellendo gli attuali residenti.
Comunque, sembrerebbe velleitario
occuparsi di centro storico, come spesso si fa, senza avere indagato la composizione sociale di chi occupa le abitazioni
più o meno degradate di detto centro, stabilito quale indirizzo dare
all’economia locale e territoriale, conoscere qual è l’offerta/domanda di case,
sapere quali tendenze sono presenti nelle varie classi d’età della popolazione
nissena, quanto è presente in città l’invecchiamento della popolazione, etc.. Insomma,
recupero sì ma a patto che all’insieme di dati appena accennato si aggiunga la
consapevolezza che lo stock edilizio da recuperare è vasto e che le risorse sono
assai limitate. Tutte informazioni propedeutiche che fanno prevedere tempi
lunghi per la realizzazione e un processo articolato che si auspica possa essere
anche partecipato.
Il recupero del tessuto urbano è un fatto complesso
il quale, non si esaurisce con la sola riqualificazione del centro storico (in
termini edilizi) ma che integra altre azioni di ecologia urbana. Si fonda e
considera la funzione abitativa come elemento inscindibile da altre attività e
modalità insediative (servizi, artigianato, commercio, tempo libero, ecc.)
mettendo al centro di tutto il cittadino. Il ruolo decisivo che deve avere il
recupero, riguarda il problema abitativo e i processi (trasformazioni d'uso e
di tipologie, vendite frazionate, sfratti, costi d'affitto alti, ecc.) che si
riflettono negativamente sulla domanda di nuove abitazioni per un riuso più
equo e in grado di mantenere la naturale varietà sociale e funzionale di un
centro storico.
Del processo di recupero di tutte
le parti degradate della città, a partire dal centro storico, se ne deve fare
carico il comune, istituendo un ufficio
casa in coincidenza dell'istituzione ufficio espropri previsto dal
testo unico 327/2001.
La gestione del processo di recupero riguarda il
governo degli interventi necessari e urgenti adesso in centro storico ma in
prospettiva, inevitabilmente, riguardanti l'intera città. Appalti, convenzioni,
contratti, ecc. e ogni altro atto inteso a gestire il patrimonio edilizio
(pubblico e privato) che s'invecchia, non rappresenta un fatto episodico ma un
evento ciclico di cui il Comune deve averne "il polso" costantemente,
se vuole evitare il fenomeno dell'abbandono e il degrado progressivo di parti
della città.
Una gestione governata del processo di recupero del
centro storico e a seguire, a rotazione, altre parti della città, porta
benefici a tutti. Stabilizza la mano d’opera nell’edilizia, contrariamente agli
episodici assalti al territorio per periodiche espansioni, non necessarie,
della città verso la campagna e fa da volano a tutta l’economia locale.
L’indotto di una politica ecosostenibile oltre a movimentare il lavoro produce know how e migliori condizioni di vita
della città.
Bisogna fare presto! È necessario che il processo di recupero parta
ora.
Si dovrebbero intercettare tutte quelle
risorse strutturali pubbliche e private che vogliono innovare nel campo del
risparmio idrico, energetico, della ricerca, del recupero, ecc.. Il progetto
articolato di rinascita della città a partire dal centro storico, potrebbe
rappresentare la “Costituzione” per rivedere quei programmi, piani,
progetti e regolamenti comunali che
guidano e indirizzano le varie attività territoriali.
La politica del recupero che vuole sortire due
effetti: soddisfacimento del bisogno abitativo e restituzione di un'immagine
cittadina del costruito rispettosa della storia e della cultura che ha
stratificato la città, non può trascurare la delicatezza che investe le
decisioni sulle modalità di intervento, e per questo deve poter disporre di
imprese e maestranze competenti, in grado di eseguire gli interventi nel
rispetto dei canoni del restauro.
La
istituzione di un apposito cantiere pilota legato a delle lezioni in aula,
avente per obiettivo la formazione-lavoro, può essere il primo passo. Anche l'apposita scelta di un isolato, meglio
se di proprietà comunale che ben si presta allo scopo, serve, se coadiuvata da
un opportuno progetto istruttivo-pratico di restauro, ad avviare un dialogo con
la parte più scettica dei cittadini che in quel cantiere può constatare la
validità del recupero.
A mo' d'esempio, si può pensare che, cantiere ed
aula possano essere trasparenti mediante una web-camera per chi, interessato e
non, vuole conoscere come si sviluppano giorno per giorno formazione e lavoro.
In altre parole, per il recupero del centro storico,
è necessario un atteggiamento consapevole dell'esigenza di ordinare,
controllare e guidare ogni processo d'intervento, perché non venga smarrita la
linea politica di una operazione complessa condotta sinergicamente delle varie
componenti politiche, economiche e sociali della città, evitando così, ogni
possibile errore che può scaturire dall'improvvisazione o da un’esigenza
estranea all’interesse collettivo.