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martedì 17 aprile 2012

Caltanissetta: centro storico parte integrante della città-territorio



A proposito del centro storico nisseno, ripeterei, in breve, quanto ho proposto qualche tempo fa (se può bastare), per fugare in quanti non mi conoscono, l’immagine “disfattista” che mi attribuiscono.
G. P.: Lavori in corso
Prima di tutto, lo rammento per me stesso, il centro storico è parte integrante del sistema città-territorio. E non posso fare a meno di esternare il mio timore che a Caltanissetta incomba l’assurda scelta, mai accantonata ma tenuta in sonno, di calare dall’alto (per scelta del “principe”) una sorta di edilizia economica e popolare nei quartieri più degradati del centro, in via di crollo, espellendo gli attuali residenti.
Comunque, sembrerebbe velleitario occuparsi di centro storico, come spesso si fa, senza avere indagato  la composizione sociale di chi occupa le abitazioni più o meno degradate di detto centro, stabilito quale indirizzo dare all’economia locale e territoriale, conoscere qual è l’offerta/domanda di case, sapere quali tendenze sono presenti nelle varie classi d’età della popolazione nissena, quanto è presente in città l’invecchiamento della popolazione, etc.. Insomma, recupero sì ma a patto che all’insieme di dati appena accennato si aggiunga la consapevolezza che lo stock edilizio da recuperare è vasto e che le risorse sono assai limitate. Tutte informazioni propedeutiche che fanno prevedere tempi lunghi per la realizzazione e un processo articolato che si auspica possa essere anche partecipato.
Il recupero del tessuto urbano è un fatto complesso il quale, non si esaurisce con la sola riqualificazione del centro storico (in termini edilizi) ma che integra altre azioni di ecologia urbana. Si fonda e considera la funzione abitativa come elemento inscindibile da altre attività e modalità insediative (servizi, artigianato, commercio, tempo libero, ecc.) mettendo al centro di tutto il cittadino. Il ruolo decisivo che deve avere il recupero, riguarda il problema abitativo e i processi (trasformazioni d'uso e di tipologie, vendite frazionate, sfratti, costi d'affitto alti, ecc.) che si riflettono negativamente sulla domanda di nuove abitazioni per un riuso più equo e in grado di mantenere la naturale varietà sociale e funzionale di un centro storico.
Del processo di recupero di tutte le parti degradate della città, a partire dal centro storico, se ne deve fare carico il comune, istituendo un ufficio casa in coincidenza dell'istituzione ufficio espropri previsto dal testo unico 327/2001.
La gestione del processo di recupero riguarda il governo degli interventi necessari e urgenti adesso in centro storico ma in prospettiva, inevitabilmente, riguardanti l'intera città. Appalti, convenzioni, contratti, ecc. e ogni altro atto inteso a gestire il patrimonio edilizio (pubblico e privato) che s'invecchia, non rappresenta un fatto episodico ma un evento ciclico di cui il Comune deve averne "il polso" costantemente, se vuole evitare il fenomeno dell'abbandono e il degrado progressivo di parti della città.
Una gestione governata del processo di recupero del centro storico e a seguire, a rotazione, altre parti della città, porta benefici a tutti. Stabilizza la mano d’opera nell’edilizia, contrariamente agli episodici assalti al territorio per periodiche espansioni, non necessarie, della città verso la campagna e fa da volano a tutta l’economia locale. L’indotto di una politica ecosostenibile oltre a movimentare il lavoro produce know how e migliori condizioni di vita della città.
Bisogna fare presto!  È necessario che il processo di recupero parta ora.
Si dovrebbero intercettare tutte quelle risorse strutturali pubbliche e private che vogliono innovare nel campo del risparmio idrico, energetico, della ricerca, del recupero, ecc.. Il progetto articolato di rinascita della città a partire dal centro storico, potrebbe rappresentare la “Costituzione” per rivedere quei programmi, piani, progetti  e regolamenti comunali che guidano e indirizzano le varie attività territoriali.
 La politica del recupero che vuole sortire due effetti: soddisfacimento del bisogno abitativo e restituzione di un'immagine cittadina del costruito rispettosa della storia e della cultura che ha stratificato la città, non può trascurare la delicatezza che investe le decisioni sulle modalità di intervento, e per questo deve poter disporre di imprese e maestranze competenti, in grado di eseguire gli interventi nel rispetto dei canoni del restauro.
La istituzione di un apposito cantiere pilota legato a delle lezioni in aula, avente per obiettivo la formazione-lavoro, può essere il primo passo.  Anche l'apposita scelta di un isolato, meglio se di proprietà comunale che ben si presta allo scopo, serve, se coadiuvata da un opportuno progetto istruttivo-pratico di restauro, ad avviare un dialogo con la parte più scettica dei cittadini che in quel cantiere può constatare la validità del recupero.
A mo' d'esempio, si può pensare che, cantiere ed aula possano essere trasparenti mediante una web-camera per chi, interessato e non, vuole conoscere come si sviluppano giorno per giorno formazione e lavoro.
In altre parole, per il recupero del centro storico, è necessario un atteggiamento consapevole dell'esigenza di ordinare, controllare e guidare ogni processo d'intervento, perché non venga smarrita la linea politica di una operazione complessa condotta sinergicamente delle varie componenti politiche, economiche e sociali della città, evitando così, ogni possibile errore che può scaturire dall'improvvisazione o da un’esigenza estranea all’interesse collettivo.