FONTANELLE
ASCIUTTE
Chi si trova a
passare per il Parco città di Bologna non può fare a meno di notare che la
fontanella a forma di fungo non zampilla più acqua sin dal momento della crisi
idrica del bellunese. Ugualmente a secco è la grande fontana di Piazza dei
Martiri e alcune altre in giro per il centro storico.
Fa molta tristezza vedere il “fungo” privo della funzione
cui è stato destinato: non fornisce più
una sola goccia d’acqua ed è in evidente degrado. Sembrerà strano, ma la mancanza d’acqua nella
fontanella toglie parte della vitalità del Parco. Fa mancare il cicaleccio e gli
scherzi dei bambini, il gradito scroscìo d’acqua, una brulicante presenza di
vita, nel suo intorno.
Non è retorico dire che una fontanella con il suo elemento principale: l’acqua, oltre ad offrire una sensazione di relax, salute ed estetica, concorre con l'approccio olistico all’espressione
più intrinseca della vita. Comunque, ora che, forse, è rientrata l’emergenza idrica, si spera, che la distribuzione del prezioso liquido nelle
fontanelle pubbliche del centro storico - antico simbolo di vita associata dove
l’acqua di tutti si attingeva con ogni sorta di contenitore - dovrebbe
riprendere. La stagione estiva si annuncia con i suoi caldi sempre più bollenti
e anche una semplice fontanella con la sua acqua è un’immagine che promette sensazioni
di frescura e di benessere. Costituisce un
refrigerio non solo fisico ma anche psicologico. Un’icona di bene
indispensabile per l’uomo e sindrome d’oasi che fa sempre bene.
L’idea dell’acqua, comunque non deve fermarsi solo ad un semplice ritorno al passato. Riapriamo
dove si può e tutto è stato fatto! Il
problema dell’acqua è ben più complesso e ai giorni nostri di contesa tra
pubblico e privato andrebbe affrontato con nuovo spirito di responsabilità.
Belluno il problema dell’acqua di recente lo ha vissuto come
emergenza che si ripete tutte le volte che la meteorologia fa le bizze o, da
altra prospettiva, da quando il bene acqua ha mostrato, diciamo, delle “falle”
nella gestione. Gestione che, derivata da una scelta multiutility, si è rivelata
più di carattere finanziario che non di servizio pubblico essenziale.

Mi permetto di farle notare alcune cose:
RispondiElimina1) lo stato di crisi idrica, dichiarato dalla Regione del Veneto http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioOrdinanza.aspx?id=239957
2) le relative ordinanze emesse da Regione e Comuni: quella del Comune di Belluno, nello specifico, è ancora in vigore http://alboonline.comune.belluno.it/albopretorio/AlboDownload.jsp?ID_BLOB=26030&ID=34533&saveAs=det_ord_2012_65.pdf&mimetype=application/pdf&p7m=
3) i richiami di BIM GSP, che dichiarano l'emergenza siccità e ricordano lo stato di crisi idrica che emerge chiaramente dai dati contenuti nei rapporti dell'ARPAV, e impongono un uso responsabile dell'acqua.
Prima di compiangere lo zampillio di una fontanella, sarebbe opportuno documentarsi sui motivi che hanno portato al suo temporaneo spegnimento.
Interessante l'intervento, perché denota la mia stessa attenzione per ciò che accade attorno ad ogni cittadino. Alla rispettabile opinione, mi permetto di argomentare che non parlavo di scialacquare con la poca acqua che ci rimane e nel mio ristretto ragionamento volevo introdurre la necessità di affrontare la questione acqua in una prospettiva d’uso economico e responsabile. Forse, quando indicavo la luna ci si è voluto limitare a guardare il dito. È vero che poco meno di un terzo del testo ha un taglio quasi nostalgico, da sognatore, ma è utilizzato per introdurre una riflessione sulla quasi endemica crisi idrica. Il risparmio idrico che sintetizzo in pochissime parole non è “oltraggioso” per alcuno, è più oltraggioso continuare a fare la cicala d’estate e non pensare che una seria programmata politica dell’uso dell’acqua: potabile, industriale e agricola, una raccolta delle acque pluviali, una doppia circuitazione, il ricircolo, etc. sono il percorso obbligato per i prossimi anni.
EliminaPrometto, che prossimamente chiederò a Lei dove documentarmi prima di esprimere una mia libera opinione.
come già detto nel commento precedente i rapporti arpav sono piuttosto allarmanti http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/acqua/file-e-allegati/bollettini/risorsa-idrica/2012/Bollettino%20n.%20123%20del%2031%20maggio%202012.pdf Meno 21% di precipitazioni e sopratutto l'innevamento è diminuito del 60%. Sono numeri per cui non " basta semplicemente ridurre il flusso" e mi sembra chiaro non si tratti di semplici "bizze" metereologiche, la questione è seria e considerato che alcune frazioni (salce e giamosa) rimangono spesso senz'acqua, riaprire le fontane per "offrire una sensazione di relax" mi sembra un'idea oltraggiosa verso chi è costretto a razionare l'acqua per lavarsi.
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