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giovedì 22 marzo 2018

BELLUNO: ATTENZIONE AGLI ALBERI !



Nell'annunciata potatura, il Comune si ricordi del patto dei Sindaci 
(riduzione dell'anidride carbonica)

La questione degli alberi non è solo locale e Italia Nostra se n'è accorta.
Ci risiamo. Ogni anno il Comune, comunica il consueto taglio degli alberi presentandolo come potatura, diventata oramai anche abbondante capitozzatura tout court, come giustificato intervento di manutenzione del verde cittadino. Via Tiziano Vecellio, nella comunicazione ufficiale del Comune, viene indicata anche come luogo per una revisione della “salute” degli alberi e una “messa in sicurezza”, che potrebbe significare, anzi significa: taglio delle malcapitate piante che risulteranno non “sane” e/o non “sicure”. A costo di fare “peccato”, come diceva Andreotti: “quando si pensa male spesso si indovina”, questi annuali tagli a noi sembrano contraddire la legge n. 10/2013 che si richiama al protocollo di Kyoto per la qualità dell'aria. L'importante funzione naturale e decorativa che svolgono gli alberi, ha sicuramente un costo ma la ricaduta in benefici è alta. La vivibilità in termini di ossigeno e l'immagine del verde che arreda, sono elementi che mantengono alti salubrità e profilo della città.
Ricordo all'occorrenza, che Belluno non ha, per esempio, ancora fatto il censimento degli alberi monumentali e la Regione non si è ancora attivata con i suoi poteri sostitutivi, al fine di garantire la tutela delle essenze monumentali in loco.
Temiamo che Belluno, di questo passo, anno dopo anno sta perdendo la sua identità di città giardino (niente a che vedere col pensiero di Howard delle "Garden city"). E allora viene il sospetto che è già stato avanzato da tempo: non sarà che con l'abbattimento sistematico degli alberi si vuole ridurre nel bilancio comunale la relativa spesa della manutenzione?
Sarà scelta economica di una qualche valenza, ma non certamente una scelta di “salute” e di mantenimento del complessivo decoro urbano, per i cittadini.




Giuseppe Cancemi

venerdì 16 marzo 2018

Amministrare con verità e chiarezza


E dopo le recenti elezioni... 


risultati elettorali del 4 marzo, in termini grossolani, ci dicono come hanno votato le due italie: Nord e Sud. Per la prima, con una disoccupazione contenuta, il voto ha rappresentato l'avversione per il peso delle tasse e una percepita sicurezza focalizzata verso il diverso, lo straniero ma, comunque, di un territorio che economicamente tira. Per il Mezzogiorno invece, con un alto tasso di disoccupazione, ha fatto eco la promessa di un cosiddetto “reddito di cittadinanza”. In parole povere un annunciato soccorso alla fascia di povertà mediante un minimo salario di sopravvivenza. Un Sud sofferente, che si muove a fatica nel panorama economico italiano.

Caltanissetta, profondo Sud, non ha smentito il risultato nazionale. Anche qui i partiti si sono classificati come in tutta Italia ma con la specificità scontata del primo partito mov. 5 stelle, che intercettando alcuni endemici bisogni della gente si fa carico come in altre parti della Sicilia della diffusa povertà. Povertà, non come solitamente si intende, economica, ma che andrebbe distinta nelle sue differenziazioni.
Nel nostro caso, infatti, non si tratta di una motivazione ascrivibile alla sola economia ma piuttosto ad una diffusa incapacità di affrontare e gestire l'esistente con cognizione, tempistica adeguata e impegno, anche a costo di personale sacrificio. Insomma ciò che non sono mancate e mancano nella nostra città non sono le occasioni ma piuttosto la capacità di scovarle e gestirle con cognizione di causa. Da tempo, oramai, i Comuni per effetto del cosiddetto patto di stabilità hanno bilanci non soddisfacenti per i bisogni dell'ente amministrato, debbono attingere ai finanziamenti nazionali ed europei concorrendo ai vari bandi ad hoc e, dunque, debbono avere capacità di intercettare ciò che viene pubblicato da questi.

Per fare qualche esempio, vivendo in altra città io che sono nisseno, ho l'occasione di paragonare ciò che accade in loco con quello che si fa a Caltanissetta in merito alla ricerca di finanziamenti col meccanismo dei bandi. Non di rado osservo, che Belluno nella partecipazione ai detti bandi non ne manca uno, mentre lo stesso non accade per la mia città di origine. E questo fa nascere in me un dubbio: perché mai non partecipa anche Caltanissetta? Non avrà progetti nel cassetto o non è in grado di produrne nuovi ed appositi?
Ultimamente a livello nazionale è stato pubblicato un bando di finanziamento per città metropolitane e capoluoghi che avessero presentato dei progetti per la “riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”. Caltanissetta lo ha fatto e si è classificata al 49° posto, ottenendo 7.787.874 €, nulla da eccepire si direbbe, ma come mai tanti altri capoluoghi, siciliani e non, anche con meno abitanti, hanno ottenuto 18 milioni (tetto massimo) o poco meno?

Il Comune di Belluno, per esempio, città sempre ai primi posti nelle classifiche di vivibilità, con i 18 milioni ottenuti ha molti progetti pronti e già discute con i cittadini delle scelte progettuali fatte, proprio in questi giorni. Per questa stessa opportunità, correggetemi se sbaglio, a Caltanissetta non si intravede e non si sente nulla. Perché?
Mi chiedo quali progetti avrà presentato per ottenere così poco col bisogno che c'è in città. Speriamo che almeno la ricaduta dei progetti abbia saputo interpretare il “materiale e l'immateriale” delle scelte. Insomma se c'è nel quadro sistemico della città, un nesso tra quanto si vuole riqualificare e l'utilità e/o i bisogni dei cittadini utenti, nonché tanti altri progetti per la città non presentati ma pronti per altri finanziamenti. Con l'occasione non posso fare a meno di ricordare il centro storico abbandonato al degrado e domando: nella riqualificazione, è compreso quest'ultimo?

A giudicare dai social Caltanissetta appare vivace e propositiva, ma si ha anche la sensazione che tutto ciò che viene mostrato è solo apparenza. Si levano voci che si vuole dare un'ospitalità dignitosa ai profughi con la caserma “ Capitano Franco” ma non mi sembra che alcuno abbia fatto passi per chiedere al demanio la cessione di proprietà verso l'ente locale. Belluno, anch'essa città italiana, ha in corso un paio di trattative, quasi concluse, in cui il demanio cede la proprietà di alcune caserme e spazi annessi al Comune.
Sempre attraverso i social si fa un gran parlare di cultura, e Caltanissetta ha tutte le carte in regola per fare della cultura un business, ma non mi sembra che si siano intercettate tutte quelle risorse europee, siciliane e nazionali che in questi anni sono state messe su pubblico bando.

Lo scrittore Carofiglio in un suo ultimo libro, interessante perché attraverso una conversazione induce a riflettere su politica e verità. Citando qualche aforisma o fatto accaduto vuole significare che i “volontari”, nei cataclismi, per aiutare gli altri debbono mettere “i piedi nel fango” citando un pensiero di Orwell per i politici realisti. Riferendoci al nostro contesto può significare anche per noi una riflessione: dalle difficoltà bisogna saperne trarre consapevolezza se si vuole incidere e migliorare le cose.
Ai miei conterranei che si occupano di politica, la cui azione incide sulla sorte di altri cittadini, vorrei dire, da comune cittadino, che verità e chiarezza alzano il livello sia della comprensione che della condivisione.

Giuseppe Cancemi


Il partigiano "Ciro" - Caltanissetta/Belluno




IL PARTIGIANO SALVATORE CACCIATORE DETTO “CIRO”

CHI ERA “CIRO”



(dalla recensione del libro di Enzo Barnabà)


La Jugoslavia e i Paesi nati dalla sua frammentazione, la seconda guerra mondiale, la memoria e la lotta partigiana per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo sono i temi centrali di questo fine lavoro di ricerca raccontato in veste di romanzo storico. Al centro della vicenda c’è la figura del partigiano Salvatore Cacciatore, nome di battaglia “Ciro”, giovane siciliano che lasciò il seminario poco prima di prendere i voti per andare a combattere in Africa, poi a Pordenone. Dato per disperso in Russia, tra il 1943 e il 1945 combatte invece nelle file partigiane e viene impiccato ai lampioni della piazza centrale di Belluno con tre compagni di lotta. È il 17 marzo 1945 e da allora quel luogo ha preso il nome di Piazza dei Martiri. In questo libro c’è la sua storia, quella del movimento di liberazione nel Nord Italia e le vicende di un figlio alla ricerca del padre.
È la nostra storia, quella narrata in questo ottimo libro. Da Milano a Dubrovnik, dalla Sicilia a Roma, dalla Carnia alle Dolomiti. Per finire sui lampioni di Piazza dei Martiri a Belluno. Quella storia in cui uno dei capi della Resistenza, le cui fila in montagna s’ingrossavano di giovani smossi dall’appello di Concetto Marchesi all’Università di Padova, aveva il volto di un ragazzo siciliano”. (Luca Barbieri)

Con l'occasione si ricordano alla città alcuni ...

Altri uomini della resistenza di Caltanissetta e provincia

Pompeo Colajanni “Comandante Barbato”

Nato a Caltanissetta il 4 gennaio 1906, morto a Palermo nel 1987, avvocato.
ufficiale di complemento di cavalleria durante la seconda guerra mondiale, subito dopo l'8 settembre del 1943 organizzò in Val Po, presso Borgo San Dalmazzo, con i suoi soldati, altri ufficiali e civili, una delle prime bande partigiane (il distaccamento garibaldino "Pisacane"), da cui si sarebbero poi sviluppate, brigate, divisioni e raggruppamenti di divisioni. Il nome di "Barbato", divenuto comandante della VIII Zona (Monferrato) e vicecomandante del Comando militare regionale piemontese, divenne presto leggendario per le imprese delle formazioni al suo comando e per la competenza militare.

Gaetano Butera

    Caduto
    Medaglia d'Oro al Valor Militare
Nato a Riesi (Caltanissetta) l'11 settembre 1924, ucciso a Roma il 24 marzo 1944, decoratore, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.

Salvatore Auria

    Caduto
    Medaglia d'Argento al Valor Militare
Nato a Sommatino (Caltanissetta) il 18 ottobre 1916, caduto a Strabatenza (Forlì) il 21 aprile 1944, Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Salvatore Jannello

    Perseguitato Politico
Nato a Sommatino (Caltanissetta), ucciso a Montbuzat (Francia) il 22 aprile 1944, minatore.

Leonardo Speziale

    Perseguitato Politico
Nato a Serradifalco (Caltanissetta) il 4 settembre 1903, morto a Gela (Caltanissetta) il 20 aprile 1979, operaio e dirigente politico sindacale.



Belluno, 17 marzo 2018