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venerdì 18 dicembre 2015

Belluno e le "paline"

 LE INDICAZIONI TURISTICHE RICHIEDONO MAGGIORE ATTENZIONE NELLA COLLOCAZIONE E PRINCIPALMENTE IN QUELLO CHE VOGLIONO COMUNICARE

"Palina" assediata dagli sbarramenti
Nei regolamenti comunali, da tempo, esistono norme sull’ornato e sul decoro urbano, con il compito di difendere e/o mitigare il danno anche d'immagine che non di rado, edificato e arredo vario portano alla città costruita. In centro storico da qualche giorno, sono comparsi degli espositori a forma di parallelepipedo, in alluminio, tappezzati con cartine della città il cui scopo sembra essere quello di informare su alcuni precisi percorsi turistici i visitatori. A primo acchito c'è da dire che questi parallelepipedi - non si sa perché chiamati impropriamente paline - entrando a far parte integrante del già fragile sistema cittadino degli arredi, andavano collocati con una maggiore complessiva attenzione. Non male l'idea di guidare attraverso percorsi ben individuati chi vuole praticare un turismo, non troppo fai da te, affidandosi ad una visita del centro storico “confezionata”. Criticabile invece resta l'oggetto (bacheca e rappresentazione dei percorsi) che si è potuto intravedere in questa allocazione di segnaletica non certo guidata da una cultura di comunicazione visiva, diciamo, alla McLuhan.
Ricordo che ancor prima di questa collocazione di “paline” in centro storico, esistevano segni sui marciapiedi come frecce e cerchietti numerati, in vari colori, di dubbia utilità turistica allo scopo. Quest'ultima rappresentazione visiva ad altezza d'uomo, invece materializza, con il citato volume geometrico, la guida dei 5 percorsi diciamo: "consigliati". Obiettivamente non si può non dire che l'introduzione di queste “paline” confligge con l'estetica della città antica, per la foggia e per il suo stesso materiale. Non meno criticabili appaiono la collocazione che non è delle migliori ma, soprattutto, l'oggetto della comunicazione non semplice e ancor meno intuitivo. Vero è che tutto può essere opinabile, ma la forma, il materiale, le cartine topografiche e persino la collocazione non esprimono né un design ricercato del totem turistico (e non palina), né la sapiente collocazione, e neanche una facile lettura dei percorsi.
"Palina" bi-facciale poco distante dall'inferriata. 
Senza volere essere pignolo dico soltanto che, per esempio, in ogni postazione non è chiaro il punto dove si trova in quel momento chi legge. Bastava rifarsi al sistema usato dalla protezione civile: "tu sei qui" e il segno relativo. Per avvalorare ulteriormente quanto asserito, basta guardare anche alcune di queste “paline” per verticalità e orientamento della collocazione rispetto al contesto urbano che si vuole mostrare.
Insomma, penso che il centro storico di Belluno ha un suo genius loci che deve sempre essere rispettato. La progettualità, specie in detto luogo non può e non deve essere solo in funzione dell'oggetto fine a se stesso e basta. Ciò di cui deve principalmente occuparsi sono: la irrinunciabile funzionalità, una ricercata forma, l'opportuna scelta dei materiali, il luogo di posizionamento e le modalità di collocazione, infine per ultima, ma non l'ultima, dell'ambientazione. Solo così non si corre il rischio che con le introduzioni di nuovi arredi urbani si collochino eventuali non richiesti orpelli.


Giuseppe Cancemi