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sabato 30 giugno 2012

Caltanissetta, una speranza...!


 
RECUPERO DEL CENTRO STORICO PER UNA CITTÀ DEI CITTADINI

  Nonostante la vasta letteratura in materia di recupero urbanistico diffuso negli anni ante ‘80 e seguenti, il Meridione e la Sicilia non hanno saputo approfittare dell'esperienza altrui in fatto di restauro dei loro centri storici. E' stato perso il treno della rivitalizzazione dell'area storica, rappresentativa di ogni città. Il degrado ha preso il sopravvento di molti centri storici del Sud Italia. Oggi ci troviamo in un raffronto valoriale italiano, non solo economico, che penalizza le città meridionali. I centri degradati o rinnovati (sic!), non godono certo di alcuna attrattiva turistica, anzi spostano proprio il turismo verso quei centri che hanno saputo conservare i segni storici e la memoria del "genius loci ". In altre parole pochi centri, forse solo quelli rinomati, al Sud hanno il privilegio di essere visitati beneficiando dell'indotto, gli altri vengono bypassati. Caltanissetta, non può dirsi una città il cui turismo prospera. Ha più volte pensato maldestramente di recuperare il centro storico senza riuscirvi. Il pensiero predominante è sempre stato quello di abbattere e ricostruire alcuni noti nostrani quartieri, con noncuranza per il destino di chi si trova ad  abitare quelle "spregevoli case" che comunque nella loro sicurezza/insicurezza, confort/disagio rimangono più accessibili economicamente delle altre.
 La cultura del nuovo a tutti i costi, finora è prevalsa sulla conservazione e sul mantenimento dei residenti in condizioni di dignitosa mista convivenza. L'ultima trovata della "grande piazza" è un bluff che muove da una logica deleteria praticata in assenza di progettualità di medio e lungo respiro e di coraggio politico: esiste un finanziamento per ... chiediamolo e realizziamo l’opera! Specie se non incomoda alcuno (come nel nostro caso).

Siamo in grande ritardo per un serio recupero del centro storico, ma non tutto è perduto. L'Ente Comune deve avere il coraggio di programmare, progettare e gestire passo passo  interventi leggeri di recupero a partire dal patrimonio comunale, in aiuto e con il contributo lavorativo delle fasce più deboli di residenti del centro storico e non.  Aprire cantieri, con patti ad ampia partecipazione e condivisione è la via maestra. Sindacati, scuola edile, I.A.C.P., confindustria, privati investitori, ecc.  sono gli interlocutori che, con il Comune, possono rilanciare il settore edilizio, diversamente dal solito modo espansivo con nuove costruzioni. Questa volta la sfida deve essere risolutiva. Il rinnovo, a partire da adesso, deve diventare ciclico sullo stock edilizio pubblico e privato esistente. In questo modo si hanno non pochi vantaggi, vedi: stabilizzazione della mano d'opera e delle imprese, risparmio di suolo e dei costi d'urbanizzazione, un'immagine del centro storico rappresentativa, dell'umanità che l'ha attraversata in tempi remoti, e di dignità.

Il Comune cominci con il censire il suo patrimonio edilizio effettivo che può diventare abitativo e renda pubblici i dati. Affidi al suo ufficio urbanistico e  allo I.A.C.P.  la redazione di un programma di restauro edilizio-urbanistico; chieda agli altri Enti territoriali come intendono partecipare; espliciti con quali incentivi intende incoraggiare le iniziative edilizie private di manutenzione, prevalentemente.

Si può partire infine, alla ricerca di risorse economiche che corroborino l'inizio di un così ambizioso progetto di nuova politica urbanistica che, anche se dai tempi lunghi, può fare da volano allo sviluppo sociale ed economico di cui Caltanissetta ha urgente bisogno.