Aggiungi...


Condividi questo articolo

martedì 5 settembre 2017

Caltanissetta e le facili demolizioni

ATTENZIONE ALLE DEMOLIZIONI FACILI!
Mi chiedo e chiedo, che fine farà l'ex distributore di via Sallemi (incrocio "Grazia") la cui forma architettonica, da non sottovalutare, ricorda opere importanti come la stazione Termini di Roma o lo stadio di Padova e altri ancora sempre per l'ardita pensilina?
Non potrebbe essere restaurato e reso fruibile, per esempio, per la pro loco di Caltanissetta, come reception?







E LE ISTITUZIONI STANNO A GUARDARE

Ecco che ancora una volta si presenta alla comunità nissena un altro immobile che nell'immaginario collettivo rappresenta un pezzo di storia della Città. Gli anni cinquanta di quel distributore, sono per la città quelli che oggi si ricordano come gli


anni del boom economico. Peggio ricordati, più tardi, come quelli de "le mani sulla città", mutuando il titolo del noto film di Francesco Rosi. A quel tempo la Soprintendenza non esisteva e i primi scempi si sono fatti nella via delle Medaglie D'Oro, a scendere verso il cimitero, e in via Re d'Italia, con insensati diradamenti. L'istituzione della Soprintendenza, fortemente richiesta da Italia Nostra, di qualche decennio fa, è servita sì a disciplinare (molto moderatamente) gli interventi sul centro storico degli anni a seguire, ma non li ha arrestati. Nel frattempo il Comune, con il suo immobilismo proverbiale ha lasciato che il cuore della città si degradasse giorno dopo giorno.
Siamo oramai agli scampoli. Le ultime tracce, di un vissuto che racconta, vengono facilmente cancellate e mentre si compiono gli ultimi scempi le istituzioni stanno a guardare. Il Comune non esercita il suo potere di discernimento e la soprintendenza, nel silenzio ufficiale, lascia solo trapelare un "vorrei ma non posso".
Un occhio al PRG vigente per conoscere se il "casotto" è compreso in zona A, diventa un'impresa impossibile. Le planimetrie sono illeggibili. Non posso fare a meno di notare che la trasparenza dei rispettivi siti di Comune e Soprintendenza ha un basso livello. Non a caso "la Bussola", che non è quella nota dove cantavano le star degli anni '60, ma quella della trasparenza dei siti web delle PA per entrambe le istituzioni: una non la conosce e l'altra quasi. Per il Comune diciamo che la trasparenza, ai fini del Decreto legislativo n.33/2013, è al 5% degli adempimenti di rispondenza, pari a 4 su un totale di 68, mentre la Soprintendenza è totalmente sconosciuta. Entrambi i siti, in perfetta sintonia di disprezzo per l'utente della città: "io so io e voi non siete un c...o".
Chi si dovrebbe occupare della tutela delle cose immobili, compreso l'esame di tutte le questioni urbanistiche relative ai piani regolatori, facendo trapelare che non sono trascorsi i canonici 50 anni per potere vincolare il bene, dice il vero. Trascura però, l'istituto del vincolo indiretto che tutela anche i caratteri del contesto.
Infatti, assicurando attraverso le prescrizioni anche le aree e/o gli edifici circostanti, che possono non essere necessariamente confinanti, si mantiene quell'integrità, quella prospettiva, quella luce che unitamente alle condizioni d'ambiente tutelano il complessivo decoro di un luogo che ha carattere storico.
Il Comune, la cui attività non sembra essere quella di motu proprio ma sempre per iniziative di altri, nel nostro caso un decreto ministeriale che intima la bonifica di un sito, non sembra volersi assumere alcuna responsabilità del soprassuolo.

Due istituzioni, stessa voglia di non impelagarsi in qualcosa che poi, alla fine, potrebbe dare alla città un segno di speranza. 

Giuseppe Cancemi