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mercoledì 11 gennaio 2012

MASTERPLAN di Cavarzano - Belluno



Belluno, proprio nei giorni scorsi, lamentava un saldo naturale negativo. Una differenza tra nati vivi e morti da una cifra, ma che denuncia una diminuzione della popolazione, nonostante un costante flusso immigratorio  favorevole al saldo sociale sino al 2009. Contemporaneamente, si parla di espandere l’edilizia nell’abitato di Cavarzano.  E qualcuno  a quest’ultimo annuncio, attraverso la stampa, lamenta l’inopportunità temporale del Masterplan per Cavarzano data la criticità del settore edilizio,  leggendo nella  urbanizzazione  una inadeguatezza  stradale e definendo l’intervento una nuova cementificazione.
 Incuriosito, ho dato un’occhiata al Masterplan del Comune e rilevo, che si tratta di un “programma costruttivo” senza infamia e senza lode. Escursus storico dell’area di sviluppo edilizio, alcune note che pomposamente si esprimono in termini di “pianificazione”,  “sostenibilità ambientale”, qualità della vita” ma stringi stringi il vero e unico scopo, in soldoni, si rivela nei metri cubi da costruire e a chi inizialmente (tra pubblico o privato) dovrà provvedere alle  opere di urbanizzazione, alla viabilità, al verde e ai parcheggi prima che i volumi prendano il via. Nella relazione del Masterplan sono assenti i cittadini, destinatari di questa progettualità tutta protesa a ricavare nuovi volumi edilizi e poco accorta al vero e proprio insediamento delle persone presenti e future.  Si dà via libera a nuove costruzioni senza un minimo di analisi sociale, economica ed abitativa. Tanto per citarne qualcuna, per esempio: quale rapporto esiste tra insediati attuali e futuri  di Cavarzano  e standard residenziali?  Si conoscono i fabbisogni abitativi della città e in particolare quelli espressi /da destinare a Cavarzano, diciamo per i prossimi vent’anni?  Quanto inciderà a Belluno la presenza crescente di stranieri non più fenomeno temporaneo?
Masterplan come operazione a supporto dell’economia  è un “pannicello caldo” anche per il settore dell’edilizia che ha bisogno di stabilità e continuità.  Le ondate di nuove costruzioni  edilizie non giovano all’economia complessiva di una comunità che agisce con prospettive di lunga durata, come dovrebbero essere quelle di una politica di sviluppo sostenibile. Si movimentano risorse sì ma per poco tempo,  mentre si aumentano gli squilibri faticosamente raggiunti  da anni di adeguamento e adattamento.
Il settore edilizio è un importante elemento del sistema produttivo locale e Cavarzano rappresenta una parte del territorio che andrebbe ricucita alla città tutta. Un intervento a solo scopo edilizio senza un progetto di sviluppo economico e sociale complessivo e sistemico, rappresenta un episodio che complica i rapporti spaziali, volumetrici e relazionali.  Si presenti dunque ai cittadini, non un prodotto confezionato più o meno bene ma un articolato studio che cataloghi bisogni, aspettative, risorse e linee di ipotizzate direttrici di sviluppo sistemico, che facciano comprendere perché e come l’area di Cavarzano entra nella progettualità territoriale complessiva. E tutti saremo più contenti!