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lunedì 6 gennaio 2014

PROGETTO PILOTA


CENTRO STORICO



LE ISTITUZIONI, SE NECESSARIO, HANNO IL DOVERE DI FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI AL DESTINO DELLA CITTA'

Nella mia modesta nota che segue, alla maniera del naufrago che cerca aiuto col messaggio affidato alla bottiglia in pieno oceano, vorrei comunicare alla ministro prof.ssa Carrozza un non raro esempio di come i vertici della cultura, le università, nell'interland che le ospita, non offrano quel riferimento culturale autorevole che rappresentano. Non di rado sembrano avvitarsi in esercitazioni, fine a se stesse, consumando sempre più scarse risorse economiche del contribuente, senza un effettivo ritorno per il territorio.

Accade, per esempio, che a Caltanissetta si sta pensando di "consumare" l'ultimo "scampolo" di territorio come il centro storico - dopo che gli ultimi diciamo "spazi di completamento", indicati nel PRG con la lettera B sono stati saturati - senza che la vicinissima Università Kore di Enna abbia speso una sola parola.

Detta università ha un corso di laurea in architettura con autorevoli docenti ma che si tengono ben lontani da un dibattito che vede come antagonisti in un cosiddetto "Piano pilota" Italia nostra regionale, alcuni professionisti e cittadini vari. La contesa riguarda il destino di un centro storico la cui velleità del Comune (di Caltanissetta) è quella di volere avviare un recupero urbanistico ed architettonico, in solitudine.

Ma non è solo l'università che ignora cosa sta succedendo a Caltanissetta in tema di recupero del centro storico, perchè in varie occasioni il Dipartimento regionale dell'urbanistica, l'Assessorato beni culturali e la locale Soprintendenza bb. cc. sono state chiamate in causa senza alcun risultato. Probabilmente ancora la politca o meglio i politici ritengono che la partecipazione è un optional che serve solo in alcuni momenti, quando bisogna agevolare qualcuno o qualcosa. Insomma, ognuno si coltiva il proprio orticello senza disturbare alcuno.

E tutti vivono... indisturbati e contenti!

Tutto ciò mi sembra molto triste, ancora non si vuole capire che le Istituzioni non possono e non debbono rimanere "dormienti" quando si tratta specialmente del destino di un'ntera città SENZA IL CONTRIBUTO DEI SUOI ABITANTI. Il Centro storico è il "salotto buono " della città ma soprattutto la carta d'identità dell'umanità che l'ha attraversato ed il suo destino non può e non deve essere lasciato ai cosiddetti esperti. E' convinzione, condivisibile, di J. J. Russeau che "la dove troviamo degli specialisti non troviamo dei cittadini". Si vuole che siano i politici e/o i tecnici a decidere, da soli, delle sorti di una città?


Giuseppe Cancemi