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Piazza dei Martiri |
Il silenzio
“assordante” delle istituzioni proponenti il progetto di nuova Piazza dei
Martiri, alla levata di scudi dei cittadini contrari agli interventi
strutturali prospettati, non lascia presagire alcun ripensamento per quello che
sarà il futuro della proposta da realizzare. Come cittadino, tra quelli che hanno
espresso un’opinione a titolo personale, speravo in un dialogo che coinvolgesse ordini
professionali, organizzazioni, associazioni, etc. ma mi rendo conto che… il
silenzio è d’oro! Si sa, la tecnica di
fare decantare le proteste come sfogo di primo momento, aiuta a superare le
contestazioni fino a lasciare poi mano libera ai cosiddetti esperti.
La questione comunque, per i cittadini che si
sono espressi nel merito, ha fatto emergere la necessità di restaurare prima la
scuola elementare “Gabelli” pur propendendo per una soluzione di natura
conservativa della piazza. L’organizzazione spaziale del luogo, la sua storia,
il suo modo di essere spazio vissuto da tramandare, in una parola il “Genius Loci” che rappresenta la piazza, non trova al momento alcuna controvoce
di confronto nelle istituzioni autarchiche, se non quella dell’originale
progetto in discussione. In fatto di
metodo il concepimento di questo progetto, anche se affidato ad un
“nobilissimo” concorso di idee, soffre di un difetto di democrazia e di una
debordante autonomia progettuale: mette in luce un poco pregevole metodo decisionale
che i rappresentanti dei cittadini si
"arrogano" nell’esercizio di un diritto da condividere con la
parte interessata (la comunità locale), e una delega con pochi o senza vincoli
ai progettisti “traduttori” di scelte che sono politiche.
Il copione è
un classico che si ripete per le opere pubbliche di un certo rilievo.
La
democrazia "dal basso"
vorrebbe invece che, nella conduzione di un progetto impegnativo, specialmente
quando incrocia la storia, la cultura o comunque la sensibilità di una
comunità, le scelte debbano essere "costruite" con la collettività,
in incontri dove la progettazione va fatta evolvere tra proposte e alternative
sostenibili.
Così non
sembra essere stato. Il timore che in sordina inizino i lavori e ci si trovi di
fronte al fatto compiuto non è remota.
L’altro aspetto che emerge, nella
scelta progettuale della piazza, su cui il silenzio istituzionale pesa, riguarda
la questione dell’ordine prioritario delle opere pubbliche. La scuola
elementare “Gabelli”, in attesa di restauro, per una moltitudine di cittadini
viene prima della piazza. Nessuno degli
“addetti” ha per questa “precedenza corale” sentito il dovere di informare che
i finanziamenti dei rispettivi interventi hanno due diversi percorsi.
E’ pur vero che per essere informati basta poco, ma
qualche informazione istituzionale in più attraverso la stampa, se non altro, potrebbe
servire per avvicinare il potere ai cittadini.
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Piazza dei Martiri - Illuminazione |
Collegandosi comunque via internet
con il sito Comunale, chi vuole può leggere che il Piano triennale delle OO. PP. prevede lavori
per la “Gabelli” in due lotti di 800.000 e 1.500.000 euro per gli anni 2012 e
2013, con finanziamento da “apporto di capitale privato” e una collocazione nelle
priorità in graduatoria al 6° e 7°posto nelle “articolazione della copertura
finanziaria”, a differenza di Piazza dei
Martiri che rientra in un finanziamento europeo ad hoc, in un articolato progetto
complessivo denominato: “Drava Piave Fiumi e
Architetture".
A mio modesto avviso, per concludere, senza confondere le
due cose, resta il fatto che la scuola “Gabelli” è stata inserita come opera da
finanziare in un processo non semplice di ricerca, per una sinergia tra
pubblico e privato tutto da sperimentare, mentre il progetto di Piazza dei
Martiri calato dall’alto, permane, e gli addetti tacciono.