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domenica 2 settembre 2018

Rigenerazione e recupero per Caltanissetta 2018/1


C'é ANCORA UNA SPERANZA?


Prima di tutto, lo rammento per me stesso, il centro storico è parte integrante del sistema città-territorio. E non posso fare a meno di esternare il mio timore che su Caltanissetta incomba l’assurda scelta, mai accantonata ma tenuta in sonno, di calare dall’alto (per scelta del “principe”) una sorta di edilizia economica e popolare nei quartieri più degradati del centro in via di crollo, espellendo gli attuali residenti, autoctoni e non, che resistono in condizioni di estrema precarietà.
Il centro storico, per una gran parte di nisseni, lo sappiamo, non è appetibile da un punto di vista edilizio. La conservazione storica e urbanistica, sia pur minima, che comporta l'area, non consente abbuffate di speculazioni. Ma non sanno che un centro storico che si conserva bene è la massima attrattiva per una città che vuole incamminarsi per uno sviluppo sostenibile.
Comunque, sembrerebbe velleitario occuparsi di centro storico, come spesso si fa, senza avere indagato la composizione sociale di chi occupa le abitazioni più o meno degradate di detto centro, stabilito quale indirizzo dare all’economia locale e territoriale, conoscere qual è l’offerta/domanda di case, sapere quali tendenze e attese sono presenti nelle varie classi d’età della popolazione nissena, quanto è presente in città l’invecchiamento della popolazione, etc.. Insomma, recupero sì ma a patto che all’insieme di dati appena accennato si aggiunga la consapevolezza che lo stock edilizio da recuperare è vasto e che le risorse sono assai limitate. Tutte informazioni propedeutiche che fanno prevedere tempi lunghi per la realizzazione e un processo articolato che si auspica possa essere anche partecipato.

Il centro storico, per una gran parte di nisseni, lo sappiamo, non è appetibile da un punto di vista edilizio. La conservazione storica e urbanistica, sia pur minima, che comporta l'area, non consente abbuffate di speculazioni. Ma non sanno che un centro storico che si conserva bene è la massima attrattiva per una città che vuole incamminarsi per uno sviluppo sostenibile.Comunque, sembrerebbe velleitario occuparsi di centro storico, come spesso si fa, senza avere indagato la composizione sociale di chi occupa le abitazioni più o meno degradate di detto centro, stabilito quale indirizzo dare all’economia locale e territoriale, conoscere qual è l’offerta/domanda di case, sapere quali tendenze e attese sono presenti nelle varie classi d’età della popolazione nissena, quanto è presente in città l’invecchiamento della popolazione, etc.. Insomma, recupero sì ma a patto che all’insieme di dati appena accennato si aggiunga la consapevolezza che lo stock edilizio da recuperare è vasto e che le risorse sono assai limitate. Tutte informazioni propedeutiche che fanno prevedere tempi lunghi per la realizzazione e un processo articolato che si auspica possa essere anche partecipato. Agli intellettuali nisseni dico di non rimanere più alla finestra ad aspettare gli eventi. Si sbraccino e si mettano al lavoro. Anticipino e aiutino quel pensare positivo che in città c'è ma fa fatica a mostrarsi. Qualcuno mi pare lo stia già facendo, ma una sola rondine non fa primavera! 

La penna, oltre ad essere demolitiva, disfattista, estremamente critica, può diventare suggeritrice, costruttiva, indicatrice di percorsi, insomma attiva anche solo criticamente sì, ma in modo costruttivo.

Giuseppe Cancemi

sabato 1 settembre 2018

Rigenerazione e recupero per Caltanissetta 2018/2




IL SENSO DI RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE DELLA 


CITTA'

Palazzo Moncada - Caltanissetta


Il recupero del tessuto urbano è un fatto complesso il quale, non si esaurisce con la sola riqualificazione del centro storico (in termini edilizi) ma che integra altre azioni di ecologia urbana. Si fonda e considera la funzione abitativa come elemento inscindibile da altre attività e modalità insediative (servizi, artigianato, commercio, tempo libero, ecc.) mettendo al centro di tutto il cittadino. Il ruolo decisivo che deve avere il recupero, riguarda il problema abitativo e i processi (trasformazioni d'uso e di tipologie, vendite frazionate, sfratti, costi d'affitto alti, ecc.) che si riflettono negativamente sulla domanda di nuove abitazioni per un riuso più equo e in grado di mantenere la naturale varietà sociale e funzionale di un centro storico.
Del processo di recupero di tutte le parti degradate della città, a partire dal centro storico, se ne deve fare carico il Comune, istituendo un ufficio casa in coincidenza dell'istituzione ufficio espropri previsto dal Testo Unico, D.P.R . n. 327/2001.
La gestione del processo di recupero riguarda il governo degli interventi necessari e urgenti adesso in centro storico ma in prospettiva, inevitabilmente, riguardanti l'intera città. Appalti, convenzioni, contratti, ecc. e ogni altro atto inteso a gestire il patrimonio edilizio (pubblico e privato) che s'invecchia, non rappresenta un fatto episodico ma un evento ciclico di cui il Comune deve averne "il polso" costantemente, se vuole evitare il fenomeno dell'abbandono e il degrado progressivo di parti della città.

Si dovrebbero intercettare tutte quelle risorse strutturali pubbliche e private che si propongono di innovare nel campo del risparmio idrico, energetico, della ricerca, del recupero, ecc.. Il progetto articolato di rinascita della città a partire dal centro storico, potrebbe rappresentare la base programmatica per ricomporre in un unicum quelle azioni tra piani, progetti e regolamenti comunali esistenti che guidano e indirizzano le varie attività territoriali.
La politica del recupero che vuole sortire due effetti: soddisfacimento del bisogno abitativo e restituzione di un'immagine cittadina del costruito rispettosa della storia e della cultura che ha stratificato la città, non può trascurare la delicatezza che investe le decisioni sulle modalità di intervento, e per questo deve poter disporre anche di imprese e maestranze competenti, in grado di eseguire gli interventi nel rispetto dei canoni del restauro.
I tempi lunghi inevitabili, per il recupero del centro storico attraverso un circolo virtuoso manutentivo della città, postulano un atteggiamento consapevole dell'esigenza di ordinare, controllare e guidare ogni processo d'intervento.

Perché non venga smarrita la linea di ricerca urbanistica di una simile operazione complessa, si richiede un'auspicabile sinergia delle varie componenti politiche, economiche e sociali della città. Solo così si possono evitare scelte in solitudine che possono tradursi in forzature, errori, improvvisazione o anche esigenze estranee all’interesse collettivo.


Giuseppe Cancemi