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mercoledì 24 febbraio 2021

Vento di nuove strade sulle Dolomiti

 

BELLUNO INSISTE SULL’ANTROPIZZAZIONE

Scandaloso è ciò che ha voluto significare la stampa locale per l’accaduto, in un giorno festivo (domenica) dopo le recenti olimpiadi di Cortina. È stato sottolineato che: “Tre consiglieri provinciali hanno impiegato tre ore e mezza per andare da Cortina a Longarone”. Come se i rappresentanti del popolo avessero un qualche diritto in più rispetto ad altri comuni cittadini. Ma questo poco importa.

Forse però, si voleva rimarcare di più, il disagio da sovraffollamento stradale rilevato. Nel dire dei malcapitati automobilisti, c’erano le maggiori difficoltà del momento rispetto ad altri weekend, perfino con impianti aperti. Nel resoconto giornalistico, non mancano le lamentele di buche stradali e l’indignazione per la figuraccia fatta ai recenti mondiali per questo collegamento viario (S.S. 51).

Un pezzo giornalistico come messaggio subliminale, che sembra incoraggiare un atteso aumento di viabilità, su tutto il territorio montano del bellunese, in vista anche delle attese olimpiadi del 2026. Legittime? Sì! Giuste aspettative per tutti? No!

La soluzione alla richiesta mobilità, andrebbe ricercata in una alternativa al crescente trasporto privato, con un vantaggioso incentivato trasporto pubblico, e un modificato stile di vita.

L’uomo, essere intelligente, dovrebbe sempre imparare dal suo vissuto e usare la sua memoria remota. Invece in alcune circostanze, per ciò che gli conviene, agisce e basta. Sa che valanghe, alluvioni, smottamenti, frane, etc. non sono solo calamità naturali, ma il più delle volte, causa dell’antropizzazione. Eppure ripete gli stessi errori anche di un passato recente.

Tutti i dissesti delle strade ma anche dei marciapiedi, causa di interruzioni con lavori in corso che si vedono di questi tempi, sono sì dovuti in parte alla meteorologia o alla mancata manutenzione, ma sono prevalentemente dovuti alla orografia e alla fragilità innata del territorio.

Non è un caso che le strade di montagna sono difficili e costose nella loro realizzazione e mai sufficientemente larghe per fare meglio defluire il traffico. Tutti lo sanno, ma si continua lo stesso a reclamarle a gran voce. Pur sapendo che in non pochi casi, nel breve o nel lungo periodo se ne pagheranno le conseguenze.

Ci si dimentica facilmente che le strade sono porzioni di terreno agricolo prima permeabile, che si aggiunge ad altra urbanizzazione del territorio, e che insieme rappresentano, una sempre maggiore impermeabilizzazione del suolo. Lascio immaginare cosa possa significare questa apparentemente innocua, sempre più abbondante copertura, cementata e asfaltata agli effetti di una meteorologia di montagna.

Ma c’è dell’altro. Il giusto orgoglio dei bellunesi per il territorio dolomitico (patrimonio dell’umanità) che ha un forte appeal nel mondo, non è solo per la sua irripetibile bellezza, ma anche per il modo di vivere dei suoi abitanti, in simbiosi col proprio territorio. Una grande risorsa naturale per i residenti, che però comporta limiti per chi pensa ad un “divertimentificio” tipo disneyland, che peraltro contrasterebbe con il naturale scorrere della vita esistente da secoli, di che presidia la montagna. Sobrietà, spostamenti lenti, animali anziché nel piatto, come compagni di vita, e mezzi e paradigmi diversi da quelli ancora oggi ritenuti convenzionali. Insomma, un tutto per una vera sostenibilità ambientale, e non solo a parole.

Senza demonizzare il progresso, l’esclusività di un ambiente naturale da custodire per le future generazioni, chiede solo di essere governato con parsimonia e risparmio, perché usa risorse del territorio che non sono infinite e comunque appartengono a tutti. E non solo per chi lo vive localmente.

Diversamente, non si spiegherebbero, tutti i progetti europei e a livello mondiale di limitazione nel consumo di suolo e di abbattimento dell’anidride carbonica ai fini climatici, che lo ricordo hanno traguardi temporali prossimi negli anni: 2030 e 2050.

Giuseppe Cancemi