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sabato 26 aprile 2014

Belluno. Energia e sostenibilità


ELETTRODOTTO TERNA: QUALE OPZIONE?

La diatriba sull'elettrodotto TERNA, tiene accesa, tra maggioranza e opposizione in Comune a Belluno, una discussione senza fine. Si disquisisce intorno al progetto ma non si riesce a decidere.  Allora, forse, cercare di fare il punto in sintesi sull'oggetto del contendere, può essere utile.La prima cosa da chiedersi dovrebbe essere: a che cosa serve un nuovo elettrodotto se i nuovi orientamenti sulla sostenibilità spingono verso un'energia rinnovabile? L'Italia per insolazione, rispetto al Nord Europa e per lo sviluppo delle tecnologie che diventano più efficienti, via via meno costose e meno ingombranti, ha le carte in regola per sviluppare un progetto energetico e industriale di avanguardia.  La risposta prima non è dunque di esclusività locale. Secondariamente, se l'elettrodotto deve essere realizzato per un ammodernamento delle linee o a scopo manutentivo o di economicità nel trasporto o di sicurezza, bisogna fare un ragionamento sulla contestuale sostenibilità. Intendendo per sostenibilità una nuova maggiore protezione verso le persone e l'ambiente naturale escludendo o riducendo al minimo le radiazioni elettromagnetiche e minimizzando l'impatto paesaggistico. Non escludendo tra le opzioni di intervento anche l'opzione zero.
Le scuole di pensiero che dividono gli esperti di trasporto elettrico – tra corrente continua o alternata – non appassionano affatto gli utenti del servizio energetico.  Interessano invece, per l'impatto i tralicci ove inevitabili e gli interramenti delle linee per l'esposizione all'inquinamento.  Ai cittadini tutti, di Belluno e del territorio attraversato spetta dunque il diritto di essere informati minuziosamente e soprattutto ascoltati. 


 Giuseppe Cancemi




Belluno 11/2/2018

ADDENDUM


Per un minimo di informazioni, perché non sia il solito NIMBY. In poche parole il problema della linea elettrica TERNA in terra bellunese.

La situazione attuale:
Esiste una linea obsoleta per usura, per invasività dei territori e per potenziale elettrico insufficiente.
Di provato e riconosciuto impatto ambientale


LA LINEA TERNA IN VIA DI REALIZZAZIONE E/O DA REALIZZARE...

A – Se aerea, facilità di dispersione termica che assicura maggiormente dai guasti una tratta e complessivamente meno costosa e con meno costi di gestione.
Maggiore impatto ambientale ed esposizione alle radiazioni non ionizzanti.

B – Se interrata si hanno maggiori probabilità di guasti, maggiori costi anche per una doppia linea di servizio per i blackout.
Minore impatto ambientale e di radiazioni ma forse più invasività per i territori

Giuseppe Cancemi

Necessità di cambiare per un nuovo disegno (concettuale) di città


Caltanissetta punto e a capo

Caltanissetta punto e a capo. Indubbiamente c’è tanta strada da percorrere, ancora, affinché si inverta definitivamente la tendenza che, dagli anni Cinquanta ad oggi, ha fatto e continua a fare della nostra città, della nostra Caltanissetta, un “bene” disponibile per facili arricchimenti privati e si riaffermi una coscienza del bene comune. Ma noi siamo convinti che questo cambiamento sia possibile in quanto fortemente sperato, voluto da un numero sempre crescente di cittadini che si organizzano in gruppi, comitati, associazioni, persino partiti. Insomma, le città, la città quale bene “in comune”. Un insieme di spazi, edifici e risorse condivise, a vantaggio di tutti. Un sistema urbano che risponda ai bisogni abitativi primari e alle diverse esigenze sociali, economiche, culturali ed estetiche di chi lo abita. Una “civitas” che genera qualità della vita, felicità di appartenenza ad una specifica comunità.
La qualità di una città è certamente la qualità degli spazi domestici (le case, gli edifici condominiali), ma anche la qualità di strade, di marciapiedi, di piazze, di giardini, di palazzi pubblici, di alberi, di aiuole, di statue, dell’acqua che arriva ai rubinetti, dell’aria che si respira, di tutto ciò che costituisce il fondamento dello stare insieme. Vivere in una collettività non può prescindere da attenzione e cura nei confronti di ciò che è patrimonio, valore condiviso. Occorre pertanto che tutti se ne prendano carico, cittadini e amministratori, con la stessa attenzione con cui ci si dedica alle proprietà personali: cioè tenendo pulito e in buon ordine, mantenendo, restaurando, ristrutturando, modificando e innovando; gestendo bene le risorse economiche a disposizione, rendendo produttivo ciò che ci appartiene, ciò che lasceremo ad altri.
Per realizzare questo cambiamento occorrono persone competenti, motivate, determinate. Occorre sviluppare e applicare modelli nuovi. Una città quale bene comune richiede una “visione nuova”, quella che gran parte del pensiero contemporaneo (ecologico, sistemico, organicistico, olistico) auspica, promuove. Viviamo in una tale stretta interdipendenza tra persone, cose, spazi, risorse, ambienti, che risulta inconcepibile qualsiasi idea di separazione tra tutti i sistemi a cui apparteniamo, non ultimo la città. Il nostro benessere personale, la nostra sopravvivenza è fortemente legata al benessere del territorio in cui abitiamo. In definitiva, la città nel suo complesso, non è “altro” da noi. Per questo sono necessarie responsabilità e azione, partecipazione collettiva, regole da rispettare e da far rispettare, competenza, progettualità.
Termini quali unitarietà, organicità, relazione, parte-tutto, diversità, comunità, partecipazione, rete, responsabilità, sono gli stessi su cui si fondano le più interessanti ricerche sullo spazio urbano contemporaneo del nuovo organicismo, dell’urbanistica integrale, dell’architettura sostenibile. Insomma, affinché avvenga una efficace, autentica trasformazione urbanistica e architettonica, è necessario questo cambiamento, certamente etico ma dalle fortissime implicazioni sul nuovo disegno della città. Saremo finalmente in grado di realizzare tutto questo?


Leandro Janni
Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia