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martedì 3 luglio 2012

Caltanissetta: edilizia senza urbanistica


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Pasquale Carlo Tornatore 

3 luglio 8.14.32
Ieri su Repubblica, in un'intervista al noto architetto Richard Rogers (che ha progettato insieme a Renzo Piano il Centre Pompidou a Parigi), gli veniva chiesto dal giornalista cosa pensava della "rapina del territorio", e Rogers ha risposto:
"Qui purtroppo c' è di mezzo la politica, una cattiva politica, totalmente disinteressata a una vera pianificazione urbanistica. ...... La prima parola da recuperare è "cittadinanza", dunque l' idea dello spazio pubblico come teatro della cultura urbana. Quando penso a una città compatta, penso a questo: a una città ad alta densità e fortemente diversificata, dove le attività sociali si mescolino ad attività commerciali e i quartieri diventino finalmente il punto focale della comunità. Ma perché accada, ed eccoci così all' idea della città sostenibile, bisogna innanzitutto invertire il rapporto tra trasporto privato e pubblico. Perché è l' automobile che per prima ha minato la coesione sociale della città, incoraggiando il dilagare delle periferie. Dobbiamo seguire la strada di Hong Kong, dove il trasporto pubblico è arrivato a toccare il 94 per cento del traffico totale. Con tutti gli effetti benefici che ne conseguono: è più gradevole camminare, andare in bicicletta, mentre la congestione e l' inquinamento risultano drasticamente ridotti e aumenta il senso conviviale degli spazi pubblici."

2 commenti:

  1. L'amico Pasquale, con la sua sensibilità civica, ha ancora "pescato" un pezzo su Repubblica che centra il vero problema urbanistico delle città: cattiva politica lontana dalle esigenze dei cittadini.
    Caltanissetta, per localizzare un caso, infatti, è da sempre stata amministrata male e questa cattiva amministrazione è leggibile nel centro storico degradato e in via di disfacimento; nelle cosiddette zone di sviluppo non a misura d'uomo e neanche a misura d'automobile; nella mobilità e... l'elenco potrebbe continuare.
    La presa di coscienza dei cittadini riuscira a riappropriarsi della partecipazione e a riformare l'urbanistica?

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    Risposte
    1. Aggiungerei, per chiarimento, che nella titolazione "edilizia senza urbanistica" si voleva sintetizzare lo sviluppo edilizio nisseno fatto di sole costruzioni. La cultura dei "vuoti" necessari al complemento dei "pieni" non è rientrato e non rientra rientra nella diffusa mentalità di massimizzazione del "profitto". Infine, la cultura della sostenibilità non sembra essere appannaggio di tutti, benpensanti compresi.

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