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domenica 12 luglio 2015

BELLUNO


A proposito del progetto di riqualificazione commerciale del centro storico


Il centro storico, ha una sua dimensione culturale che non può essere perpetuata a museo statico ma neanche può diventare a tutti i costi, luogo perennemente assediato da bancarelle e considerato spazio elettivamente mercantile.
A Belluno, purtroppo, mi pare che l'equilibrio tra bene culturale e utilizzazione funzionale di quel luogo sia saltato.
La spasmodica utilizzazione a fini mercantili di ogni cosa, anche dei beni culturali nel nostro caso, deve avere un limite. Il centro storico, per l'appunto, per sua innata funzione è innanzitutto luogo a misura d'uomo. È sì centro direzionale, di culto e minimamente commerciale, grazie ai suoi residenti, ma soprattutto è luogo della memoria storica, genius loci, per i suoi beni architettonici, artisti, e monumentali. Insomma, carta d'identità dell'umanità che l'ha attraversato. 

Belluno, non diversamente dalla altre città italiane, ha un potenziale di architetture e reperti storici che "raccontano", di tutto rispetto. È avvilente perciò, vedere macchine o baracche che occupano spazi che ricordano, per esempio, la Resistenza o il Risorgimento.
Il volere assecondare a tutti i costi un non sempre possibile commercio a scapito dell'unica vera attitudine del centro storico, così come perseverano gli amministratori, diventa un arbitrio che non si può accettare. I centri storici sono a prevalente vocazione culturale e non possono essere violentati da altre scelte anche se legittime. È il risultato di una cifra sbagliata portare esageratamente baracche e baracchelle in centro per assecondare, alla fine, la vendita e il consumo di bevande (bar e locali similari), ma come sembrerebbe, dovuto ad una offerta eccessiva di questo consumo. Forse, esiste un esubero di esercizi rispetto  alla effettiva domanda e, a rifletterci, non possiamo non arguire che l'eccesso di queste rivendite segnala una mancata ricerca di mercato, alla base di ogni qualsiasi isediamento/investimento commerciale. L'Amministrazione che sceglie di assecondare gli sbagli di pochi o molti che siano, è una scelta, ma non certamente a favore di una effettiva riqualificazione del centro storico e meno ancora della città tutta.

Giuseppe Cancemi