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giovedì 5 luglio 2012

PASQUASIA: VIGILARE E' D'OBBLIGO!

Territorio di Caltanissetta, Enna, Pietraperzia

La notizia di questi giorni che la ex miniera Pasquasia sarà bonificata sembra essere in contraddizione con la rilevazione strumentale fatta qualche tempo fa (articolo Italia Nostra) all’esterno della miniera. Le rilevazioni con contatore Geiger condotta in loco, all’esterno del sito minerario, aveva il semplice scopo di acquisire un minimo dato sulla paventata radioattività che poteva esserci nei dintorni della miniera. Lo strumento non ha segnalato nulla. Certo era un controllo per così dire di semplice eventuale rilevamento di presenza o meno di radioattività, allo scopo, semmai, di chiedere all’ARPA Sicilia un più accurato intervento di ricerca con strumenti di maggiore sensibilità come i contatori a scintillazione. Dunque, nessun segnale di rilievo quel giorno e ora annuncio di bonifica del sito.
Dall’articolo di stampa che ha annunciato la bonifica registriamo che trattasi di liberare il sito di 20 mila tonnellate di cemento-amianto presente su un’area di 170 mila mq per la modica spesa di 24 milioni di euro stanziati dalla Regione Sicilia. Si vogliono eliminare tutte le strutture esterne al servizio della miniera e il relativo contenuto, compreso anche quello all’interno della miniera.  Rimozione e smaltimento avranno destinazione  altre “discariche autorizzate esterne”. Nel pacchetto è compresa anche la messa in sicurezza.
A questo punto, il temuto allarme sull’inquinamento radioattivo sembra essere sparito completamente e si dovrà ora temere  l'annunciata bonifica da amianto. Dove e come verrà smaltito questo rifiuto classificato “pericoloso”?  


PUNTI FERMI SULLA QUESTIONE PASQUASIA conosciuti mediante stampa nel corso di un ventennio, dopo la chiusura della miniera:

  • -          Processo penale in corso per disastro ambientale presso il tribunale di Enna;
  • -          Dichiarazioni di un pentito che dicono di stoccaggio di materiale radioattivo in miniera;
  • -          Imputato nel processo per disastro ambientale che si è avvalso della facoltà di non rispondere al magistrato;
  • -          Notizie dell’ARPA che dichiara di non rilevare radioattività in superficie, fuori dalla miniera;
  • -          Presidente dell’ unione regionale province siciliane che dichiara di volere riattivare la miniera, ma anche di volerla disinquinare;
-          Annuncio di disinquinamento da attuare riferito solo agli impianti e a tutti i rifiuti pericolosi in superficie e principalmente all’amianto.
E siamo a luglio 2012.

La miniera di Sali potassici PASQUASIA   

è ritenuta “contenitore” potenziale di materiali radioattivi, avendo  le caratteristiche geofisiche, tranne il particolare che è anche zona ad alto rischio sismico.

Sito qualificato dall’ENEA
“Fra le numerose formazioni geologiche con caratteristiche generali adatte allo smaltimento dei rifiuti, l’Italia ha scelto prioritariamente i depositi argillosi plio-quaternari (…) Dal punto di vista tecnico, la scelta è giustificata dai caratteri intrinseci delle formazioni argillose, che assicurano la disponibilità di un’efficace barriera alla potenziale migrazione dei radionuclidi dai depositi profondi della biosfera».
“Pasquasia è un deposito di scorie radioattive. Uno studio dell’Agenzia internazionale atomica (IAEA) - risalente al 1985 (pagina 239) - segnala il sito di questa miniera di sali potassici in provincia di Enna, quale luogo di sperimentazioni nucleari dell’Enea (ente nucleare dello Stato italiano).
Non è tutto. Ancor prima «Una commissione europea stilò nel 1977 una lista che individuava in Italia 134 siti idonei ad ospitare un deposito geologico per i rifiuti radioattivi; i siti individuati sarebbero: in Sicilia Regalbuto, Agira, Assoro Villapriolo, Pasquasia, Resuttano, Salinella, Milena, Porto Empedocle, Realmonte, Montallegro; … considerato che: nove dei comuni accreditati come possibili sedi del deposito nazionale per le scorie radioattive si troverebbero in Sicilia e fra questi sei soltanto nelle provincie di Caltanissetta ed Enna; i territori siciliani risultano essere ad alto rischio sismico e ciò li renderebbe assolutamente non idonei alla localizzazione di scorie nucleari”

La conferma dello Stato
“nel 2003, al termine di una riunione, coordinata dal Presidente del Consiglio dei Ministri … gli esperti del Governo avevano indicato «Pasquasia come uno dei venti siti nazionali idonei allo stoccaggio di materiale radioattivo. Perché annoverato tra quelli con presenza di salgemma ritenuti per anni particolarmente adatti al confinamento delle scorie radioattive in virtù dell’impermeabilità dell’acqua delle strutture saline».

Il pericolo della radioattività
Nel “1997 l’Azienda sanitaria locale di Enna segnalava la presenza, in quantità fuori dalla norma, di Cesio 137 (sostanza prodotta dalla fissione nucleare); secondo studi epidemiologici dell’ospedale di Enna il livello di incidenza di tumori e leucemie nella provincia, priva di altri stabilimenti industriali, è tra le più alte d’Italia, ivi incluse le aree industriali del Nord”