Il danno è fatto
Tralascio la scelta di pavimentazione la quale allo stato
interessa corso Vittorio Emanuele, che contrasta di sicuro anche con
l'immagine del centro storico, e provo a commentare ciò che si
intravede attraverso le foto degli ultimi lavori. Intanto mi rifiuto
di accettare l'idea che alla base di quella esecuzione di lavoro
pubblico ci sia la guida di un tecnico comunale o di un libero
professionista. Senza offesa per nessuno, quelle linee bianche e
l'insieme della realizzazione in corso sembrano essere più opera
arbitraria d'iniziativa del "bravo capomastro" che non
l'esecuzione di un'opera sotto la guida di un tecnico
professionista.
Quelle linee bianche lungo i lati del corso
Vittorio Emanuele, che si fanno notare, danno alla percezione visiva
d'insieme una nota coloristica fine a se stessa, ambigua e pericolosa
per l'utenza automobilistica e dei pedoni. Senza troppo disquisire,
tornando al segno che divide lo spazio carrabile da quello
pedonabile, essendo non marcato dal rialzo di un marciapiede, dà
all'automobilista, la superficiale sensazione di segno valicabile,
abbassando così la ricercata soglia di sicurezza per il pedone.
Stessa erronea valutazione da parte sua potrebbe farla anche il
pedone, non percependo il limite in quella linea bianca
considerandola, con ogni probabilità, solo un segno decorativo. La
scelta poco idonea si giustifica con il dubbio progettuale non
risolto di spazio dalla duplice valenza: a volte perdonabile e altre
no. Insomma, l'immagine della Grande Piazza oltre a tradire la patina
di una conservazione storica, sempre più appare incerta, ambigua nel
suo uso e poco attenta all'incolumità del cittadino pedone.
E che dire del
passaggio pedonale che si affaccia in piazza Garibaldi?
Intanto,
esteticamente con le interruzioni dei raccordi e l'inclusione di
tombini che scombinano l'impianto fisso sembra un “oggetto
difettoso” ancor prima d'essere usato. Dunque non solo ambiguità
in quella realizzazione ma anche qualche inesattezza tecnica nel
passaggio zebrato realizzato nel tratto che incrocia Piazza
Garibaldi. Per la funzione intrinseca di passaggio pedonale, stando
alle linee guida e al codice stradale, qualche anomalia sembra
evidente. A spanna, non sembrano a norma larghezza e lunghezza delle
strisce (50 cm x 250 cm) bianche e soprattutto la distanza di esse
dallo sbocco in piazza (5 m). In buona sostanza, tutto appare
indeciso e titubante, più dettato da una (si fa per dire) ricerca
estetica che non da un complessivo studio che consideri nel progetto,
se prevista la viabilità, una ineludibile soluzione in termini anche
di sicurezza stradale.
Per concludere, ad esempio, fermo restando
l'obbrobrio della scelta in atto, si poteva, almeno, aggiungere al
rinnovo, un percorso con pavimento tattile per l'attraversamento in
sicurezza dei non vedenti, magari allungandolo verso altre
funzionalità di servizio. Quindi non solo spostamento da un lato
all'altro per tutti lungo la cosiddetta Grande Piazza, ma anche
massima fruibilità cittadina verso i pubblici uffici (p. e. Comune).
E perché no, pure verso i vari esercizi commerciali in un quadro di
città con centro storico veramente a misura d'uomo?
Quelle linee bianche lungo i lati del corso Vittorio Emanuele, che si fanno notare, danno alla percezione visiva d'insieme una nota coloristica fine a se stessa, ambigua e pericolosa per l'utenza automobilistica e dei pedoni. Senza troppo disquisire, tornando al segno che divide lo spazio carrabile da quello pedonabile, essendo non marcato dal rialzo di un marciapiede, dà all'automobilista, la superficiale sensazione di segno valicabile, abbassando così la ricercata soglia di sicurezza per il pedone. Stessa erronea valutazione da parte sua potrebbe farla anche il pedone, non percependo il limite in quella linea bianca considerandola, con ogni probabilità, solo un segno decorativo. La scelta poco idonea si giustifica con il dubbio progettuale non risolto di spazio dalla duplice valenza: a volte perdonabile e altre no. Insomma, l'immagine della Grande Piazza oltre a tradire la patina di una conservazione storica, sempre più appare incerta, ambigua nel suo uso e poco attenta all'incolumità del cittadino pedone.
Per concludere, ad esempio, fermo restando l'obbrobrio della scelta in atto, si poteva, almeno, aggiungere al rinnovo, un percorso con pavimento tattile per l'attraversamento in sicurezza dei non vedenti, magari allungandolo verso altre funzionalità di servizio. Quindi non solo spostamento da un lato all'altro per tutti lungo la cosiddetta Grande Piazza, ma anche massima fruibilità cittadina verso i pubblici uffici (p. e. Comune). E perché no, pure verso i vari esercizi commerciali in un quadro di città con centro storico veramente a misura d'uomo?