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martedì 24 ottobre 2023

Belluno: Palazzo del Monte di Pietà

 

A PROPOSITO DELLA VENDITA …

di Palazzo del Monte di Pietà, con annessa Chiesa della Beata Vergine, risulta che l'Associazione Italia Nostra di Belluno qualche settimana fa, si è mossa per manifestare una propria preoccupazione alla Soprintendenza, per la messa in vendita del suddetto immobile. Il timore segnalato, è rivolto e dovuto alle eventuali conseguenze di una riallocazione delle due biblioteche (ISBREC e Angelini).

La risposta della Soprintendenza è stata precisa e netta. Ha confermato che il bene, risultava tutelato (art. 59 del D.Lgs. 42/2004) e aggiungeva che l'immobile per altro e ulteriormente protetto da vincolo di “interesse culturale” (ex art. 12 del D.Lgs. 42/2004).

Rassicurava infine, che alcune misure apposite per la conservazione sono state previste allo scopo di preservarne la attuale destinazione d’uso. Rilevava comunque, un mancato riscontro di una eventuale donazione del diritto di proprietà della superficie di quell'immobile al Comune di Belluno, discendente dal Decreto Direttoriale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del 05 dicembre 2019, Rep. 1683.

Dai rumors locali è circolata la voce, che il Comune ha già avuto contatti con la Fondazione Cariverona, per accordi su questo Palazzo circa un comodato d'uso, dove però non risulta ancora un'intesa tra le parti.

Al punto in cui siamo, gli istituti culturali (ISBREC e Angelini) dovranno sloggiare per trasferirsi, pare, a Palazzo Crepadona dove gli spazi assegnati, speriamo, siano idonei.

Il trasloco dell'Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea e della Fondazione Angelini che si allontanano da Piazza delle Erbe, via Mezzaterra e da Porta Dojona non corrobora più quell'attrattiva funzione che ha quel nucleo storico e culturale di Belluno e forse potrebbe anche contribuire ad un latente degrado dei luoghi.

La Piazza delle Erbe (tra fontane, teatri e palazzi) non sarà più la stessa. Quell'immobile diversamente occupato, una delle 'punte' delle presenze culturali entro le mura, dove aleggia il “Genius loci” della città, è un'inaspettata caduta d'immagine anche se virtuale.

Si faccia attenzione a non stravolgere l'appeal del centro storico, per dare ulteriore spazio a un modernismo tendenziale di 'divertimentificio e/o di mercantilismo' sempre più impersonato dalle 'feste paesane'.

Il Comune ci rifletta, e cerchi di mantenere questi centri di cultura 'in loco'. Si rammenti, che i beni culturali in genere, sono quei valori non monetizzabili ritenuti spesso secondari, perché non conteggiabili nel Pil. Ma attenzione, quella porzione di 'capitale immateriale' che proviene anche dalla cultura, dalla storia dei popoli è incommensurabile, ed è quello che fa andare avanti l'umanità.

Giuseppe Cancemi