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martedì 26 settembre 2023

 


    Torrente Vanoi

Diga sì... diga no!



Il Vanoi è un Torrente alpino che si trova nel Trentino orientale. Ha origine presso il Passo Cinque Croci. L’alto bacino del Vanoi si trova in Val Cia.

La contesa politico-territoriale che si è riaccesa in questi giorni tra Regione Veneto e Provincia di Trento, riguarda un progetto di diga già visto, che interferisce periodicamente con la governance ambientale di contigui Comuni tra i due Enti.

Siamo in area del Bacino Vanoi (F. di Brenta) dove si è pensato (sic!) ancora una volta di progettare la solita diga, più volte riproposta ma che non trova l'approvazione di tutto il territorio, il quale non è solo veneto ma neanche solo trentino.

La Regione Veneto con l'ennesimo odierno 'studio di fattibilità' di una diga nella zona di Val Cortella, collocata massimamente in due comuni trentini (Canal San Bovo e Cinte Tes) ha rimesso in discussione il solito remoto contenzioso della diga, più volte bocciato.

In altri anni: 1922, 1959, 1985 e 1998 infatti, per detta progettazione era emerso più volte il limite della fattibilità sempre per gli stessi problemi non solo di natura geologica ma anche di sostenibilità.

Un diniego, che l'opposizione della popolazione del luogo, ha costantemente ripetuto più volte non avendo mai dimenticato il monito di quell'evento rovinoso di tracimazione dell'acqua contenuta nella diga del Vajont nel 1963.

Questo nuovo studio di fattibilità esitato dalla Giunta regionale del Veneto, posto tra le risorse richieste per il Piano Regionale di Resilienza e Resistenza, per sommi capi si ripropone ancora una volta obiettivi come:

“1. Difesa idraulica di un vasto territorio nelle province di Vicenza e Padova.

2. Contrasto delle magre fluviali, specie nei periodi di siccità, sempre più prolungati per il cambiamento climatico.

3. Promozione colture agricole di un vasto territorio, interessante tre Consorzi di bonifica (Brenta, Acque Risorgive e Bacchiglione)” i quali collocano nella reiterata diga, la centralità del progetto.

La bocciatura ancora tout court non si è fatta attendere da parte di chi avversa tale decisione, per i noti motivi già detti, che rimangono inderogabili. A meno che, non si vogliano trovare soluzioni diverse per gli elencati motivi, che non la diga.

La nostra Era dell'Antropocene ha mutato di molto i parametri di adattamento delle specie nel nostro pianeta. A partire dai cambiamenti climatici che sono noti a tutti, per esempio, la diminuzione della disponibilità idrica e la conseguente inferiore resa delle colture, i crescenti rischi di siccità e l'aumento degli incendi boschivi, le perdite della biodiversità e le ondate di calore ne sono il palese segnale. E qui gli impegni di contrasto a simili calamità presi in ambito europeo, hanno senso e dovrebbero rappresentare il 'faro', la guida per tutte le richieste di finanziamento.

Una diversa risposta agli obiettivi che sia sostenibile, può essere ricercata senza per questo rincorrere ancora le conosciute urbanizzazioni dell'ambiente naturale che, per esperienza, non sono più percorribili.

Fermi restando gli OBIETTIVI dichiarati come nel caso, che solitamente sono solo pensati (in ambito politico) e poi affidati allo studio dei/del progettisti/sta, ecco, sarebbe più utile pensare intanto ad una scelta valutativa di avvio quale può essere un'approccio integrato tra ANALISI MULTICRITERIA e COSTI E BENEFICI, che di solito si applicano nella valutazione dei progetti complessi.

Questo insieme di analisi, è richiesto e si utilizza quando gli obiettivi da considerare nelle scelte sono molteplici e la valutazione del prodotto finale oltre che al fine economico guarda anche ai benefici. Quest'ultimi, rappresentano quel quantum non monetizzabile (o difficilmente monetizzabile) compensativo, che nel complesso dei costi complessivi della realizzazione sono di ausilio alla decisione.

È lapalissiano comunque, che nelle attività di progettazione e gestione dell'ambiente naturalevadano coinvolti professionisti ad hoc come gli ingegneri ambientali, che hanno un ruolo fondamentale nella salvaguardia delle risorse naturali e nella promozione di soluzioni sostenibili. La loro attività spazia dalla gestione al controllo delle risorse idriche e del suolo, compreso anche lo smaltimento di rifiuti.

A mo' d'esempio nel nostro caso, si può pensare che il progetto IDRAULICO, riconducibile alla difesa idrogeologica, dovrebbe avere il significato di attutire le piogge definite: temporali di calore o temporali autorigeneranti (intese come: 'bombe d'acqua'), per una parte, e fare in modo che il suolo già com'è, specie quello compromesso dall'opera dell'uomo, non venga ulteriormente impermeabilizzato o sistemato in modo da favorire il debordo degli argini o comunque il deflusso alluvionale verso le aree urbanizzate.

Il contrasto alla SICCITA', e non solo alla siccità, si ottiene, prioritariamente, rispettando le aree golenali. In esse, già corridoi ecologici naturali, se mantenute bene si preserva la biodiversità della flora e della fauna, si alimentano le falde acquifere e si filtra l'acqua che diventa potabile.

Dunque, non astratte progettazioni legate alla fantasia estemporanea di un qualche contesto politico ma rispetto degli argini dei corsi d'acqua e ottimizzazione della produzione e distribuzione delle riserve idriche.

La TESAURIZZAZIONE delle acque, va ricercata nel suo mantenimento per un maggior tempo possibile, sulla terra ferma. Per esempio, gradualmente negli usi idrici civici, solitamente molto dispersivi del prezioso liquido, si può organizzare una manutenzione degli impianti programmata: preventiva e corrente, con standard appropriati per mantenere massima l'efficienza del servizio e minima la dispersione idrica. In aggiunta, è possibile anche riformare il regolamento edilizio comunale con l'obiettivo, nel caso di nuovi lavori di recupero nel territorio, di ristrutturazione edilizia, etc. di modificare l'impianto idrico con una doppia circuitazione al fine di massimizzare il tempo d'utilizzo delle acque, prima di essere totalmente scaricate nell'impianto fognario.

Nell'insieme, un utilizzo strategico di raccolta delle acque piovane e un doppio impianto idrico in ambito domestico, commerciale, industriale e comunque in qualsiasi ambiente urbanizzato, diventa un utile ricircolo di acque grige riutilizzabili, e dunque innovazione di sicuro risparmio.

Le COLTURE AGRICOLE per essere più sicure e rivalutate vanno ripensate e riferite ad un equilibrato uso del territorio in senso produttivo e di contrasto al mutamento climatico in atto, non senza una particolare attenzione ai prodotti dal punto di vista della sostenibilità. Rispettando l’acqua, la terra e la biodiversità.

Con questi obiettivi di decarbonizzazione e di responsabile selettività ecologico-economica, l’agricoltura sostenibile può trarre grandi vantaggi dalla cosiddetta Agricoltura 4.0 nonché dalle tecnologie emergenti come l’IoT (una rete di oggetti e dispositivi connessi), l’analisi dei dati e la Blockchain (informazioni all'interno di un database aziendale).

La Giunta regionale del Veneto converta il progetto di diga in regolamenti e in linee d indirizzo lasciando scegliere ai Comuni cosa fare per Next Generation EU ("Recovery Fund").

Si incoraggino i modelli di risparmio idrico e di ricircolo delle risorse in modo eco-sostenibile.

Gli obiettivi che motivino la fattibilità possono essere ricercati in altre soluzioni meno 'aggressive' nelle modificazioni territoriali in senso urbanizzativo e maggiormente in linea con gli orientamenti europei di contrasto alle avversità atmosferiche attraverso le vie già tracciate di transizione.

Giuseppe Cancemi