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venerdì 19 maggio 2017

LA FLESSIBILITA' (sic!)... DEGLI SPAZI URBANI!

Accadde non molto tempo fa...


Una vasca vuota, non vuol dire che stiamo vedendo solo una breve interruzione di servizio, per una pulizia manutentiva programmata. E tanto meno che dei ragazzi, i quali giocano a pallone dentro, non vuol significare che hanno necessariamente “sconfinato” in uno spazio ad altro scopo dedicato. Ma allora....?
Allora può significare anche altre cose. L'acqua che non c'è, per esempio, e perché; spazi pubblici per adolescenti che scarseggiano o massima tolleranza per tutto, o ancora, assenza di un servizio di vigilanza, etc..

Per l'acqua che non c'è, viene subito da pensare semplicemente che una vasca d'acqua nella “piccola Venezia delle montagne” orgogliosamente delle dolomiti non può esistere. Altre città, che non hanno la fortuna di avere a vista d'occhio le montagne innevate per un lungo periodo nel corso dell'anno, micro (diciamo) problemi come questo l'hanno risolto con il ricircolo di una minima stessa quantità d'acqua. A Belluno no! O si ha l'acqua da mandare in fogna a ciclo continuo o niente! Ma a parte questa notazione che è forse puramente estetica di ornato, altre ne vengono in mente. La penuria d'acqua, mai vista prima, associata alle cosiddette bombe d'acqua, alla siccità in genere, sono segnali che meritano tutta l'attenzione possibile, anche localmente, perché denunciano un'alterazione del clima di cui, anche nel nostro piccolo, siamo tutti responsabili. Non a caso nel cosiddetto “PATTO DEI SINDACI 20 20 20” anche Belluno ha firmato un suo impegno. Per la cronaca i sindaci che hanno sottoscritto il patto, si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 20 %, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico: il tutto entro il 2020.
Per questo impegno, non sapendo cosa è stato fatto a Belluno, da quel che è visibile deduco ed esprimo una mia dubbiosità sui risultati finora perseguiti.
Da anni, è sotto gli occhi di tutti, questa città ha subito un considerevole depauperamento delle essenze arboree, per tagli forse in massima parte ingiustificati. Le più elementari conoscenze di ciascuno di noi, senza tante nozioni in materia di climatologia, può rilevare che meno alberi significano più anidride carbonica (gas serra) in contrasto con la promessa di riduzione e le conseguenti ricadute che si hanno sul pianeta. Se la vogliamo dire tutta, gli alberi in città sono diminuiti, nonostante una legge favorevole all'incremento arboreo di qualche anno fa, che poteva far compensare le perdite subite.
Detta legge (del 14/01/2013, n. 10), impone ai sindaci di Comuni che superano i 15 mila abitanti di dedicare un albero per ogni bimbo nato o adottato. Dunque, un utile indirizzo, più che suggerimento per le città, di accrescere il proprio patrimonio arboreo, che però a Belluno non sembra vedersene i segni. Di risparmio energetico, non se ne vede neanche negli edifici pubblici o nell'illuminazione stradale. A 'mo d'esempio, volendo iscriversi ad un virtuoso risparmio energetico, basterebbe fare accendere le luci sul Ponte degli Alpini, una metà per volta, delle attuali lampade (spero a led); ridurre di pochi lux nelle ore notturne l'illuminazione stradale; programmare un rigido controllo di accensione/spegnimento di tutte utenze pubbliche mediante un'unica gestione.
La serietà dell'impegno sulla riduzione del CO2, che non è solamente locale, imporrebbe, una politica accorta nel senso del risparmio energetico a cui si potrebbe anche aggiungere quello idrico, con il recupero delle acque pluviali e il ricircolo delle acque grigie depurate.
I ragazzetti in vasca, fanno pensare ad un centro storico si vivo ma poco attenzionato, e anch'esso privato di qualcosa. Per esempio, la prima cosa che viene in mente sono gli spazi pubblici, e come per riflesso condizionato viene da ricordarsi che tanti anni fa erano di moda gli standard residenziali e tra questi gli spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, per un totale minimo di 9mq per abitante. E qui verrebbe da chiedersi se e quando è stata fatta l'ultima verifica di questi standard (D. I. 02 /04/1968, n. 1444) in centro storico.
Ecco, la vasca centrale del cuore di Belluno a vedersi così e per lungo tempo fa tristezza, e viene da attribuire la colpa a un qualcuno. Sì perché a pensar male quasi sempre, diceva un noto politico: ci si azzecca!
Belluno è una città matura, che ha bisogno di una conduzione attenta nei dettagli di una complessità amministrativa, che solitamente sembra muoversi a vista, spesso, rincorrendo i problemi e raramente prevenendoli.
L'alternativa ad una città che si muove per inerzia, grazie al civismo dei suoi cittadini non basta più. Solo una città dinamica pensata, analizzata e progettata - sempre attenta ai valori e ai bisogni - è capace di valorizzare le proprie risorse ma anche di attingere ad altre risorse di livello diverso, e può ambire ad una crescita sociale ed economica che i tempi moderni richiedono.


Giuseppe Cancemi