Accadde non molto tempo fa...
Una vasca vuota, non vuol dire che
stiamo vedendo solo una breve interruzione di servizio, per una
pulizia manutentiva programmata. E tanto meno che dei ragazzi, i
quali giocano a pallone dentro, non vuol significare che hanno
necessariamente “sconfinato” in uno spazio ad altro scopo
dedicato. Ma allora....?
Allora può significare anche altre
cose. L'acqua che non c'è, per esempio, e perché; spazi pubblici
per adolescenti che scarseggiano o massima tolleranza per tutto, o
ancora, assenza di un servizio di vigilanza, etc..
Per l'acqua che non c'è, viene subito
da pensare semplicemente che una vasca d'acqua nella “piccola
Venezia delle montagne” orgogliosamente delle dolomiti non può
esistere. Altre città, che non hanno la fortuna di avere a vista
d'occhio le montagne innevate per un lungo periodo nel corso
dell'anno, micro (diciamo) problemi come questo l'hanno risolto con
il ricircolo di una minima stessa quantità d'acqua. A Belluno no! O
si ha l'acqua da mandare in fogna a ciclo continuo o niente! Ma a
parte questa notazione che è forse puramente estetica di ornato,
altre ne vengono in mente. La penuria d'acqua, mai vista prima,
associata alle cosiddette bombe d'acqua, alla siccità in genere,
sono segnali che meritano tutta l'attenzione possibile, anche
localmente, perché denunciano un'alterazione del clima di cui, anche
nel nostro piccolo, siamo tutti responsabili. Non a caso nel
cosiddetto “PATTO DEI SINDACI 20 20 20” anche Belluno ha firmato
un suo impegno. Per la cronaca i sindaci che hanno sottoscritto il
patto, si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 20
%, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e
portare al 20 % il risparmio energetico: il tutto entro il 2020.
Per questo impegno, non sapendo cosa è
stato fatto a Belluno, da quel che è visibile deduco ed esprimo una
mia dubbiosità sui risultati finora perseguiti.
Da anni, è sotto gli occhi di tutti,
questa città ha subito un considerevole depauperamento delle
essenze arboree, per tagli forse in massima parte ingiustificati. Le
più elementari conoscenze di ciascuno di noi, senza tante nozioni in
materia di climatologia, può rilevare che meno alberi significano
più anidride carbonica (gas serra) in contrasto con la promessa di
riduzione e le conseguenti ricadute che si hanno sul pianeta. Se la
vogliamo dire tutta, gli alberi in città sono diminuiti, nonostante
una legge favorevole all'incremento arboreo di qualche anno fa, che
poteva far compensare le perdite subite.
Detta legge (del 14/01/2013, n. 10),
impone ai sindaci di Comuni che superano i 15 mila abitanti di
dedicare un albero per ogni bimbo nato o adottato. Dunque, un utile
indirizzo, più che suggerimento per le città, di accrescere il
proprio patrimonio arboreo, che però a Belluno non sembra vedersene
i segni. Di risparmio energetico, non se ne vede neanche negli
edifici pubblici o nell'illuminazione stradale. A 'mo d'esempio,
volendo iscriversi ad un virtuoso risparmio energetico, basterebbe
fare accendere le luci sul Ponte degli Alpini, una metà per volta,
delle attuali lampade (spero a led); ridurre di pochi lux nelle ore
notturne l'illuminazione stradale; programmare un rigido controllo di
accensione/spegnimento di tutte utenze pubbliche mediante un'unica
gestione.
La serietà dell'impegno sulla
riduzione del CO2, che non è solamente locale, imporrebbe, una
politica accorta nel senso del risparmio energetico a cui si potrebbe
anche aggiungere quello idrico, con il recupero delle acque pluviali
e il ricircolo delle acque grigie depurate.
I ragazzetti in
vasca, fanno pensare ad un centro storico si vivo ma poco
attenzionato, e anch'esso privato di qualcosa. Per esempio, la prima
cosa che viene in mente sono gli spazi pubblici, e come per riflesso
condizionato viene da ricordarsi che tanti anni fa erano di moda gli
standard residenziali e tra questi gli spazi pubblici attrezzati a
parco e per il gioco e lo sport, per un totale minimo di 9mq per
abitante. E qui verrebbe da chiedersi se e quando è stata fatta
l'ultima verifica di questi standard (D. I. 02 /04/1968, n. 1444) in
centro storico.
Ecco, la vasca centrale del cuore di
Belluno a vedersi così e per lungo tempo fa tristezza, e viene da
attribuire la colpa a un qualcuno. Sì perché a pensar male quasi
sempre, diceva un noto politico: ci si azzecca!
Belluno è una città matura, che ha
bisogno di una conduzione attenta nei dettagli di una complessità
amministrativa, che solitamente sembra muoversi a vista, spesso,
rincorrendo i problemi e raramente prevenendoli.
L'alternativa ad una città che si
muove per inerzia, grazie al civismo dei suoi cittadini non basta
più. Solo una città dinamica pensata, analizzata e progettata - sempre attenta ai valori e ai bisogni - è capace di valorizzare le
proprie risorse ma anche di attingere ad altre risorse di livello
diverso, e può ambire ad una crescita sociale ed economica che i
tempi moderni richiedono.
Giuseppe Cancemi
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