Aggiungi...


Condividi questo articolo

sabato 18 giugno 2011

INTRODUZIONE







Affido la mia "bottiglia con messaggio" all'immenso mare di internet, nella speranza remota che a un mio (forse) unico lettore, possa  giungere. Da paziente naufrago, resto fiducioso in attesa che il pescato possa essere letto... e commentato.


legge di Murphy

Se qualcosa può andar male, siatene (quasi) certi… accadrà!
Corollari
     1.    Niente è facile come sembra 
2.     Tutto richiede sempre più tempo di quanto si pensi 
3.    Se c'è una possibilità che qualcosa debba andar male, la causa
che arreca il danno maggiore sarà la prima a farlo 

4.     Se si prevengono quei quattro possibili modi che qualcosa può andare male,
 immediatamente se ne rivelerà un quinto modo 

5.     Lasciate a se stesse, le cose tendono a andare di male in peggio 
6.     Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos'altro non vada
fatto prima 

7.    È facile aspettarsi che ogni soluzione generi anche nuovi problemi 
8.    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono
per impedir loro di nuocere 

9.    Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla 
10.  Madre Natura è una puttana.

Ascensore sì... ma panoramico!

SUTERA ha l’ascensore!

Meglio dire che Sutera ha un monumento di modernità che stride con un abitato ricco di storia e di cultura, nel centro Sicilia. I suoi abitanti discendono da un popolo operoso, silenzioso, riflessivo le cui tradizioni sociali, religiose e di fede affondano le radici nel quotidiano “faticare” dell’uomo per “guadagnarsi” la “jurnata”. Gli antenati dei moderni suteresi hanno interpretato nell’immagine di città storica che rimane, il trascorrere di un’umanità dalla vita semplice che ha saputo impiegare e coniugare sapienza con risorse materiali locali. Le opere individuali e collettive fin qui realizzate a Sutera, se si esclude un modernismo dettato da un’economicità apparente fatta di infissi in alluminio anodizzato e di cementificazione,  il resto, la parte storica, richiama alla nostra mente un operare a misura d’uomo, lento, svolto con l’ausilio del fido asino (o mulo) che nella fatica quotidiana contadina accompagnava ogni suterese. L’icona del “presepe vivente” che si è attribuita da tempo allo scenario che offre l’abitato nella cornice del Monte S. Paolino, si attaglia a Sutera per la connotazione d’insieme che sembra  legare  l’opera dell’uomo con l’immagine geo-litologica del sito.
 Il “mostro” moderno con struttura metallica sottolineato da un contorno (mi si permetta!) a “foglia… di fico”, noto come ascensore panoramico, che svetta appoggiato al Monte S. Paolino, sembra apparire estraneo e, forse, quasi come una ferita alla naturalità paesaggistica del luogo. Meglio niente! …Ma se doveva esserci, la sua realizzazione poteva e doveva essere “eterea”, quasi non percepibile allo sguardo.

L’economia locale che potrebbe essere invocata, come motivazione per giustificare la scelta, poco o niente ha avuto dalla sua realizzazione e niente potrà avere in seguito. A parte l’ascensore, se l’istituzione Provincia non dà il giusto peso al turismo, attraverso pacchetti provinciali di fruizione culturale, ricreativa e gastronomica con ospitalità in albergo diffuso, Sutera resterà meta di un casuale sporadico turismo. Basta guardare in internet alle voci: turismo, Caltanissetta, Sutera e simili parole di ricerca per accorgersi del nulla in fatto di pubblicizzazione che invogli un pur flebile turismo in tutto il territorio provinciale del nisseno.
La modernità di un più o meno discutibile, per funzione ed estetica, mezzo di elevazione, comunque da sola,  non  paga. Il visitatore devoto di santuari o il turista curioso mossi dal “fai da te” contribuiscono  poco o niente alla locale bilancia  turistica. Il turismo che ha un peso è quello  “intercettato” tra le linee che alimentano flusso il turistico di altri luoghi, per così dire, rinomati. L’ascensore di Monte S. Paolino, realizzato come tale, non essendo né un oggetto di ammirevole soluzione per l’ambiente e/o per scelta architettonico-tecnica né la risposta a un bisogno vero della comunità locale, resterà un monumento che dividerà per lungo tempo suteresi ed estimatori estranei alla città, tra pro e contro la moderna realizzazione  che piaccia o non piaccia… esiste già. Resterà come l’ennesimo spreco di questo nostro tempo  destinato a degradarsi sotto lo sguardo, forse, pentito di quei  suteresi che speravano in un segno favorevole allo sviluppo.
Giuseppe Cancemi