ritrovo della comunità bellunese salotto buono o mercato delle vacche?
Per chi visita Piazza dei Martiri ora, avendola
già visitata in altri tempi, si sarà accorta/o che rappresenta una
rarità, purtroppo,
per l’ennesima occasione “offesa” da
un usurante utilizzo che la declassa. La
scelta spaziale
d’immagine giardino, è un
tutt'uno che introduce il visitatore in
una città, le cui dimensioni storiche hanno lasciato
il segno di un’identità
urbana a misura
d’uomo. Il nome
della stessa Piazza e tutte le vie e piazze adiacenti ne ricordano i
tempi dell’umanità che l’ha
attraversata.
Rosario
Assunto, filosofo
estetico del Novecento
a
vederne la deformazione per esigenze temporanee
mercantili sarebbe rimasto sconcertato, sbalordito. Lo spazio verde,
in ambito di luogo d’incontro sociale di ritrovo, contornato da
fiori ed alberi non è un luogo qualsiasi che in continuazione possa
subirne adattamenti. In senso generale la filosofia dell’Assunto si
spinge a definire il giardino: “uno
spazio in cui l’interiorità
si fa mondo
e il mondo
si interiorizza!
“. Comprimere
o peggio annullare l’ideologia
di giardino, come
non di rado capita a quello di Belluno con kermesse varie, fa perdere
di valore estetico e funzionale il principale spazio di ritrovo della
comunità bellunese.
Ancora
più grave è quello che sta accadendo in questi giorni. Non è
importante quanto è stato sollevato da Italia Nostra, la
quale,
ancora una volta ha voluto ricordare il valore intrinseco del
pubblico giardino orgoglio della Comunità bellunese.
Quello
che rappresenta un valore della natura esaltato dalla creatività,
dalla mano dell’uomo, al servizio di tutti, è
diventato oggetto del contendere da una rozza demagogia.
Parti politiche e
non, a cui forse interessa di più apparire che non essere,
banalizzano quello che ancora una volta è un segnale d’allarme
per il degrado della città. Insomma, Manzoni insegna: ancora una
volta si assiste ad una lotta come quella dei capponi di Renzo,
mentre l’urbe, nella sua massima rappresentanza di se stessa,
rimane sempre più disorientata.