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sabato 11 novembre 2023

COMUNICAZIONE VERBALE E NON

La comunicazione non verbale che inframezza un dialogo ha in alcuni casi lo scopo di “amplificare”, sostituire o caricare maggiormente il suo significato e, non sempre ma in alcuni casi sì, serve anche per dare “colore” ad un parlato senza effetto, inefficace, monocorde. A Belluno dove le notizie di stampa relative alla politica locale si vedono con il lumicino, i social più attenti come rete diffusiva di discorsi in tempo reale, favoriscono una tendenza comunicativa come il passaparola, di cui si servivano le generazioni che ci hanno preceduto. La notizia che meglio circola, infatti, è ritornata ad essere il pettegolezzo locale, il resoconto sportivo e qualche volta su cosa si discute o deve discutere il Consiglio comunale. Il fatto che in questi giorni assurgere agli onori della cronaca anche giornalistica, nulla di nuovo sotto il sole, è per l'appunto uno “scandaloso” gesto di comunicazione non verbale che ha fatto “ciaccolare” i benpensanti bellunesi. Senza volere giustificare nulla, ricorderei a proposito del dito tra l'indice e l'anulare solo un paio di cose, che in qualche modo dovrebbero affievolire l'intendere forzoso (non reale) di quella sintesi gestuale. Prima di tutto, che questo gesto “inqualificabile”, tra gli antichi romani ma anche tra i greci non era sconosciuto. Se ne servivano ampiamente come disapprovazione verso i potenti. Un esempio per tutti, lo possiamo ricordare nella battuta di un personaggio del poeta latino Marco Valerio Marziale che volendo dire a dei medici di avere goduto sempre di buona salute e di non avere bisogno di loro cure, mostrava il suo “digitus impudicus ”. Secondo, forse quelli che si scandalizzano, non pensano che una persona ferita da parole provocatorie può perdere l'aplomb, al punto da controbattere impulsivamente con un gesto non verbale di sintesi. E non volendo poi essere moralisti solo quando ci conviene, ma umani che si “inca...no”, pardon che perdono la pazienza se provocati, bisogna fare mente locale e ricordare che anche la fisica che abbiamo studiato a scuola con Newton, con la terza legge della dinamica ci dice che: ad ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria! Si smetta pure, di continuare a guardare il “dito” (figurativamente) e non la “luna indicata” (le problematiche della discussione), evitando di farsi distrarre ancora una volta da un vacuo discutere. Le risse verbali (in se, sempre stigmatizzabili) per dirla in semplici parole, si manifestano quando un sincero confronto, in senso partecipativo, tra maggioranza e opposizione di un contesto politico, amministrativo o comunque assembleare è di basso profilo e non scivola nella demagogia.

 Giuseppe Cancemi