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martedì 13 settembre 2011

Caltanissetta: Viale Regina Margherita

 
Evoluzione dello stradone dei Cappuccini della “Fedelissima Capovalle”





Lo scenario politico, economico e sociale




In Europa, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, vi è stata una rivoluzione mercantile, demografica, agricola, industriale, delle comunicazioni, dei trasporti e del mercato del lavoro che diventerà una pietra miliare nella storia dell’evoluzione del consorzio umano per i segni profondi che ha impresso in economia, in politica e nella società.



Lo spazio politico, amministrativo ed economico nel quale, anche Caltanissetta, urbanisticamente, con il suo evolversi tra due civiltà (contadina e dello zolfo) appartiene ad un dato periodo storico, caratterizzato da un solo emergente e dirompente fenomeno: la Rivoluzione industriale.

Un fenomeno che trasforma tutto in poco tempo, nell’economia, nei trasporti, nella produzione, nella finanza, nelle innovazioni e nelle scoperte tecniche e tecnologiche, insomma qualcosa i cui effetti provocano un cambiamento così repentino e straordinario tale che l’affermarsi, dà inizio ad nuova società.



Nel periodo di amministrazione pre-unitaria dominato dalla famiglia Borbone, Caltanissetta, per la sua fedeltà ma anche perché produttrice di zolfo necessario come merce da esportazione nella bilancia del commercio con altri stati fuori dal regno delle due sicilie, diventa una delle 7 capovalli di Sicilia e sede di Tribunale Civile e Gran Corte Criminale, con i distretti di Piazza Armerina e Terranova (Gela). Per questa elevazione di rango della città i nisseni riconoscenti, non parteciperanno ai moti rivoluzionari contro la famiglia Borbone (nel 1820) subendo, per questo, stragi e saccheggi dai comuni del suo entroterra (San Cataldo, Villalba, etc.) che da questa dominazione si sentivano oppressi.



Villa "Amedeo" già, in passato, villa "Isabella"
Dopo l’Unità d’Italia il capitalismo nelle campagne in Sicilia è oramai affermato  e le miniere, nuova rendita per i signori dello zolfo, “tirano”. La crescita della popolazione in città avviene per una necessaria “terziarizzazione” e per esigenza di mano d’opera richiesta dalle miniere. Nel primo ventennio del secolo XX la popolazione si stabilizza sui quarantamila abitanti del primo decennio e nonostante il manifestarsi della crisi dello zolfo la città cresce del cinquanta per cento.

Anche a Caltanissetta con il diffondersi dell’industrialismo, viene superata la produzione diffusa e si sancisce la stretta unità tra industria e città. Ne è conseguenza l’emergenza città, nel senso che occorre una organizzazione del territorio e degli insediamenti più rispondente ai nuovi bisogni dell’imprenditoria. Viabilità e trasporti, ordine pubblico, problemi sanitari, residenza agevole per i nuovi signori delle terre e delle miniere sono i nuovi termini dell’abitare in città.

Caltanissetta ha il suo boulevard (Viale Regina Margherita) nel corso di un mutare di eventi storici e politici, in un arco di tempo che è attraversato dalla storia italiana di oltre due secoli: iniziata con uno Stato pre-unitario  "aristocratico", dominato dalla famiglia Borbone, seguito dall’unitario "liberal-conservatore", con la famiglia Savoia egemone, proseguito in un ventennio di monarchia e totalitarismo "fascista" per approdare al democratico "repubblicano" vigente.




La trasformazione urbana




Le città, per dirla con Benevolo, prima dell' 800  erano dei contenitori dove: "ogni generazione tendeva ad occupare il posto delle precedenti e a ripeterne il destino".

Nel Settecento, l'economia di Caltanissetta era principalmente agricola, con una modesta concentrazione umana in una amplissima campagna. L'armatura urbana si conserva pressoché immutata già da qualche secolo ed è la baronia dei Moncada a dominare i rapporti della vita comunitaria. La proprietà nel periodo considerato era di tipo feudale con tutte le caratteristiche del feudalesimo: la proprietà della terra era sostanzialmente collettiva, era un attributo dell'autorità regale, in cui i feudatari esercitavano solo alcuni diritti (economici, giurisdizionali, etc.) come ricompensa dei favori dei doveri nei confronti del sovrano, ereditavano ma non divenivano proprietari delle terre.



La città di Caltanissetta, secondo L. Barrile, nel XVIII secolo risultava formata da quattro quartieri (San Rocco, Santa Flavia, San Francesco e Zingari) separati da due strade:  i due tronconi via del Collegio degli studi e via dei Cappuccini o via Grande (attualmente denominato tutto corso Umberto I) e l’altra strada che s’incrocia in piazza Garibaldi, costituita dai tratti via Fondachi o dell’Albergheria e via Monastero di Santa Croce (oggi  interamente via Vittorio Emanuele II).



In questo tessuto vengono realizzati i quartieri San Rocco e Santa Flavia, sopra e sotto corso Umberto I (già via Collegio degli studi) e Canalicchio (ora viale Testasecca). San Rocco si rivelerà come la zona privilegiata dalla borghesia nascente, con abitazioni signorili sulle strade all’epoca più importanti (Cassarello, dell’Aquila Nera), in cui si nota che l’edilizia è protesa verso una ristrutturazione volta ad arricchire l’estetica.



Proprio in quell’epoca si può dire che a Caltanissetta viene sancito l’inizio dello sfruttamento edilizio e fondiario. L’edilizia regolare dei nuovi quartieri (San Rocco, Santa Flavia e degli Zingari) con il loro crescere ne sono una testimonianza di sfruttamento razionale dello spazio, prima rurale ora urbano, per il disegno complessivo di tipo quasi ippodamico. Lo spazio viene diviso e costruito non più casualmente ma attraverso maglie viarie e edificatorie di tipo geometrico.

Dopo il Settecento le pesanti ristrutturazioni che seguono non permettono di individuare quale fosse l’edilizia residenziale dove si trovava l’aristocrazia, però, è possibile interpretare alcune tendenze insediative, annotando come il quartiere Santa Flavia risulterà poco appetibile per l’edilizia residenziale, se si fa eccezione per via Maida e via Re d’Italia, mentre il quartiere San Rocco, si distinguerà come luogo, per il fatto che per un certo tempo si arricchisce di edifici apprezzabili nella loro fattura.

Il capitalismo a Caltanissetta oramai è presente non solo nelle campagne e nelle zolfare con la figura del gabellotto, ma comincia a comparire anche in città. È un’imprenditoria di città che si annuncia con contese di risorse e di diritti,  in opposizione alla sfera del diritto pubblico, costringendo sul terreno del confronto una legislazione garantista in materia di proprietà e l’insorgente necessità per pubblica utilità.



A Caltanissetta nel 1821 si iniziano i lavori per realizzare la villa comunale “Isabella” (oggi villa Amedeo). È la scelta politica dei grandi lavori pubblici che in ogni epoca compare per diminuire disoccupazione, miseria e tensione sociale. Non a caso avviene dopo i saccheggi operati dei moti anti-borbonici guidati dal principe Galletti della vicina S. Cataldo.

Si comincia con questa opera importante ad occupare quell’estremo lembo della città lungo lo stradone, oltre le “mura”, che porta ai Cappuccini, ove già sono schierati quasi frontalmente il convento omonimo e la chiesa di S. Giuseppe.

La villa ispirata ai giardini all’italiana e impiantata su un’area pianeggiante verrà ingrandita a valle e completata nei primi del ‘900 su progetto dell’ing. P. Saetta.

Viale Regina Margherita, un “boulevard” largo 30 mt., esiste in tutta la sua lunghezza, grazie ad un Ottocento che sulle orme di un’Europa in espansione ad imitazione (nel suo piccolo) ha voluto sacrificare un caseggiato esistente nella collinetta, denominata Isola Tondo, in prossimità di uno spiazzo detto largo delle Botteghelle (all’altezza dell’attuale scuola elementare “San Giusto”) nel bel mezzo di un asse che dalla “Rotonda” congiunge il c.so vitt. Emanuele, all’altezza della via XX settembre.


CRONOLOGIA DI ALCUNI EVENTI 
 
1556  Costruzione del Ponte Capodarso che arricchisce la viabilità di penetrazione siciliana


1813-16 Ferdinando III abolisce la feudalità 
1816 Unificazione dei due regni (Napoli e Sicilia) sotto Ferdinando I, già Ferdinando IV di Napoli e Ferdinando III di Sicilia

1819  Caltanissetta diventa una delle 7 capovalli con i distretti di Piazza Armerina e Terranova con sede di Tribunale Civile e Gran Corte Criminale

1820  Moti rivoluzionari contro i Borboni repressi dai napoletani Caltanissetta subisce stragi e saccheggi per non avere partecipato ai moti contro la famiglia Borbone in quanto riconoscente per quanto era stato fatto per la città ad opera di questi ultimi
1821-28 Costruzione della Villa comunale "Isabella" (ora "Amedeo") per lenire  la generale disoccupazione della classe operaia
1832 Due statue  (Ferdinando I e Francesco I) di marmo vengono innalzate rispettivamente nelle piazza, ora Garibaldi, e prospiciente la chiesa del Collegio dove ora esiste la statua di Umberto I
1838 A frutto dell'accoglienza fatta a Ferdinando II e alla regina Isabella viene disposta la costruzione di due strade:Caltanissetta - Piazza A., via Barrafranca; Caltanissetta - Canicattì entrambe a spese della provincia e dai regi fondi 
1844  Caltanissetta con Bolla Pontificia di Gregorio XVI viene eletta sede vescovile
1848  Moti rivoluzionari con cacciata definitiva dei Borboni
1854-55   Lutto in città per il colera. Per ringraziamento dello scampato ulteriore flagello viene costruito un Ospizio attaccato alla chiesa di S. Michele
1857  Apposizione di tre croci in tre luoghi diversi: ZIBOLI, cappella dove si conservano i gruppi sacri; fondo GAGGIANO, lungo la via per Palermo; SABUCINA, Pizzo Rossello(Calafato ?); per ricordare una missione di 8 frati Capuccini 
1859  Apertura del Seminario vescovile
1864  Illuminazione a gas
1865  Legge che distingue i fondi rustici da quelli urbani (Legge n. 2136, 26-1-1865)
1866  Pastificio "Salvati" 
1866  Apertura della Biblioteca Comunale 
1868  Apertura del Nosocomio pressso i pp. Capuccini
1870  La mongolfiera di POITEVIN si alza e sorvola Caltanissetta
1870-1904 Costruzione del Palazzo Provinciale
1870  Progettazione (Arch. Di Bartolo) e deliberazione, riprogettazione (Ing. Tacchini)
1878-82 sospensione dei lavori e introduzioni di varianti e modifiche (Ing. Musumeci)
1897 Ultimazione dell'edificio
1904 Definitiva ultimazione dopo le decorazioni e la messa a dimora di infissi, impianti, arredamento
1870-71  Realizzazione di sculture in marmo a G. Rossini, V. Bellini, U. Foscolo, G. Mazzini e G. Garibaldi ad opera dello scultore nisseno Giuseppe Frattallone (Villa "Amedeo")
1871 Legge che dà il via alla formazione del Catasto dei Fabbricati (Legge n. 267, 5-1-1871)
1875 Si inaugura il Teatro Principessa Margherita
1877 Si stanziano i finanziamenti per l'acquedotto Geraci Geracello, si inaugura la Pescheria, viene pronunciato dal sen. Perez un discorso a favore della ferrovia Palermo-Vallelunga- Caltanissetta
1878 Iniziano i lavori per la costruzione del Cimitero- legge 11-3-1817, Cimiteri fuori degli abitati-Paura delle epidemie ? (colera, vaiolo, ecc.)
1879 Inaugurazione dei lavori di conduttura dell'acqua proveniente dalla Geracello
1879 Arrivo dei Valdesi a Caltanissetta
1880 L'astonomo DENZA visita l'osservatorio meteorologico ubicato sulla chiesa dei Capuccini
1881 Scoppio in miniera (Gessolungo): 66 morti, 40 feriti gravi
1882 Si inaugura l'Istituto "M. Calafato" per ospitare le figlie dei minatori morti nell'incidente dell'anno 1881 alla Gessolungo. Nuovo incidente alla miniera Tumminelli del gruppo Iuncio con 13 morti e 80 inabili al lavoro
1887  Abbattimento dellaChiesa del Carmine (anche Maria SS Annunziata) dopo la demolizione dell'attiguo convento Trecentesco dei Carmelitani scalzi
1891-1893 Nascita dei Fasci Siciliani (nel Nord Italia 1871) - Il governo Giolitti li tollera, il successivo governo Crispi li reprime13-1-1894, il prefetto di Caltanissetta De Rosa scioglie i Fasci dei Lavoratori in tutta la provincia
1893 Creazione del Ricovero di Mendicità " I. Testasecca" con ricompensa per il benefattore a cui  intitolato l'istituto del titolo di conte
1900 Si inaugura il monumento a Cristo Redentore (sett. 1900)
1900 (?) Monumento di marmo allo scultore G. Frattallone morto nel 1874 (villa "Amedeo")
1903  Monumento a Garibaldi (Piazza Calatafimi)
1908  Monumento a Mauro Tumminelli (salita Matteotti)
1922  Monumento ai Caduti (Viale regina Margherita)

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