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venerdì 20 luglio 2012

Belluno: l'acqua del sindaco

Ennesimo inquinamento idrico

Da qualche giorno circola l’informazione, puntuale, che  dai rubinetti  “del sindaco” gestiti  da BIM GSP, le acque in questi giorni non sono ritenute potabili. l’ULSS di Belluno  ha riscontrato, durante gli ordinari controlli, una presenza di batteri  e che dunque l’acqua dei rubinetti non deve essere utilizzata per scopi alimentari.
Tutti dunque a correre nei supermercati alimentari per rifornirsi di acque minerali ritenute più affidabili e via alla curiosità di confrontare le varie etichette che specificano  le caratteristiche fisiche e chimiche, più o meno estese tra le varie marche d’acqua.  A qualcuno sarà venuto anche in mente di cercare nel sito BIM GSP informazioni sull’acqua distribuita dall’acquedotto nelle nostre case.  Ebbene, una voce del sito http://www.gestioneservizipubblici.bl.it/ indirizza ad “analisi acque” mostrando i valori di: durezza, residuo fisso, conducibilità elettrica e pH. In altre parole, mostra solo semplici dati fisico/chimici delle acque e basta.
L’ULSS, che a detta di BIM quotidianamente  controlla il prezioso liquido,  ha trovato che l’acqua di città in vari comuni in provincia ed alcune zone di Belluno è interessata da contaminazione batterica. Un fenomeno che si verifica di tanto in tanto, quando le precipitazioni sono violente.
Per quanti come me hanno qualche piccola nozione scolastica, si ricorderanno che si definisce la  potabilità dell’acqua per le sue caratteristiche organolettiche (odore, colore, sapore),  ma anche per gli aspetti fisici, chimici e batteriologici. E  proprio per questa reminiscenza scolastica, comune a tutti, colgo che qualcosa non quadra in quanto ci viene comunicato.
Mi  incuriosisce come mai L’Ente gestore ha bisogno che sia il controllo sanitario (dell’ULSS)  a stabilire se l’acqua è potabile o meno. Non si fida del proprio controllo o non ha un laboratorio d’analisi? Non vuole responsabilità o vuole dare più peso all’annuncio? Altra cosa che trovo di rilievo è, come mai si rendono pubblici solo i pochi dati statici di non molto rilievo e non un’analisi, così come le acque imbottigliate e, come nel caso, anche i dati microbiologici rilevati con a fianco i valori di riferimento per la potabilità.
Per quanto è dato di capire dalle comunicazioni ufficiali, le presenze batteriche nell’acqua riscontrate  superiori al limite di soglia consentito, avviene nonostante la preventiva dose quotidiana di clorazione dell’acqua. Per fare rientrare nella normalità la distribuzione idrica si aspetta che faccia effetto una super clorazione sulla presenza batterica ripristinando le  caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano.
Resta sospeso il fatto che ad ogni pioggia, più eccessiva delle altre, l’acquedotto continuerà ad inquinarsi. Mentre credo che ai cittadini bisognerebbe far sapere se esiste una speranza che questo periodico grave inconveniente, analizzato e compreso, sarà più raro, a breve non si verificherà più o  che sarà, in un determinato tempo, risolto.
Infine, la buona notizia del documento diffuso, che  l’ospedale è esente da inquinamento per il fatto che ha una ulteriore potabilizzazione antibatterica a raggi ultravioletti induce ad una considerazione: se è efficace e significativo il trattamento delle acque con gli ultravioletti, come mai non si è pensato già in passato a potabilizzare le acque con entrambi i metodi?
Un’ultima cosa che viene in mente sollecitata da queste interruzioni e dai dubbi che vengono instillati da questi eventi è la fiducia nelle acque pubbliche degli acquedotti. Altri cittadini saranno invogliati a convertirsi verso  il consumo di massa delle cosiddette  “acque minerali” pur disponendo di un’acqua potabile che, pagata a caro prezzo, continuerà a scorrere consumisticamente per altri usi meno pregiati.

Sorge spontaneo a questo punto più di un interrogativo…  ma chi ci guadagna in tutto questo?
Dobbiamo definitivamente considerare l’acqua come merce e dunque solo un bussines o, riflettendoci, la vogliamo mantenere e gestire senza intermediazioni perché un valore e di tutti, in quanto elemento indispensabile per la vita  dell’uomo? 

Acqua, stop della Corte Costituzionale:
"Non privatizzare il servizio pubblico"


La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 della finanziaria-bis 2011 che disponeva la possibilità di privatizzazione dei servizi da parte degli enti locali. Tra questi, anche i servizi idrici, sui cui due mesi prima c'era stato un referendum.

  E i movimenti esultano:
"Un segnale forte per il governo"