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martedì 5 gennaio 2016

Befana 2016 - Caltanissetta... aspetta e spera!


BREVE NOTA PER UNA RIFLESSIONE POLITICA DEL CONSIGLIO COMUNALE


La nuova geografia politica comunale per Caltanissetta è una non novità. I recenti assetti amministrativi che hanno riconfigurato le sette commissioni consiliari e i successivi incontri dei partiti di maggioranza, evidenziano nella risonanza della cronaca locale, un cambiamento di rotta, mentre a rifletterci, sembrano più le solite manovre gattopardesche: del cambiare tutto per non cambiare nulla. Penso invece che i nisseni si aspettano, e non da ora, un reale cambiamento della gestione della cosa pubblica: Comune. Tutti oramai sanno che a Caltanissetta - tra le ultime città in graduatoria nazionale per vivibilità - le amministrazioni cambiano ma le condizioni di vita della città permangono. Nel sentire della gente, tra amministrazione della città teleguidata e altre fatte da dilettanti, la musica non cambia. I nisseni oramai sono rassegnati e non fanno più alcuna distinzione. Definiscono le amministrazioni tutte uguali. Come non dare ragione ad una simile definizione tout court, semplicistica ma di effetto? Sì perché se la vogliamo dire tutta, la città per voce di popolo, non viene da tempo amministrata dagli eletti, dai cosiddetti politici, ma piuttosto di chi lavora in Comune: impiegati, operai e dirigenti. I rappresentanti del popolo, da tempo non rappresentano altro che la forma (e non la sostanza) delle leggi discendenti dalla Costituzione.
 A questo punto, forse, il 2016 dovrebbe portarci un nuovo Statuto comunale o anche un suo aggiornamento. Il perché è semplice, bisogna oramai traghettare una conduzione amministrativa verticistica e gerarchica rigida, con un'area dirigenziale inamovibile, verso una amministrazione orizzontale, flessibile, in grado di organizzare con criteri di funzionalità: confronto, condivisione e realizzazione dei vari progetti. L'innovazione deve riguardare l'esclusione di quell'area dirigenziale per ora fissa. I tempi sono oramai maturi per una organizzazione a valle delle scelte politiche senza vincoli. E' necessario che la politica si riappropri del proprio ruolo e della relativa responsabilità. L'indeterminatezza di ruoli, funzioni e responsabilità che si vede tutte le volte che qualcosa non funziona, rende non riconoscibili i personali compiti di quegli individui che debbono eseguirli in risposta alle progettazioni politiche. L'eventuale figura del dirigente a fini organizzativi, nel nuovo statuto, non obbligatoria ma facoltativa, deve entrare solo se prevista dal progetto. Il Consiglio comunale, nel suo formulare indirizzi perché vengano attuati dalla Giunta, non deve entrare nel merito, sulla  necessita o meno della figura dirigenziale. Deve lasciare al potere esecutivo la relativa decisione. Insomma, mani libere per il Comune, nei confronti delle eventuali figure dirigenziali future. Nelle nuove norme statutarie, fatti salvi i diritti degli attuali dirigenti pubblici esistenti, le nuove collaborazioni dovrebbero essere con contratto a termine e con garanzia di risultato raggiunto e una ben individuata eventuale responsabilità nella cosiddetta catena, di “comando”. In merito alla Giunta, l'introduzione della sfiducia  del Consiglio ad un assessore potrebbe essere altro elemento salutare per meglio amministrare. Non avrà valenza giuridica, ma segnalerebbe un problema tra Giunta  e operato di quell'assessore come utile elemento di valutazione che aiuterebbe  il Sindaco nel caso di un'eventuale sostituzione. E tempo che lo Statuto rinnovi metodi e ruoli in modo che la politica e le sue realizzazioni abbiano nome, cognome e precise responsabilità.
Insomma, il nuovo Statuto con poche ma necessarie modifiche come quelle accennate, potrebbe dare nuova linfa al bisogno di aggiornare la rotta di un'amministrazione come quella nissena che vuole avere gli strumenti giusti per una conduzione realizzativa senza impedimenti ed ostacoli. Così finalmente sapremo veramente di chi sono le responsabilità e di chi fa o fa finta di fare!


Giuseppe Cancemi