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lunedì 2 luglio 2012

Recupero edilizio

Nelle immagini allegate si può notare che non è d’ora l’interesse per una ristrutturazione delle vecchie abitazioni, per ragioni funzionali, igieniche e statiche nella necessità di essere rivisitate e restaurate.
 Come si può vedere  nel  1981 il Comune di Campofranco decide di affidare ai tecnici indicati nella scheda la redazione di un piano di recupero per un complessivo di 17 individuati comparti, ricadenti in zone B e C del PRG all’epoca vigente.
Erano i tempi in cui l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte,  la Liguria ed altre Regioni del Nord realizzavano i loro piani di recupero facendo un po’ scuola per tutte le altre parti d’Italia.
Caltanissetta aveva a quei tempi, in mente degli  amministratori pro-tempore, l’idea di “spianare”  le case del quartiere Provvidenza e di tutti gli altri a seguire. La realizzazione del nuovo al posto delle preesistenti case era la “cultura” imperante. Poco importava il destino di chi abitava quei quartieri già ampiamente  degradati anche per vetustà.
A Campofranco intanto, il piano di recupero veniva adottato nel 1982 ma mai reso operante per difficoltà economiche e forse anche per incapacità politica e gestionale, di un moderno incipit di patto tra pubblico e privato, ricercato prima e ripudiato dopo.
Siamo nel 2012 e Caltanissetta capoluogo, dunque capofila di altri 21 Comuni, non trova meglio per il centro storico che la ripavimentazione della maggiore piazza (Garibaldi) e del corso Umberto I, obliando ogni altro antico e nuovo bisogno di dare alla città una vera risposta al fabbisogno abitativo adeguato per qualità ed entro costi ragionevoli e calmierati.

1 commento:

  1. Sono veramente contento che il mio amico urbanista arch. Giuseppe Cancemi abbia ripreso il discorso sul piano di recupero edilizio urbano di Campofranco. Apprendo così che il piano è stato adottato dall'amministrazione comunale nel 1982 e poi è arrivato, implacabile, l'oblio. Forse non rispondeva agli interessi degli amministratori d'allora? Certo è che il problema sussiste anche oggi e, con qualche ritocco, gli attuali amministratori potrebbero operare il miracolo della resurrezione di detto piano. Possiamo sperare?
    Stefano Diprima (ingegnere residente in Campofranco)

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